Numero 8 del 2014
Viaggiatrici
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di farsi un’immagine egualitarista. Per la parte che
riguarda la difesa delle donne dalle discriminazioni
vedo invece grande confusione…” Passa qualche anno
e le pari opportunità diventano materia di una vera e
propria riforma. Noi Donne da conto della discussio-
ne, riportando le opinioni di politiche di vari schiera-
menti: “Si discute accanitamente in tutte le sedi. La
proposta della ministra Finocchiaro non fa altro che
‘mettere su carta’ un’esigenza comune a tutte. Ovvia-
mente con toni, proposte, punti di vista anche molto
diversi gli uni dagli altri. La cosa più importante, però,
è quello che c’è dietro, ovvero la profonda necessità
di ridefi nizione e risignifi cazione di tutte le politiche
delle donne e non soltanto delle Pari Opportunità.
Francesca Izzo, all’epoca responsabile nazionale
donne Pds, è convinta che “nonostante tutti gli stru-
menti di parità dovranno essere rivisti per adeguarli
alle trasformazioni di questi anni, rimane un punto
fermo: la presenza nell’esecutivo di un luogo che ab-
bia come compito lo sviluppo delle politiche di Pari
Opportunità.”
In contemporanea con le
discussioni politiche e istituzionali
sull’importanza di creare,
all’interno delle Istituzioni, luoghi
e fi gure deputati all’empowerment
femminile, nel 1992 si apre un
dibattito sul linguaggio,
a partire dal un articolo del giornalista Francesco
Merlo sul Corriere della Sera. “Sta succedendo che,
in un quotidiano di partito, l’Unità, delle giornaliste
femministe, stanno ‘purifi cando’ la lingua. Lo ha de-
nunciato in un divertente articolo Merlo sul Corrie-
re. Queste giornaliste scrivono avvocata, magistra-
ta, ministra; si fanno chiamare inviata e rifi utano il
maschile come neutro. Insomma, per declinare al
femminile i nomi che indicano le professioni ab orri-
scono il suffi sso in –essa perché è un accrescitivo ed
è stato introdotto solo per sbeffeggiare le prime don-
ne approdate all’emancipazione. Rifi utano inoltre il
termine maschile esteso alle professioniste perché
vogliono ribadire che non sono uomini mascherati.
Tutto questo, secondo Merlo, non è che l’ennesimo
esempio di revanchismo e totalitarismo femmini-
le che ormai la fa da padrone nel mondo. In realtà,
come vedremo, anche moltissime donne fanno re-
Copertina,
n.11, novembre 1995
Copertina,
n.4, aprile 1992
Emma Bonino,
n. 5, maggio 1997