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Numero 3 del 2006

Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne


Foto: Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne
PAGINA 26

Testi pagina 26

noidonne marzo 2006
noidonne pag 26
Alcune emigrano per riunire il "nido"familiare, altre cercano fortuna; c'è
chi riesce a tornare a casa ogni tanto e
chi vuole dimenticare il paese d'origine
per ricucire una ferita che si porta nel
cuore. "L'indagine Le protagoniste invisi-
bili: il volto e il vissuto delle donne
immigrate a Reggio Emilia - puntualizza
Natalia Maramotti, Consigliera di
Parità e promotrice dell'iniziativa assie-
me alla Consigliera Donatella Ferrari,
all'Assessorato all'Immigrazione del
Comune di Reggio Emilia e alla
Provincia di Reggio Emilia - è un appro-
fondimento che non si arresta alle rile-
vazioni quantitative, deciso a scavare
nelle testimonianze di queste donne e
portare alla luce elementi relazionali,
affettivi, di integrazione".
L'indagine condotta dalla sociologa
Catia Iori su circa 300 donne nell'estate
2005 ha fatto emergere risultati interes-
santi. Le immigrate residenti a Reggio
Emilia hanno studiato: soltanto il 6,3%
non è in possesso di un titolo di studio
specifico e ben il 18,6% ha sostenuto
studi universitari; nel mezzo si colloca
la maggior parte del campione, che ha
assolto per il 37,6% la scuola dell'obbli-
go, un dato che solleva il tema imba-
razzante della mancata corrispondenza
tra titolo di studio e collocazione pro-
fessionale, rapporto ancora più squili-
brato nel caso delle donne straniere. "La
ricerca al di là dei dati statistici ha sol-
levato questioni importanti - sottolinea
Catia Iori - . Ad esempio per noi occi-
dentali è d'uso considerare la condizio-
ne della donna musulmana oppressa e
lontana dal concetto di libertà. Bisogna
stare attenti però nel tracciare questo
giudizio: le donne arabe considerano la
libertà uno spazio interiore, essenzial-
mente riservato alla propria anima, al
contrario dell'Occidente che dà alla
libertà un valore fortemente materiale,
libertà di spostamento, di orari, di abbi-
gliarsi ecc.
Sono anche i fatti a parlare: la mag-
gior parte delle arabe intervistate usa
internet, conosce due lingue, è informa-
ta sull'andamento della politica euro-
pea e mondiale grazie ai giornali, ha
una propria idea di come funziona il
mondo insomma; si tratta di persone
che coltivano al riparo delle mura
domestiche una propria coscienza civile
e politica. Sono donne che liberamente
pensano attraverso liberi strumenti di
conoscenza".
Sono Anna, ho trentadue anni elavoro come grafica in una
grande copisteria del centro di
Milano. Al momento dell'assun-
zione, tre anni fa, il titolare mi
promise col tempo più denaro e la
responsabilità del settore grafico.
Non è successo. Invece, sono stati assunti due colleghi più
giovani, con uno stipendio più alto. Uno dei due, Guido, è
diventato il mio "capo", almeno provvisoriamente. Quello che
mi manda in bestia è che è un idiota, o almeno così mi sem-
bra, ha preso decisioni sbagliate, di cui i clienti si sono lamen-
tati e io l'ho sempre coperto con il titolare..L'altra settimana
ho preso coraggio e ho ricordato al proprietario della copiste-
ria i suoi impegni economici e di carriera nei miei confronti.
Lui mi ha risposto che non c'erano le condizioni, di tenere un
"profilo basso" per i ripetuti errori del nostro reparto e mi ha
fatto intendere che li attribuiva a me……non ho detto nulla,
nonostante la grande rabbia, e mi sono trovata anzi a scu-
sarmi.
Anna Molini- Cusago-Milano
Cara Anna,
conosciamo bene le disparità di trattamento fra uomini e
donne, che riguardano il denaro e le opportunità di carriera,
nelle aziende, nella politica e nella società. Il punto è: cosa
pensiamo di fare? Intendo collettivamente, a partire dalle
"quote rosa", non una scelta ma un'imprescindibile necessità
se non vogliamo attendere il prossimo millennio per avere
eque rappresentanze nel potere istituzionale. Ma anche indi-
vidualmente, per cambiare qualcosa nei rapporti di forza
nella vita di tutti i giorni…
Il denaro è potere e spesso le donne sono a disagio nel trat-
tare denaro e potere per sé. Alcune pensano di meritare dav-
vero meno di quanto è loro dovuto, che sia meglio restare con
un "profilo basso" e questo ha a che fare con l'autostima e non
con le effettive capacità sul lavoro. Per te, Anna, è venuto il
momento di concentrare le tue forze sul denaro e sul ricono-
scimento che meriti, altro che "profilo basso".
Quanto ai rapporti col tuo capo diretto, ti darei qualche
spunto di riflessione. Il primo: fìdati del tuo istinto, se pensi
che sia un idiota, probabilmente lo . Il secondo: prendi le
distanze dall'idiota e cerca di non essere accusata per colpa
sua. Il terzo: quando impone una soluzione che pensi sia sba-
gliata, anziché coprirlo, prova a dire al titolare "potrebbe par-
larne con Guido, per capire perché vuole fare così?". Il quar-
to:se l'idiota diventasse stabilmente il tuo capo, non pensare
di poterlo cambiare, dai la precedenza alle tue giuste ambi-
zioni e muoviti, è ora di cercare un altro lavoro!
Cristina Melchiorri
Donne e migranti
Reggio Emilia
Profilo basso? No grazie!
Strategie private
significativi i dati emersi dalla ricerca “Le protagoniste invisibili”
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