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Numero 9 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 1


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 1
PAGINA 34

Testi pagina 34

::::::::: Custodi di terra
...:-°-':::; cuStOdi di Vita-

di Barbara Antonelli



e comunità rurali di donne nei Paesi in via di svi-
luppo, in particolare dell’Africa sub-Sahariana, co—
stituiscono i gruppi socio-economici più vulne-
rabili: pur rappresentando la struttura portante del-
l’economia rurale, hanno un effettivo controllo su meno
‘.° del 2% della terra, scarso accesso ai crediti agricoli, alla
varietà di sementi e alla formazione specializzata.
Se quella poca, pochissima terra nelle loro mani diventa
poi l’oggetto di un famelico desiderio di generare profitto,
ÃŽ per loro sopravvivere diventa impossibile. Ormai sono sem-
pre di più le organizzazioni internazionali, le ONG, i mo-
Îj‘ vimenti sociali, le piattaforme di associazioni contadine
che lanciano l’allarme, evi-
denziando come esista una ‘ . , 7 , ‘ ‘
dimensione di genere an- H5
che nel fenomeno del Ian- , : __ i
dgrabbing, Cioè l’acquisi- , ‘ i i i
zione di terreni agricoli i i ' " '
su larga scala, nei Paesi p0-
veri, da parte di aziende
private, multinazionali, go-
verni e singoli soggetti allo
scopo di produrre cibo
per l’export, per la pro—
duzione di biocarburanti o
semplicemente per trarre
profitto. A pagarne il prezzo sono le comunità contadi-
ne locali, in primis le donne, che già portano sulle spal-
le il doppio peso di generare reddito e “mandare avan—













ti” la famiglia. Rimanere senza terra, significa per loro au—
tomaticamente non avere alcun futuro. Tra il 2000 e il 2010,
circa 200 milioni di ettari di terreni agricoli sono stati 0g—
getto di negoziati e di questi, circa 71 milioni sono stati
acquisiti. L’Africa è il paese che paga il prezzo più alto,
diventando la nuova frontiera della corsa alla terra: il 50%
delle acquisizioni avviene qui, perché è qui che la terra
costa meno, perché più deboli sono le istituzioni e per-

noidonne | settembre | 2012

ché — erroneamente — si crede che ci sia più ampia di—
sponibilità di terra. Sono, infatti, i Paesi più poveri del con-
tinente africano, quelli meno integrati nei mercati inter—
nazionali e con alti tassi d’incidenza della fame, i princi-
pali obiettivi del Iandgrabbing. La Banca Mondiale par-
la di un “aumento esponenziale” di tali acquisizioni, in
Africa, pari a 46,6 milioni di ettari di terra arabile. Una
ricerca pubblicata dalla International Land Coalition evi-


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