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Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
PAGINA 16

Testi pagina 16

giugno 2006 noidonne16
Una volta le donne non potevanomettere piede in un tribunale se non
per essere giudicate. E sapete perché?
Perché si riteneva che fossero troppo
emotive per emettere un giudizio sereno.
E se è per questo non potevano nemme-
no testimoniare né prestare giuramento
perché si pensava che fossero incapaci
di dire la verità e incapaci di tener fede
ad una parola data.
Oggi le donne si stanno prendendo
una grossa rivincita: sono sempre più
numerose infatti quelle che scelgono la
carriera di avvocate e di magistrate.
Peccato che devono sempre dimostrare
che non sono da meno dei colleghi
uomini.
E quel che è peggio, spesso, ahimé, lo
fanno nella maniera più sbagliata, cioè
facendosi chiamare 'avvocati' con la i e
assumendo, a volte, atteggiamenti fisici
e mentali tipicamente maschili: la sup-
ponenza, il paternalismo, il linguaggio
strettamente specialistico e desemplifi-
cato.
Gli uomini infatti, non hanno alcun
rispetto per chi non è avvezzo alla ter-
minologia professionale, al contrario,
provano un piacere perverso nel mettere
in difficoltà i profani usando un gergo
ostico e oscuro proprio per prendere le
distanze e parlare al 'volgo' dall'alto
della loro scienza, suscitando impressio-
ne e soggezione.
E' triste constatare come alcune
donne hanno così gravi e irrisolti pro-
blemi con la parte femminile di se stes-
se. Ogni donna infatti dovrebbe portare
il femminile in ogni e qualsiasi profes-
sione per affermare la propria differenza
di genere.
Pensare che chiamarsi 'avvocato' sia
più elegante, come qualcuna sostiene,
significa gratificare ancora una volta il
genere maschile infliggendo una sottile
violenza al proprio/nostro genere giac-
ché equivale a sostenere implicitamente
che tutto ciò che fa una donna acquisi-
sce credibilità, forza e autorevolezza
solo se si nega come donna e finge con
se stessa e con gli altri di essere un
uomo.
Sicuramente qualcuno ci dirà che
questo è femminismo retrò. Possiamo
assicurarvi invece che questo è vecchio,
insuperato e intramontabile orgoglio
femminile. E anche se apprezziamo mol-
tissimo tanti avvocati uomini, tuttavia
ad una donna non dovrebbe mai venire
in mente di farsi chiamare al maschile,
non foss'altro perché è contro natura.
La lingua pronuncia la cultura, per
cui quando vogliamo che una parola
introduca un cambiamento culturale,
non dobbiamo fare altro che pronun-
ciarla con convinzione e ripeterla con
decisione.
Un bell'esempio ce lo dà Tiziana
Bartolini, responsabile di questo perio-
dico, che si firma 'direttora'.
E un altro ce lo dà Corrado Augias
che la Moratti e la Prestigiacomo le
chiama ministre. Qualcuno storcerà il
naso ma, scusate, non è a dir poco grot-
tesco dire che il ministro Prestigiacomo
era incinto e poi ha partorito ed è diven-
tato mamma?
(*) Presidente del Centro
antiviolenza Le Nereidi, Siracusa
(tel 0931 492752)
Femminismo? No orgoglio femminile
Decliniamoci
* Raffaella Mauceri
Noi consumatori siamo bersaglio di truffe e raggiri di ogni tipo con sistemi sempre
più raffinati e tecnologicamente avanzati. Un esempio, il cosiddetto "phishing", ter-
mine inglese che significa "pescare" e che, declinato al negativo, sta a significare
'pescare e far abboccare' poveri malcapitati, soprattutto donne, anziani e giova-
nissimi, per farli cadere in reti illegali costruite ad arte da gruppi della malavita
organizzati. La rete, quindi, è lo strumento per eccellenza impiegato per questo
genere di truffe che si avvalgono di un semplice éscamotage, costituito da una mail
nella quale si richiedono dei dati personali per accedere a determinati servizi on
line ad un ignaro utente. Il mittente è conosciuto e apparentemente affidabile, per-
ché generalmente è rappresentato da società che un tempo erano amministrazioni
pubbliche (ACI, RAI, le ex ENEL, Italgas, Telecom, Poste Italiane). La truffa funzio-
na nel momento in cui il destinatario della mail inserisce i propri dati di accesso,
che vengono "pescati" da queste organizzazioni illegali che li utilizzano per pro-
sciugare conti correnti o carpire dati sensibili utilizzati o per altro genere di illeci-
ti. Questo avviene poiché queste bande organizzate sanno bene utilizzare internet
e sanno bene copiare, nel modo più verosimile, le pagine principali, le cosiddette
home page, dei siti più importanti di banche, società di servizi, che danno la pos-
sibilità agli utenti di pagare o acquistare particolari prodotti on line. Pagare on line
risulta, quindi, molto pericoloso se non si hanno le dovute accortezze. Per questo motivo, cari consumatori e utenti è
sempre bene controllare la provenienza della nostra posta on line. Un destinatario conosciuto ed affidabile non utilizza
mai la rete per esigere pagamenti o chiavi di accesso dei clienti, ma si avvale di altri strumenti quali la posta racco-
mandata o la telefonata al cliente per richiedergli di recarsi personalmente presso l'istituto erogatore di quel determina-
to servizio (come ad esempio fanno le banche). Inoltre ogni sito ufficiale impiega un sistema di protezione dei dati rap-
presentato con l'icona di un lucchetto. Oggi come oggi bisogna essere accorti ed informati perché le truffe navigano anche
nella rete telematica.
Viola Conti, Federconsumatori
Le truffe, oggi,
navigano in rete
una riflessione sui modi di dire
e sul fatto che la lingua
“pronuncia la cultura”
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