Numero 6 del 2006
Costituzione: dose minima consentita
Testi pagina 21
di madre in figlia
Si stiano moltiplicando ad una velocità preoccupante:
uccisioni di mogli o fidanzate che hanno deciso di troncare
una relazione, o di donne che si sono ribellate a condizioni
familiari pesanti. Mi pare che stia seriamente suonando un
campanello di allarme: occorre fare qualcosa. Seriamente e
subito.
Rimango molto colpita dalla semplicità con cui questi
soggetti fuori di testa pensano di aver risolto un problema
con un coltello o un colpo di pistola.. Ma veramente si pensa
ancora all'esistenza del delitto perfetto. Non è che una per-
sona eliminata sia come un po' di polvere da nascondere
sotto il tappeto. Le donne sono persone, non oggetti che
quando non servono più (o "si sono rotte") si possono "elimi-
nare" a piacimento.
Piuttosto sicura in quanto evito di girare da sola dopo una
certa ora. In ogni caso, sono consapevole del fatto che ci
siano grosse problematiche al riguardo e che i comuni deb-
bono prendere dei seri provvedimenti: maggior controllo dei
territori a rischio, corsi di autodifesa gratuiti per donne, solo
per fare qualche esempio. Voglio una città sicura, viva, atti-
va.
Non si deve fare "di tutta un'erba un fascio", oltre agli
uomini che commettono violenze esistono anche persone
seriamente preoccupate per quanto succede. E se anche loro
contribuissero alla costruzione di città più sostenibili per
tutte e tutti? Perché non ci sono gruppi di uomini che riflet-
tono collettivamente su questi problemi. Non è solo una que-
stione che riguarda le donne.
Non credo che esistano donne che coscientemente si aggi-
rano per i vicoli bui da sole, tutte ormai hanno la percezio-
ne del rischio che si corre. Ma i fatti succedono in famiglia,
con le persone che si conoscono, o alla fermata dell'autobus
in pieno giorno. Occorre aiutare le donne con azioni di pre-
venzione, da sole non possono fare nulla.
Alla fermata del bus, insistenti "pseudo-fascinosi" insisten-
ti verso ragazze in attesa del bus, o atteggiamenti diversi
verso donne straniere , come se quelle donne fossero "meno
da rispettare" delle altre.
Più controllo, specie nelle zone a rischio. Più informazio-
ne. Più prevenzione.
La situazione stia peggiorando. Indubbiamente oggi si
informa e si denuncia di più di quanto non succedesse nel
passato, ma il fenomeno non va sottovalutato. Mi sembra
che sia calata l'attenzione e il sostegno alle associazioni che
operano nella prevenzione e nell'aiuto di donne che hanno
subito violenze.
La follia non può essere l'unica giustificazione, sarebbe
troppo semplice. E' sintomo di difficoltà, di mancanza di rife-
rimenti per l'aiuto. Mi irrita leggere del silenzio di chi non è
intervenuto prima, mi colpisce la semplicità con cui si sce-
glie "il colpo di spugna". Vorrei che gli aspetti di cronaca fos-
sero completati da informazioni operative e dalla valorizza-
zione di associazioni di donne che si impegnano su questo
fronte
Non sempre sicura, specie se fuori quartiere o in tarda
serata. E' una strana sensazione, per anni ho pensato di vive-
re in una città accogliente e disponibile, che rispetta la liber-
tà di donne e uomini. Mi capita di assistere all'uso violento
delle parole contro le donne, alla percezione del cambia-
mento del singolo nel gruppo. Talvolta ho paura, per me o
per le altre.
Dovrebbero dimostrare una maggiore solidarietà verso le
donne. Ma anche nelle professioni talvolta non tengono pre-
sente come certe scelte possano creare situazioni di scarsa
sicurezza: ad esempio, il cambiamento di una linea di bus o
scelte urbanistiche possono contribuire a rendere meno sicu-
re le città. Dimostrare attenzione può, nel lungo periodo,
incidere anche sulla cultura di un territorio.
Debbano intervenire maggiormente nelle decisioni che
governano la cultura, la viabilità, l'urbanistica, la promo-
zione delle pari opportunità. Devono porre e imporre nell'a-
genda politica del governo locale l'attenzione ai temi che
riguardano la violenza per far crescere una cultura della
convivenza e della composizione del conflitto.
Molestie verbali, linguaggio violento. In treno mi ha colpi-
to il discorso di un vicino, che al telefono con un amico gli
diceva: "Ma non, non la puoi menare. Con la stazza che hai
la puoi ammazzare!".
Reti territoriali, formazione (anche nelle scuole), informa-
zione, sostegno alle Case delle Donne per non subire violenza
Ogni volta che leggo o ascolto queste notizie penso che …
In città mi sento...
Penso che gli uomini...
Penso che le donne...
Si potrebbe fare...
Oltre ai casi di violenza di cui si legge, mi è capitato di assistere anche
a piccoli segnali che manifestano comportamenti preoccupanti...
Violenza, violenza e ancora violenza contro le donne...
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
Ho la percezione che...
noidonne giugno 2006 21