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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 43

Testi pagina 43

MUSICALMENTE

QUANDO
LARPA
INCONTRA
ILJAZZ

di Elisabetta Colla

PASSIONE E CARATTERE NELLA MUSICA DI MARCELLA CARBONI, GIOVANE E GIÀ

AFFERMATA MUSICISTA CHE HA ALL'ATTIVO TANTI CONCERTI E UN DISCO DA SOLISTA

arcella Carboni sembra una ragazzina: capel-

li scuri ribelli, occhi brillanti, sorriso comuni-

cativo. Giovane musicista, autrice ed interprete

raffinata e talentuosa, Marcella suona uno stru-

mento magnifico, voluminoso rispetto a lei, l’ar-

pa, anzi l’arpa elettroacustica per la precisio—
ne. Lo fa con perizia, passione e generosità, ed il pubblico
rimane ammaliato da questa piccola, grande donna che
sembra accarezzare le corde mentre la sua musica emer—
ge vibrante, virando dal classico al jazz con apparente,
estrema facilità, energia, espressività. ‘noidonne’l’ha in-
tervistata presso il Circolo delle Quinte, uno spazio per
concerti della Villa Urbani, nel quartiere Monte Verde di
Roma, dove l’artista si è esibita in un’acclamata perfor-
mance ‘da camera’.

COM'E NATO IL TUO AMORE PER L'ARPA E OUALE EVOLUZIONE
C'E STATA NELLA TUA STORIA MUSICALE CHE TI HA PORTATO
FINO ALL'ARPA ELETTRICA ED AL JAZZ?

Nella mia famiglia non ci sono musicisti, mia madre però

è appassionata di musica e teatro. Fin da piccolissima mi
portava con sé a concerti di tutti i generi, dalla classica
al jazz, dai cantautori alla musica contemporanea. Un gior-
no durante l’intervallo di un’opera lirica, avevo quattro
o cinque anni, ci siamo affacciate sulla buca dell’orche-
stra e io ho indicato l’arpa: “quella... voglio suonare”. Dopo
qualche tempo ho iniziato le lezioni in una scuola per bam—
bini, poi il conservatorio è stata la scelta naturale. Ma an-
che durante gli anni di studio della musica classica non
ho mai smesso di andare ai concerti di ogni genere. Ed
era sicuramente con il jazz che mi sentivo più coinvolta
ma, fino al diploma non avrei mai immaginato che l’ar-
pa potesse avere uno spazio nella musica improvvisata, in
conservatorio non c’era tempo e nessuna apertura per
esplorare la Musica a 360 gradi. Diversi anni dopo il di-
ploma ho avuto la fortuna di incontrare un arpista jazz
americano, Park Stickney, e da lì in poi il mio percorso
è cambiato. H0 studiato con pianisti e chitarristi che mi
hanno insegnato il linguaggio jazzistico che ho sempre cer—
cato di esprimere col mio strumento. Inoltre, ho lette-

noidonne | settembre | 2012 AI



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