Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 10 del 2015

Madri


Foto: Madri
PAGINA 34

Testi pagina 34

32 Ottobre 2015
LA SAFFO DI NOTO,
INQUIETA E VISIONARIA
‘Voglio il mio cielo. Lettere di Mariannina Coffa al pre-
cettore, ai familiari, agli amici’ consta di due parti. La
prima, un notevole saggio critico di Marinella Fiume, la
studiosa alla quale si deve la riscoperta della poetessa
netina nel contesto politico-culturale, con le travagliate
vicende biografiche. La seconda, curata con Biagio Ia-
cono, comprende il corpus delle lettere scritte dalla po-
etessa al precettore-canonico Corrado
Sbano, ai familiari e agli amici, nel corso
della sua breve vita. Mariannina Coffa
Caruso (1841-1878), chiamata la Saffo
o la Capinera di Noto, è una figura ri-
sorgimentale, attuale più che mai. La
sua vicenda umana, comune a tante
borghesi dell’Ottocento, diventa ori-
ginale attraverso il contatto con filoni
di pensiero riconducibili alla Masso-
neria, al Magnetismo o Mesmerismo
animale, al Sonnambulismo, allo
Spiritismo, al Raffaellismo, all’Ome-
opatia. Marinella Fiume, attraverso
il ricco Epistolario, restituisce la vita
e il pensiero di una donna inquieta, mal mariée,
poetessa visionaria, intellettuale antesignana che affida a
una protesta metafisica la possibilità di un riscatto e di una
realizzazione personale.
Mirella Mascellino
Marinella Fiume e Biagio Iacono
Voglio il mio cielo
lettere di mariannina coffa al precettore,
ai familiari, agli amici
Ed Bonanno, pagg 422, euro 40,00
IL ‘NOI’ DI CHI C’ERA
E NON È STATA A GUARDARE
Il libro è frutto di un percorso durato quattro
anni durante i quali Regina, Maria, Anna,
Giovanna, Grazia, Maria Pia, Marina, Rosa,
Teresa, Eugenia e Regina partecipano ad
una ricerca della LUA - Libera Università
dell’Autobiografia di Anghiari. Lo scopo
della ricerca é indagare “le modalità con
cui oggi viene vissuto il passaggio alla se-
conda età adulta da parte di coloro che
erano giovani negli anni Sessanta e Set-
tanta”. Accanto all’obiettivo conoscitivo,
Luisa Fressoia - pedagogista e forma-
trice oltre che collaboratrice scientifica
della LUA e curatrice del libro - sottolinea l’intento
formativo legato alla singola “presa di coscienza di sé gene-
rato dal riflettere e rispecchiarsi nella propria storia di vita” che
ha stretta connessione con l’obiettivo etico-politico rispetto
all’osservazione della “ricaduta che la propria vita ha nella
vita degli altri e delle future generazioni di donne e uomini”. Le
dieci autobiografie riguardano donne che vivono o sono arri-
vate a Milano in quegli anni. Pur nella diversità delle vicende,
delle origini e delle scelte che ciascuna ha fatto, vi è un nesso
che tiene insieme il tutto. Sono vissuti di una generazione che,
certamente, ha incontrato un periodo storico molto particolare
in cui ciascuno/a si sentiva parte importante di un fluire e in
cui sono stati messi in discussione e abbattuti modelli di rife-
rimento, in cui sono stati infranti tabù che il patriarcato aveva
imposto. “La scoperta delle donne” (Teresa, pag 164) e il ruolo
del femminismo accomunano le testimonianze raccolte che
si leggono alla luce di un “sentire femminile” sempre diverso
perché intessuto dei ricordi privati ma al tempo stesso uguale
perché calato in un contesto socio-culturale in cui l’intreccio tra
pubblico e personale era volutamente una pratica quotidiana.
Le lotte, le vacanze, la fabbrica, l’università, la politica, l’amo-
re, la maternità: i molteplici universi abitati dalle autonarranti
si intersecano in un andirivieni dal passato al presente senza
un ordine prestabilito. È il fluire libero dei pensieri e dei ricordi
elaborati e fissati su carta in un tempo della vita in cui si fanno
bilanci. E il conto torna, perché le narrazioni sono percorse da
una comune soddisfazione: aver conquistato la propria vita,
anche pagando dei prezzi. “Fu un’epoca di apertura al mon-
do, di negazione della famiglia come negazione del limite e
della povertà della vita privata… solo nel rapporto con gli altri
si poteva costituire la propria identità” scrive Eugenia in “La
coda della cometa”, capitolo da cui il libro prende il titolo. Un
testo che fluisce come un romanzo ma che regala, come un
film, sequenze e istantanee destinate a comporre un affresco
corale che ha il valore di documento storico.
Luisa Fressoia (a cura di)
la coda della cometa
Ed ali&no, pagg 207, euro 15,00
LIBRI
a cura di
Tiziana Bartolini
pp.32_33 APPRODI_ottobre_2015.indd 32 29/09/15 06.43


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy