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Numero 3 del 1947

Contrasto tra legge e realtà


Foto: Contrasto tra legge e realtà
PAGINA 3
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Testi pagina 3

“ASSUMO DEllE PINI"! PRECIMMI

Una ragazza dovendo recarsi al
suo villaggio e non trovando mezzi
di comunicazione chiede ad un gio-
vane uomo di accompagnarlo ?no
a Romanovo. Dapprima questo si
ri?uta, poi, preso dalle grazie della
ragazza, decide di concederle il pas-
saggio. Da un dialogo serrato nasce
fra i due giovani una simpatia re-
ciproca. Gurian capisce di aver a
che fare con una ragazza intelli-
gente ed emncr‘pata. Infatti a casa
di Tonia egli sente sempre di più
uno strano sentimento che lo lega,
alla mgozso.











Eppure mai sa l'uomo cosa può
fare con lui una donna. Neppure
Gurian lo sapeva. Lo prese Tonia
per mano, lo portò nel fienile. Nel
?enile Gurian l’abbraccio. le in vi-
cino col viso bruciato d'o?esa, dis.
se: .
— Ah, mi tormenti bene tu! In
nessun modo posso più restare...

Ed essa lo portò nel pollaio. si
mise colla schiena contro la siepe.

Se una donne si appoggia alla
siepe, anche l'uomo deve fare lo
stesso. Gurìan si appoggio a ?anco
di Tonia e le disse:

— Non c’è posto per parlare da
soli...

— Devo andare!

Ed essa davanti a lui cosi piccola,
come un uccellino.

— Verrai ancora?

Gurian si senti infelice. Sospiro
con tutto il petto, toccò i riccioli
dl Tonia sulla. fronte.

—— Certamente verrò.

—— Perché sei cosi triste?

Gurian rise amaramente.

Dl nuovo si insinuò Tonia sln
dentro all'anima. Di nuovo Gurlan
dimenticò il cavallo all’amato. Rin.
giovani con gli occhi scintillanti,
prese in mano il suo amore e lo
tenne come una. pagliuzza d’oro,
pettînò'x riccioli sulla fronte con
dita tremanti. Volle ancora acca-
rezzarla, rimessa non permise.

—— Vieni fra tre giorni, allora il
discorso sarà diverso.

Gurìan guardò con affamati oc.
chi scintillanti, sputò nelle due ma.
ni, strinse Tonia nelle braccia, la
sollevò e cominciò a portarla per
il locale.

—— Ecco lo cosa vogliol...
gllo so?ocarti!

— Basta, basta, non si puoi...

E di nuovo' cadde l'amore di Gu—
rìan sino in fondo. Arde negli oc.
chi, dalle narici esce come spirito
ardente, trema nelle gambe, inquie.
to amore. Si stringono le mani for.
ti, oscilla il corpo di Gurlan, come
ubriaco. E Tonia mormora in un
orecchio:

——— Vieni!.., Fra tre giorni...

Gurian non si accorse come ven.
ne la sera, Chiacchierò con la ma-
dre di Tonia a proposito delle tac.
cende ed improvvisamente si ar—
robbie. In fretta mise il cavallo tra
le stanghe, guardò la luna che usci-
va sopra Il villaggio, imprecò con.
tro Tonia, la. madre di Tonia e
qualsiasi amore che esista, Mise a
posto la corteggia sulla coda del
cavallo, tetramente disse:

—— Su, a casa! ..

Uscì Tonia. ad accompagnarlo.
Sulle sue spalle un fazzoletto mor-
bido, sotto la luna splende nel ca-
pelli il pettine d'omo con due pie-
trlne colorate. Gurian vide le due
pietrine, volle stringere Tonia vi.

Io vo-






‘avresti aperto gli occhi.

.e i calzoni neri,
vprima, Mangio tacendo e pensan.



go armeggîando col calesse, tergen—
do il ventre sudato del cavallo,
pensò:

«Devo entrare nell’isbà r.

E tuttavia lndugîava.

Uscì la madre vecchia, come
sempre col fazzoletto nero, secca-
mente disse:

—— Come mai sei tornato presto,
?glio?

Gurian tacque.

