Numero 1 del 2014
DemoBoom, vivere un pianeta affollato
Testi pagina 12
10 Gennaio 2014
“Ci sono messaggi, come i lampi nello sguar-
do, che non si possono lasciare perdere. Gli
occhi parlano”. Con questa certezza, Cecilia Zannoni,
60 anni, ha fondato nel 2002, a Thiene (Vicenza), il Gril-
lo Pensante, centro privato riabilitativo educativo per
bambini, ragazzi e adulti con disabilità della comunica-
zione, della relazione e disturbi dell’apprendimento. Il
primo centro in Italia ad utilizzare la comunicazione fa-
cilitata per interagire con l’esterno. Lei, educatore pro-
fessionale all’Usl, con svariati percorsi di specializza-
zione e una carriera stabile, a 49 anni si è licenziata per
inseguire la luce - leggi potenzialità - che vedeva nei
‘suoi’ ragazzi. Ha fatto un salto nel
buio, nel vuoto, ma ce l’ha fatta. Oggi,
a livello nazionale, esiste un’associa-
zione che raccoglie tutte le - poche -
realtà che tra Veneto, Toscana, Emilia
Romagna e Friuli si avvalgono di que-
sto sistema. Il nome è emblematico, Vi
comunico che penso, ad indicare la
necessità di infrangere la costante
sottovalutazione delle prerogative di
chi ha disabilità. Ma a crederci per prima, snobbando
le derisioni e le ingiurie che inizialmente le sono state
inoltrate con ‘generosità’, è stata lei. ‘NOIDONNE’ ha
deciso di visitare il centro, di vedere dove e come si
svolge questa attività. Gli ambienti sono sobri, luminosi,
accoglienti. Cecilia sfata il primo dei luoghi comuni che
permeano questo mondo. “A detta di molti, chi non par-
la non ha niente da dire, non ha capacità intellettiva, è
deficitario. Ma non è così. Questo avviene perché i test
cognitivi sono tarati sulla ‘normalità’”. Cecilia taglia cor-
to dicendo che pensarla così fa comodo a tanti. A lei
però comodo non ha fatto. “Per me lo sguardo diceva
di più”. Lei lo ha ‘ascoltato’. E così ha cercato strumen-
ti di cui dotarsi. Va detto in-
fatti che non è stata la comu-
nicazione facilitata a rag-
giungere Cecilia, ma il con-
trario. Ad inizio 2000 in Italia
era pressoché sconosciuta,
c’erano casi isolati, non vi
era alcuna rete. Lei ha co-
minciato a ‘studiare’, a ‘inda-
gare’, finché si è imbattuta nel metodo che più rispec-
chiava le sue convinzioni, non voleva un metodo cui
adeguarle. Così è nato il Grillo Pensante, forte oggi di
uno staff di 8 professionisti tra psicologi, educatori e
operatori, cui vanno aggiunti consulenti esterni, tra cui
il neuropsichiatra e lo psicoterapeuta. Gli utenti in cari-
co sono una cinquantina. Si va da bimbi di 3 anni fino
ad over 40. Sostegno viene dato anche ai famigliari, ai
genitori, che all’improvviso scoprono di poter comuni-
care coi figli. E scoprono, soprattutto, che hanno un’in-
telligenza da sfruttare anche didatticamente, emozioni
e desideri troppo spesso rimasti imbrigliati, inespressi,
sconosciuti. E allora avanzano sensi di colpa, per non
aver capito tutto, per non aver capito prima. Ma Cecilia
e la sua squadra spiegano che no, va bene così, va
bene anche così, va bene da questo momento in poi.
“Per le madri e i padri, vedere i progressi dei figli è de-
stabilizzante. Accanto alla gioia affiora l’amarezza per
avere creduto che non li sentissero, che non li perce-
pissero. È un percorso doloroso, che li porta a diventa-
re nuovamente genitori”. Cecilia racconta che questi
ragazzi a un certo punto riescono a fare richieste nor-
mali: indicare che pizza vogliono mangiare, spiegare
che vorrebbero indossare pantaloni e scarpe diverse.
“Dobbiamo ricordarci che hanno i sentimenti e desideri
dei coetanei. Che sono consapevoli, lucidi, attenti, pre-
TanTe le vie
del comunicare
Il Grillo Pensante è un centro riabilitativo per persone con disabilità
della comunicazione, della relazione e disturbi dell’apprendimento
di Camilla Ghedini