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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 29

Testi pagina 29

da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
sistenza alla femminilizzazione degli appellativi
professionali.” Lo facevano ieri, e lo fa oggi anche la
Ministra Boschi che per sé chiede di essere appel-
lata al maschile. Dunque lo sguardo di Noi Donne
non sbaglia, mentre Merlo forse sopravvaluta que-
sto potere linguistico femminile, dato che vent’anni
dopo, sul punto della lingua non si sono fatti grandi
progressi. In Italia comunque prima di “avvocata”
e “magistrata” scritti sui giornali, ci sono stati “Le
raccomandazioni per un uso non sessista della lin-
gua italiana” e “Il sessismo nella lingua italiana” di
Alma Sabatini. I due volumi che uscirono nel 1987
a cura della Commissione delle Pari Opportunità,
comprendevano una parte teorica, che spiegava le
radici del sessismo linguistico, e una parte pratica di
suggerimenti. Alma Sabatini muore troppo presto,
nel 1988, senza avere il tempo di vedere l’attuazione
concreta delle sue proposte. E ancora adesso, molte
delle sue intuizioni e dei suoi input non sono presi in
considerazione.
Nel 1994 non si può non ricordare
la discesa in campo, e la successiva
vittoria elettorale, di colui che ha
dominato, incontrastato fi no a
pochi mesi fa, il panorama politico
italiano. Nel suo primo governo
una giovanissima Irene Pivetti
viene nominata Presidente della Camera. Così
commenta Bia Sarasini, direttora di Noi Donne. “La
destra governa il paese. E già questo è duro da ac-
cettare. Più duro ancora vedere all’opera l’autorità
simbolica di cui si mostra capace, esercitando una
egemonia crescente e preoccupante. Soprattutto
nell’interpretare secondo i propri schemi i muta-
menti sociali, le elaborazioni innovative e le muta-
zioni antropologiche, in primo luogo quelle di ori-
gine femminista, che si sono prodotte in questi anni,
rovesciandone il signifi cato. Questo è il punto. Non
sarebbe minaccioso infatti il protagonismo delle
donne di destra, se non si accompagnasse alla pre-
tesa di riscrivere la storia delle donne. Anzi, proprio
del femminismo, mettendo in atto un tentativo di
cancellazione simbolica della memoria con cui oc-
corre fare i conti. Un problema politico, certamen-
te.” Un punto di vista estremamente attuale rispetto
alle ultime nomine del governo Renzi. In nome del-
Irene Pivetti,
n.5, maggio 1994
Fecondazione assistita,
n.12, dicembre 1997
Ragazze rom a
Torrespaccata,
n.4, aprile 1993
Ligabue,
n.9, settembre 1998
la donnità, dunque, si può accettare
ogni candidatura rosa? Bia Sara-
sini sembra rispondere. “Almeno
per qualche attimo è stato emo-
zionante vedere Irene Pivetti sa-
lire sul banco della presidenza
della Camera. Concreta fi gura
femminile, così differente, nel-
la sua giacca verde-acqua non proprio
alla moda, dai molti uomini che la circondavano. A
conferma che attraverso i corpi passa un linguag-
gio simbolico che non coincide con le ideologie. E
a conferma che averla scelta perché “è giovane, è
donna ed è cattolica”, è una bella carta da giocare,
nella direzione “cogliere i segni del nuovo”. Non
era facile prevedere che il primo gesto della destra
vincente sarebbe stato di farsi rappresentare da una
donna giovane e attraente. Emozionante e irritan-
te, aggiungo subito. Perché questa giovane donna,
dai cui gesti e parole traspare un non comune fuoco
interiore, pone non pochi problemi. Per le sue idee
politiche, certamente. Ma su questo terreno è faci-
le per chi si colloca a sinistra riconoscere una vera
avversaria: dall’aborto alla famiglia, dalla scuola alle
riforme istituzionali, c’è solo da scegliere.”
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