— Fossi restato la tre giorni.
Ah, tu,
testa irragionevole! Che lo la la.
sci entrare in casa? Che le dia in
mano l'amministrazione? Che le
faccia da mangiare, svergognata!
E si è fatta i riccioli sulla fronte,
habisognodiunospecchnedi
tendine! Uh, febbre forza impu.
ra. ho peccato lo, peccatrìce! Me.

glio che non la porti, ma se la

porti, appendlla
noiosa.
Gurian non si giusti?cava. S'era
sballato, lo capiva ora lui stesso.
Scossa la testa, gettando il sonno
pesante, si tolse la camicia rosea
si rivestl come

al muro quella

do che oggi sarebbe andato a van-

gare una desistina lontana, come“

poi sarebbe ritornato a casa, avreb—
be tutto dimenticato, tutto sarebbe
tornato al suo posto, ed in wguito
egli pure avrebbe riso del suo amo.
re, Ma dal piattino verso di lui
(avviene ad ogni uomo), dal piat.
tino verso di lui guardò la fronte
riccîuta di Tonia, sotto il razzo.
letto bianco, il pettine di Tonia
con le due pietrìne colorate e gli
occhi provocanti, Gurìan depose il
cucchiaio sul tavolo, si mise a pen.
sare. La vecchia madre chiese:

POLKA- FI'IAZURKA

m aé'cw‘ mm '

cina al calesse perché si ricordasse
di lui, ma Tonia disse:

— Non.si.può!

Allora Gurlan si accigllò.

— Addio!

— Ti sei arrabbiato?

—— Qui non c’è da arrabbiarsl, ma
da partire...

—— Io ti aspetto.

La madre dl Tonia portò due uo.
va in uno stracclo e le diede a Gu-
rian.

-—— Ecco qua, carorun regalino
per i tuoi bambini, Quando per
caso passerai di qua, facci visita.

Tonia s} mise a ridere torte. Gu.
rìan neppure si voltò verso di lei,
e il cavallo dalla gioia. partì al
trotto.

Ed adesso, raccogliendo le idee,

uscito nella steppa, Gurìan pensòz‘

« Bene, ci sono proprio cascato in
questa storia!»

Gli venne in mente Tonia. nel
pollaio. Giuro due volte a se stes.
so che sarebbe andato da lei fra
tre giorni e avrebbe portato un po'
di farina. e avrebbe aggiustato il
tetto dell’isbà.

Il cavallo improvvisamente si
fermò. Gurian guardò la campagna
lontana, che affondava. nella bian.
ca oscurità della notte, picchio con
la frusta lungo la stanze.

-— Su, Malysca, non Iermartll'

Tassi, impreco Gurian, ma il ca.
vallo non s1 muoveva, A spingerlo
di forza, ancora peggio.

—— Puah, diavolo!

Sul calesse stava la coperta col
tendone, In un avvallamento vi.
cîrno cresceva l’erba. Adesso era la
mezzanotte. Meglio dormire sino al
mattino, al mattino all’alba si po—
teva, prmguire.

—- Ebbene, cervello da bestia!

Gurlan trascinò il cavallo nel-
l'avvallamento, lo staccò, gli attac-
cò una briglia al collo e l’altra ci.
ma ad una ruota.rIl cavallo si but.
tao sull’erba dalla rame, e Gurîan.
avvolgendosi nella coperta, si co.
ricò sotto il calesse, Lo assali un
sonno da isbù. gli tagliò le gambe
come rom sulla stufa, gli confuse
e ralîreddò l pensieri ardenti, Egli
non fu più arrabbiato, non lmpre'.
cò, non raschìò la gola, ma bene.
volment‘e rise di sé nel sonno leg.
gerp che lo cullava:

«Bene. l'avventura è interessan-
te! Andate alla stazione per in.
carico sociale. ml trovo ln mezzo
ai campi a quindici verste dal vil-
laggio. Dorme come uno scemo e
della casa me ne in?schio! Puah.
donne maledette! Bene, cosa farai
con una testa simile? Non c’era
niente di meglio nel tuo villaggio,
bisognava mettere gli occhi su una
straniera, Sì. prendere Maria op.
pure Praskovja Mokèjeva, quelle so.
no vere donne. Invece questa pîc.
colino, come fosse niente. La strin-
gi nel pugno e non resta più nul.
la, Da ridere! Prima l’avevo scon—
trota per caso col gomito ‘e lei:
”Oh, babbinol”, Ed era solo per
scherzare, ma se la stringo sul se.
rio? r

Gurlan rise addormentato sen.
tendoai un uomo aitante, Sollevò
la testa, senti che il cavallo ma.
stlcava l’erba. dl nuovo comincio
a sonnecchiare. Prima venne a lui

' Maria Lìzarova, vedova da. due su;

ni: prosperosa di seni, forte di
corpo, con le guance rosse di san. .
gue. Sì sedette come una gatta e
si mise a. scherzare.

