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Numero 8 del 2014

Viaggiatrici


Foto: Viaggiatrici
PAGINA 26

Testi pagina 26

24 Luglio-Agosto 2014
Donne in chiacchiere, amiche, reciprocamente affi-dabili ma sempre un po’ ammorbate da quel senso di colpa che tende a rendere dolceamara anche la
serata più stuzzicante e vivace organizzata da tempo. Una
cenetta sulla terrazza di una di loro, i gelsomini in fiore, i pro-
fumi delle rose del giardino: è tutto perfetto complice il cal-
do se non fosse che è sabato sera e chi è sposata ha lasciato
a casa il marito, chi invece è single ha portato altre amiche
desiderose di trascorrere una tranquilla serata in campagna.
Dovevamo festeggiare il rientro al lavoro di una mamma da
anni ferma a casa ad accudire le figlie e ora desiderosa di
ricominciare a sentirsi inserita in un contesto professionale.
Un desiderio semplice, se vogliamo, ma intimamente suo e
su cui aggiustare la propria autostima. Ebbene a calici alza-
ti, la mia amica si divideva tra un sorriso sommesso e una
smorfia dolorosa come se quella scelta, di per sé tanto voluta
fosse anche contradditoria e fonte di ansia. Il fatto è che la
nostra mente a volte gioca brutti scherzi e così alcune sco-
prono dentro sé stesse resistenze psicologiche inaspettate.
Eppure era quello che voleva, ma alla fine chi si occuperà
della casa, dei figli, del marito? Alla base di quell’altalene di
stati d’animo c’è sempre quell’atavico senso di colpa-Ma qual
è la sua colpa? Visto che il marito è d’accordo, i figli oramai
grandi e lei voleva questo cambiamento…
Di cosa l’accusa il suo - mi viene da dire il nostro - giudice
interiore? Ci accusa appunto di aver dato
accoglienza alle energie della rinascita. È la
solita tendenza a farsi del male tipicamente
femminile: c’è stato un periodo buio e sofferto
nel quale si è tutto bloccato e ora che final-
mente la vita si riaffaccia nella nostra vita ci
sembra di stare tradendo qualcuno. Ma chi?
La risposta è diversa a seconda dei casi: può
essere un ex partner che è ancora in difficol-
tà, oppure una persona cara che non c’è più,
oppure è malata, depressa, sola (ad esempio
un genitore rimasto vedovo o un amico con
cui abbiamo condiviso il periodo nero). Al-
tre volte il senso di colpa invece è indefinito
e non si riesce a rintracciare uno “schema di
tradimento” specifico. L’unica cosa di ci cui si
condanna è quella di affermare la propria co-
scienza, di vivere forse per la prima volta con
pienezza, di voler conoscere se stesse.
Chi prova questa sensazione non è mai stata abituata a sen-
tire legittimi i propri bisogni e desideri, problema che spes-
so affonda le proprie radici in un’educazione nelle quali essi
sono stati banalizzati o disattesi in vario modo da mamma
e papà e talora poi da compagni egoisti poco valorizzanti o
dispotici. Questa non legittimazione di sé fa da sfondo e da
terreno fertile a tutti i sensi di colpa appena si sente che si sta
correndo verso la propria legittima affermazione. È chiaro
che le donne hanno una propensione a prendersi a carico
tutte le disdette, sfortune, fallimenti, cambiamenti non voluti
e tradimenti che avvengono nella loro vita. Ma siamo così di
natura oppure ci infliggiamo da noi stesse questa zappa sui
piedi? Non c’è donna che ci scappi. Eppure se c’è chi soffre
di sensi di colpa ci sarà anche chi glieli fa venire, no? È pro-
prio per questo che se il senso di colpa è tipicamente fem-
minile, vuol dire che invece nel maschile c’è un bello scarico
di responsabilità. Allora dagli a quello che tradisce perché
lei è un po’ troppo distratta dai bambini e si trascura come
moglie, oppure perché non gli fa sufficientemente da madre,
sorella, padre, colf, psicologa e chi più ne ha più ne metta.
Bisogna pretendere per se stesse amore e rispetto con de-
terminazione, dandone naturalmente, ma si può dare solo se
ci si “nutre” psicologicamente in modo sano e abbondante.
Dalla frustrazione non è mai nato nulla se non amarezza e
delusione.
Facciamoci contente per prime, senza troppi timori per ama-
re meglio l’altro e dare al mondo la nostra luce senza veli,
senza ombre, senza veleni.
Life coaching
[ Sesta puntata ] di Catia Iori
coLPeVoLi
DI NULLA
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