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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 43

Testi pagina 43

37Luglio-Agost 2014
IdentItà, cultura e aggregazIone.
da sempre la danza è legata a rItualI
e a preghIere, nelle feste popolarI
e nelle dIscoteche.
una conversazIone
con Daniel lommel
di Graziella Bertani
DANIEL LOMMEL
passI dI danza
con un partner
d’eccezIone
N
ell’antica Grecia costituiva
uno dei capisaldi della tra-
gedia e oggigiorno in molte
lingue moderne contraddi-
stingue i termini: coreografia,
coreutica. Seguita da un vasto pubblico
femminile, sempre associata a nomi di
donne, nessuna altra parola come questa
in noi evoca sempre fascino e mistero.
Fuoco fuochino fuocherello, per l’aiutino
attingiamo al cinema che ci consente pa-
rafrasare una nota citazione di Humphrey
Bogart: “…è la danza, bellezza, la danza
e tu non puoi farci niente…”. Danza, so-
stantivo terminante in a e pertanto di ge-
nere femminile. Ma la Danza è femmina
o no? Chi potrebbe aiutarci a scoprirne
l’essenza di genere ed in modo non accademico? Provia-
mo con un uomo, un famoso ballerino-coreografo, artista
visivo, didatta della storia del teatro antico e della danza,
drammaturgo che la critica ha posto nel Pantheon dei 10
migliori ballerini della sua generazione: Daniel Lommel.
Come preferisce definire il termine Danza?
Amo molto la frase della dedica della Prima Accademia
di Danza che Luigi XIV fondò nel 1662: “Affinché i nostri
Nobili possano esercitarsi al mestiere delle armi”, desi-
gnando come mestiere d’armi ‘la scherma’, e pertanto
la danza come un esercizio marziale,
una dominazione dello spazio attraver-
so il corpo. Però, vent’anni dopo - era il
1681- in occasione della creazione della
Seconda Accademia di Danza accadde
un fatto nuovo: l’ingresso della donna. Se
osserviamo la tradizione rimaniamo molto
colpiti dal fatto che sia che si tratti di teatro
sia che si tratti di danza, la caratteristica
delle arti dal vivo è la presenza dell’uomo.
Anche il teatro giapponese, che discende
dalle compagnie al seguito di Alessandro
Magno (1) in Asia, vede un reale vantag-
gio dell’uomo. Quando ci riferiamo alla
nostra cultura europea, la predominanza
dell’uomo, sia nel teatro che nella dan-
za, è notevole. Perciò definisco la danza
come un’arte femminile per eccellenza pur avendo fatto
parte della Compagnia di Maurice Béjart che ha restituito
all’uomo il proprio titolo nobiliare.
Che ruolo ha avuto Béjart nella ridefinizione dei ruoli
maschile e femminile rispetto al balletto classico?
Nelle sue opere, pur riqualificando la presenza maschile,
Béjart paradossalmente fa l’elogio della donna: Boléro,
Erotica, L’heureexquise, Mathilde, Le marteau sans mai-
tre, Sonate à trois, La luna, Isadora. È il balletto romantico
che, avvalendosi di criteri tecnici differenti, ha sublimato la
FOTO, per gentile concessione di Daniel Lommel,archivio privato
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