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Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
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Testi pagina 10

giugno 2006 noidonne10
Dopo 10 anni dal primo monitorag-gio del GMMP i risultati del 2005 -
illustrati dall'Università di Padova e
Torino, Ancorpari, Osservatorio di
Pavia e COSPE dai partecipanti italiani
all'edizione del GMMP 2005 nello scor-
so mese di marzo - hanno mostrato, a
livello nazionale e internazionale, il
permanere di ampi spazi di discrimina-
zione delle donne nell'ambito dell'infor-
mazione di stampa, radio e televisione.
Se molte sono le donne giornaliste che
hanno accesso alla conduzione dei tele-
giornali (53% donne vs 47% di uomini,
a livello internazionale; 59% donne vs
41% di uomini, a livello nazionale),
ancora poche sono le reporter (37%
donne vs 63% di uomini a livello inter-
nazionale; 41% donne vs 59% di uomi-
ni, a livello nazionale). Ecco l’appello:
1. promuovere il mainstreaming di
genere nei mass media e nelle attivi-
tà di comunicazione, anche mediante
l'istituzione di apposite strutture in seno
agli organismi decisionali del sistema
politico e alle reti televisive e degli altri
media;
2. stimolare il dibattito tra profes-
sioniste e professionisti dotati delle
competenze necessarie a costruire
immagini più bilanciate dei due generi,
con la partecipazione delle forze attive
della società italiana impegnate su que-
sti temi;
Alle Istituzioni e agli Operatori
dei media
3. valorizzare il punto di vista
femminile come prospettiva da cui leg-
gere la realtà e interagire con essa
4. proporre modelli femminili posi-
tivi e variegati con cui confrontarsi, in
grado di rappresentare autorevolezza,
autonomia e capacità decisionale delle
donne in ambito sia lavorativo che pri-
vato e la differenziazione di atteggia-
menti di cui esse sono portatrici nel con-
nubio tra competenze emozionali e pro-
fessionali;
5. favorire la sperimentazione di
modalità di comunicazione attente al
genere attraverso la produzione di fil-
mati, trasmissioni e quant'altro venga
ritenuto utile per la diffusione della cul-
tura delle differenze di genere;
Alle Università, alle Scuole e agli
Enti di Formazione
6. formare i giovani e le giovani uti-
lizzando percorsi innovativi orientati
alla cultura del rispetto delle diffe-
renze di genere, con particolare riferi-
mento ai curricula delle/dei future/i pro-
fessioniste/i della comunicazione;
7. inserire nei percorsi scolastici l'e-
ducazione ai media, anche con un'at-
tenzione specifica alla dimensione di
genere;
Alle Forze Sociali e alle
Organizzazioni Sindacali
8. sostenere e promuovere la colla-
borazione tra gli enti promotori del-
l'appello e tutti i soggetti attivi nel set-
tore dei media, della comunicazione e
delle tematiche di genere in vista anche
di una campagna di informazione e
sensibilizzazione per un orientamento
culturale pienamente consapevole e
rispettoso della dimensione di genere.
Primo passo di questa campagna sarà
l'ideazione di un "bollino di qualità", un
meccanismo di riconoscimento di quali-
tà e promozione dei programmi e delle
realtà di informazione che si impegne-
ranno per inserire l'attenzione alla
dimensione di genere e la rappresenta-
zione corretta di donne e uomini.
Segregazione mediatica
Europa e comunicazione
i risultati del Global Media
Monitoring Project 2005
Mediterraneo,
un mare di comunicazione
E' stato promosso da ANSAmed e da
AIWA (Arab Italian Women Association)
il secondo convegno "Media, Women and
the Mediterranean", che si è svolto a
Beirut il 22 e 23 maggio scorso.
Realizzato con la collaborazione
dell'Istituto Italiano di Cultura in Libano,
l'iniziativa si propone di approfondire il
confronto e lo scambio di esperienze tra
giornaliste della carta stampata e della
radio e televisione di numerosi Paesi del
Mediterraneo, di condividere le esperien-
ze e costruire una visione comune sul
ruolo e il futuro delle donne nel mondo
dei media, delle istituzioni e del mondo
del lavoro in generale, in una Regione
caratterizzata da storiche e profonde
diversità. Anche questa edizione - la
prima si tenne a Roma nel 2004 - ha regi-
strato una folta partecipazione di illustri
esponenti del giornalismo e la scelta di
Beirut - una capitale Mediterranea dove si
conta la presenza di importanti aziende
ed istituzioni italiane - testimonia la
volontà di ANSA e AIWA di portare diret-
tamente nella più importante capitale edi-
toriale della regione una tematica che si è
affacciata di recente anche fuori
dell'Occidente e, in particolare, nel
mondo arabo.
Donne e Media: "ancelle" o signore
della comunicazione?
L'immagine e la presenza delle donne nei media segnata da
stereotipi, la disparità della loro posizione nelle strutture pro-
duttive, la qualità dei della comunicazione, l'organizzazione
del lavoro e le strategie editoriali. Questi i temi al centro della
giornata di analisi che si è svolta a Roma, presso la Casa
Internazionale delle Donne lo scorso 13 maggio. L'iniziativa,
promossa da Agenzia di stampa Delt@, Centro di documen-
tazione internazionale Alma Sabatini, Controparola,
Cooperativa l'Altravista, Il paese delle donne, Leggendaria, noidonne, Wacc - Global Media
Monitoring Project - Italia con la collaborazione della Federazione nazionale della stampa
italiana - Commissione Pari Opportunità, si è rivolta alle donne che lavorano nei vari ambi-
ti della comunicazione, a quelle che fanno ricerca e insegnano o studiano comunicazione.
Tra gli intenti anche quello di aprire un dialogo sia con le friuitrici dell'informazione che con
le donne "di scienza", impegnate nelle varie professioni con una visione di genere, affinché
l'informazione venga arricchita dalla loro competenza. "Nella convinzione che ci si può più
fermare all'osservazione della foto negativa dell'immagine della donna che i media offrono o
lamentarsi per un'organizzazione del lavoro insoddisfacente e che vede assenti le donne nei
luoghi decisionali - hanno osservato le promotrici - occorre pensare strategie e sinergie pos-
sibili, azioni concrete, iniziative comuni a partire dalla constatazione che le donne nei
media sono tante e possono contare di più". Il seminario ha preso il via in particolare da una
ricerca mondiale sulle donne nei media organizzata dalla Wacc (World Association for
Christian Communication) ed effettuata anche in Italia dall'Osservatorio di Pavia e da pro-
fessori e studenti di varie università italiane.
Nadia Angelucci
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