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Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
PAGINA 32

Testi pagina 32

giugno 2006 noidonne32
Echi lo dice che nelle metropoli non cisi guarda più negli occhi e a malape-
na ci si saluta? Non è nemmeno vero
che le strutture sanitarie siano esempi di
disservizio dove si incontra solo perso-
nale distaccato e sbrigativo. Non sem-
pre.
Esistono isole felici dove operatori
qualificati riescono con dedizione e pas-
sione a creare una rete di sostegno e di
aiuto sul territorio. È una rete autentica,
che migliora la vita e che continua an-
che al di fuori del consultorio, quella
tessuta in Via dei Lincei 93 a Roma, Di-
stretto Sanitario XI della ASL RMC nel
Municipio XI.
Una rete, soprattutto di donne ma
anche di coppie, di giovani, di uomini,
che dagli ambienti resi accoglienti e co-
lorati da dieci donne instancabili si sno-
da fino nelle case, nelle famiglie. E pro-
prio in questa atmosfera ospitale, ab-
bellita con piantine, tessuti etnici alle
pareti e comode poltrone destinate, tra
l'altro, alle future mamme che frequen-
tano il corso di preparazione alla nasci-
ta, incontriamo Loretana Angelici, Re-
sponsabile del Servizio e presidente del-
la Consulta cittadina permanente dei
Consultori familiari del Comune di Ro-
ma. Loretana ci offre una tisana e ci ri-
lascia un'intervista.
Prima di tutto, quali sono i motivi di
tanta dedizione?
Mi è difficile rispondere a questa do-
manda senza correre il rischio di essere
retorica. Senza pensarci risponderei
semplicemente che il motivo è la "pas-
sione" e "l'allegria di e nel fare". È per me
molto bello quando le persone che ven-
gono da noi riconoscono la nostra "pas-
sione e la nostra allegria" e ce lo sottoli-
neano sorpresi di trovarla in un servizio
pubblico.
La cura di elementi apparentemente
marginali, "estetici" (le piante, le fodere
colorate alle poltrone, il decoro delle
pareti) ci sembra particolarmente neces-
saria per il tipo di lavoro che svolgia-
mo: pensiamo sia importante che le per-
sone entrando si sentano a proprio agio,
accolte in un ambiente dignitoso. E que-
sto vale anche per noi operatori, che vi
trascorriamo per lo meno metà della no-
stra giornata e talvolta anche di più.
Spesso sono le stesse donne, i genitori
che frequentano il servizio che si sento-
no coinvolti in prima persona, che vivo-
no un senso di appartenenza tanto da
preoccuparsi delle esigenze operative
del consultorio, mettendo a disposizio-
ne quanto possono per migliorarne stru-
menti e condizioni ambientali.
Quando è nato il consultorio?
Il CF di Via dei Lincei, come molti
CCFF Italiani è nato dalla trasformazio-
ne in Consultorio Familiare di un Con-
sultorio della Opera Nazionale Materni-
tà e Infanzia. Ciò è avvenuto nel mag-
gio 1981. Il servizio precedente svolge-
va una importantissima attività per le
donne e le famiglie del quartiere. In
qualche modo questo è continuato, an-
che se la cosa più difficile è stata far
comprendere la necessità di superare gli
interventi meramente "assistenziali", co-
me ad esempio l'erogazione di latte arti-
ficiale o altro bene, alle persone biso-
gnose, e di restituire alle donne, alle
coppie, alle persone la responsabilità
della propria salute, la consapevolezza
dei propri diritti, l'autonomia nella ri-
cerca delle soluzioni ai problemi che ci
vengono posti.
Ci sono state tappe significative?
Io credo che proprio il superamento
della logica assistenziale sia stata l'ele-
mento di maggiore significato: il CF de-
ve essere un servizio gratuito e aperto a
tutti, non destinato solo a categorie eti-
chettabili come più svantaggiate. Peral-
tro, in uno specifico lavoro di ricerca, ef-
fettuato alcuni anni fa dalla Consulta
cittadina dei Consultori Familiari del
Comune di Roma, abbiamo potuto ri-
scontrare che le donne che a noi si ri-
volgono di fatto sono quelle a scolarità
e professionalità più elevata. Oggi, dun-
que, la sfida è proprio quella di rag-
giungere con i nostri servizi di preven-
zione le donne di ceto sociale e cultura-
le più basso che meno utilizzano i servi-
zi socio-sanitari e meno vedono tutelata
la propria salute. Probabilmente è ne-
cessaria una campagna informativa sui
consultori, non connotata da questioni
ideologiche, come è accaduto recente-
mente, quando si è voluto centrare l'at-
tenzione sul problema dell'aborto, ta-
cendo che di fatto solo una bassa per-
centuale di donne che si trovano di fron-
te a questa scelta si rivolge ad un con-
sultorio, perché purtroppo non sa della
sua esistenza o più spesso perché non c'è
nella sua zona! Tutte le ricerche dimo-
strano che dove c'è una rete di consulto-
ri efficienti il numero degli aborti dimi-
nuisce: non è un caso che sia in aumen-
to il ricorso all'interruzione volontaria
della gravidanza delle donne straniere e
delle giovani minorenni, che hanno me-
no strumenti per conoscere e raggiunge-
Isole felici in città
Intervista a Loredana Angelici
Elena Ribet


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