-— Chi prendi in moglie? Una
cittadina?

— Macchè. scherzi! -—- disse Gu.
rî an.

Poi l‘u Praskovja. Mokèjeva a ve.
nî re strinse il collo di Gurian con
forti mani da uomo e pure si diede
a scherzare.

-—— Chi prendi in moglie? Una
cittadina?
—— Macchè, faccio apposta con

lei! È max possibile fare sul serio?
È tutto un gioco per la nostra stu—
pldìtà...

Gurian del tutto rinnegò Tonia,
tutto l’amore spari come sabbia:
un divertimento! Me. Tonia (avvie—
ne questo ad ogni uomo) dopo le
altre volò nella testa di Gurian co.
me un minuscolo uccellino: ma.
grolina, con la gonna stretta.

#Q‘

Entrando nel cortile attraverso
la porta dl dietro, egli restò a lun—

di ALESSANDRO NIEVEROV

— Vuoi che ne versi ancora?

Gurlan si accìgllò. terse la tem—
pie. sinistra con una mano che
bruciava. volle rammentare qual-
cosa. Calvo il lapot ad un piede.
tolse l‘ascia di sotto" il letto, e ad
un tratto ebbe voglia di bere.>Gli
venne paura. Si verso dell'acqua
dal secchio, e nel bscchiere navigo
una mosca.

—— Sudîciume del diavolo! — im—
precò Gurian e gettò l'acqua sul
pavimento.

La vecchia madre lmprecò a sua
volta dal ripostiglio.

—— Perché la getti? 0 cosa ti
prende? Non era mica un topo.
Non hai mai bevuto quest’scqua,
torrente?

Gurian osservò l'isbà concetti.
vi occhi inquieti. Sl, egli aveva be.

vuto molta di quell'acqua e adesso .

non ne voleva più. Anche .l’isbà
non gli piaceva. Perché doveva es.
sere: tanta sporcizia? Nemmenoun
quadro alle pareti! E u diavolo sa.
peva che con sembrava quel let—

MlTÙllID CAIÎWAW’V

Alla metà del secolo XVIII la
frivolezza molle del Racocò ave—
va estenuato gli spiriti; si ebbe
così una reazione che, partita
'da 1m rigido razionalismo, fu
estremamente aspra. Si valle
risuscltare ancora una volta il
mondo classica e non solo nelle
forme, ma anche nelle regole
della perfetta proporzione,

Il neoclassicismo -— così' si

chiama —- il movimento, affer-
mache la bellezza ideale è nel-
la più bella natura e che la pia
bella natura consta nelle parti .
più belle dei singoli individui.

Prendere le parti più belle, cioè,
dei singoli, unirle e venire così
alla bellezza ideale.

La scultura di questo periodo
si impernia sul nome di Antonio
Canova. Noi conosciamo un Car-
nova innamorato e studioso dei
marmi antichi che esegue sepol—
cri per i Papi in Roma, lo ve—
diamo scolpire gruppi eroici giu-
sta la moda del tempo, lo am-
miriamo eelebmtore sobrio del—
‘la gloria napoleonica.

E anche nella contemplazio—
ne della bellezza muliebre la sua
educazione classica e il neoclas—
sico lo solleveranno in una sfe—
ra di serenità, nella sfera del

bello assoluto dove non giunge
brivido di passione o di sensua—
lita“.

Cosi idealizzata, cosi lontano
da ogni umana caducità, bella
di eterna bellezza, giovine di
eterna glovlnexza, l’arte cano-
vîima ci dona l'immagine’della
‘mondanissima sorella dell’impe—
ratore. Paolina Borghese.

Nulla è sensuale o casuale

Q“ . .. e 7:



to, buono soltanto per dormire: i _

cavalli e le mucche...

Gurîan rammento la moglie de-
tunta, e subito al-?anco di lel ap-
parve Tonia con la stretta gonna.
con le pietrine colorate nei capel—
li. Passo a, lato di Gurìan e iu ron.
dine che volava per aria; fece gi-
rare la stretta gonne e m rondine
con la lunga coda, e quando scin-
tillò con i biondi riccioli sulla
fronte dl colpo si cancello la mo.
glie defunta, con cui egli aveva
vissuto dieci anni. Ma Tonia va,
si muove nel ?ammeggîante mi.
raggio della steppa, getta nella
ubriachezss, brucia senza fuoco il
cuore di Gurian. Gurìan siede sul
calesse, guarda con sonnolentî oc
chi vaganti.

Se avesse tatto entrare Tonia
nella vecchia isbà paterna, niente
sarebbe rimasto della vecchia isbà
paterna, Sl sarebbe dovuto appen—
dere le tendine alle ?nestre e cam.
bìare i cuscini sul letto. Dove si
sarebbe andati a ?nire, se egli le
avesse lasciato libertà. di fare? Ieri
essa aveva voluto lavarlo e farlo

vestire con la camicia della festa,.

e lui l’aveva fatto Schemndo,ep.
Dure s’era lasciato dominare. E si
sarebbe ancora lasciato cento voi-
te dominare, perché sentiva un
certo amore per lei...

Gurisn è pensieroso Passa da.
vanti a lui la vecchia vita vissuta
ed in questa vita sta come una
pietra miliare la piccola strana'l‘o-
nia, arrivata dalla città. Gurian vor-
rebbe iniziare con lei una nuova:
a?asclnsnte strada. E dl corpo es.
sa non era come tutte le altre, e
le sue parole non erano tali, quali
avevano tutte le altre. Gurîan
teminenta come essa aveva parla.
to ieri: dl viso lui le piace e di
carattere. ma come vive e come la
vora non le piace, La, sua isbà è
sudlcîa, lui stesso è sudîcio e non
ha interesse per i libri.

Il miraggio della steppa si fon!

de. il piccolo sole morde, starmi.
sce il venticello Come se si fosse
impossessato di Gurian un forte
buon sonno, ed egli vede nel sonno
la piccola Tonia col naso af?lato.
a nessun costo vuole separarsi da
lei, lni’ranga pure essa tutta la sua
vita, litlghl essa pure con sua ma.
dre, lnstauri un nuovo sistema
nella vecchia. paterna isbù...

Il sabato Gurian si lavo nel ha.
gno degli Ermolajev, gretto accu.
ratamente il collo, le orecchie. la.
vo la testa con l'acqua bollente,

si scottò, ma fu molto contento e ‘

tranquillo nell’anima. Dopo il ba.
gno bevette del tè da solo, mangzò
due uova, asciugo la testa, si recò
da Jascka Voronjenyj a farsi met-
tera un poco a posto x capelli. Ja.
scka era un maestro; in dieci mi.
nuti egli passò Gurian al rasoio,
come una recluta arrivata. per 11
servizio militare. Gli guardò i?
mento tolto di peli, cominciò a
s?lare il rasoio.

Gurian non sì oppose. Passo una
mano sulla nuca nuda: bene! E
quando Jascka. gli ebbe rasato an—
che il. mento, anche di faccia di.
venne più giovane.

— Cosa c'è, Gurîa?,
sarti? ;— domandò la donna di Ja-

“In“ Alessandro Nieverov

(continua nel prossimo numero)

nella nudità della donna che è
rappresentata come Venere Vin-
dtrice, tutto è grazia ?uida ed
eleganza suprema nel gruppo
delle Tre Grav’e del Museo di Le-
ningrado, il gruppo famoso che
ispirò il carme foscoliano.

Il Neoclassieîsmo che partiva
da un presupposto di razionale
e speculativa freddezza morì nel
giro di pochi decenni: ma i suoi
umomî gelidi lavano vivi?cati

...dal grande artista e l’opera di

Antonio Canova brilla ancora
oggi di fulgida luca. Livia



vuoi spo. .


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