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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 16

Testi pagina 16

luglio - agosto 2006 noidonne16
Milano chiama Roma
Ecco alcuni passaggi della nota diffusa
dalle donne della Casa di Milano in
occasione della manifestazione di
Roma del 7 giugno
Ma è davvero aumentato il numero
di donne uccise dai loro partner, o amici
o familiari, spesso insieme ai loro bam-
bini? I dati ci dicono che la Lombardia è
la regione in cui si uccidono più donne,
la commissione europea è anni che
denuncia questi fatti, così come l'ONU.
Nel nostro osservatorio quotidiano, pre-
zioso ed unico osservatorio in cui le
donne raccontano prima che la violen-
za diventi davvero pericolosa o quando
"se la sono cavata" appena in tempo,
appare chiaro che la violenza forse è
aumentata o forse è più pubblicizzata,
ma sicuramente ha cambiato stile! E'
più feroce, più estrema, più "cattiva".
Perché ? Come mai?
Si potrebbe risolvere tutto con uno
slogan: a donne più libere e decise cor-
risponde una violenza maggiore, una
reazione da patriarcato che agonizza.
Ma sarebbe troppo semplice, così come
non basta più dire (come nella nostra
iniziativa dell' 8 marzo di parecchi anni
fa) che la violenza contro le donne è un
problema degli uomini. E' anche un pro-
blema delle donne e non solo delle vitti-
me. Così come gli stupri etnici hanno
dato un colpo terribile e simbolico
all'inviolabilità del corpo delle donne.
Queste morti ci parlano di un patto sal-
tato fra uomini e donne, che non rispar-
mia nessun genere di colpo.
Come sempre è necessario allargare
lo sguardo: a cosa si appoggiano tutte
queste azioni estreme e che
spesso determinano anche la morte
per suicidio dell'omicida?
Ad una confusione simbolica sul
ruolo delle madri e dei padri, dei mariti
e delle mogli, del tipo di famiglia che si
può o non si può tollerare. Parole come
bi-genitorialità, affido condiviso, valore
della vita, fecondazione assistita ma
non eterologa, unioni di fatto e di dirit-
to e via di seguito portano tutti valori
buoni o discutibili, ma attaccano tutti
la stessa cosa: l'identità' femminile, l'au-
torevolezza della madre, la competenza
materna e via discorrendo. Detto questo
noi che stiamo in trincea abbiamo preso
una decisione aprire la nostra sede tutte
le settimane alle donne che si sentono in
pericolo ed "insegnare a valutare le
situazioni di rischio" per difendersi e
sottrarsi per tempo a questo rischio di
morte! Non sarà risolutivo, ma è azione
e pensiero insieme!
L'Associazione
Casa delle Donne Maltrattate
di Milano
Contro tutte noi
La violenza sessuale contro le donne colpisce,
ogni volta che ne veniamo a conoscenza, tutte
noi. E la violenza che ci colpisce di più , che gene-
ra sensi più o meno forti di insicurezza e di scon-
certo, che ci fa sentire tutte fragili ed esposte è
sicuramente la violenza perpetrata dal gruppo,
dal "branco" nelle strade, nei giardini pubblici,
dove nemmeno la presenza di altre persone riesce
a salvarci. Ed è una violenza dalla quale non ci
difende l'età, l'aspetto fisico, la città e il quartie-
re di appartenenza o dove ci troviamo a passare.
Non ci sono cifre certe, ma la violenza sessuale,
e la violenza in generale fino ad arrivare all'omi-
cidio, che subiscono le donne nel nostro Paese è
sicuramente in aumento: in media una donna al
giorno ne viene colpita. Per il 98% dei casi i
responsabili sono uomini molto vicini alle donne
violate. Sono mariti, ex mariti, conviventi, fidan-
zati. L'origine di tale violenza è complesso, le
cause che la scatenano sono molteplici, le rac-
chiudono fenomeni sociali individuali e/o cultu-
rali. Ma c'é un aspetto, che mi colpisce ed é' quel-
lo che di solito accompagna la violenza: é l'atteggiamento delle donne
che in qualche modo si trovano dalla parte dei componenti del grup-
po, degli uomini del "branco" .
Donne di diverso ceto sociale, di diversa età' che anche davanti all'e-
videnza più esplicita non smettono di proclamare, ma anche di pensa-
re probabilmente che il loro congiunto è innocente!
Non voglio parlare di episodi come quelli che hanno riguardato gli
assassini del Circeo, anche se sono emblematici di questo comporta-
mento, ne sono emblematici fino alle estreme conseguenze.
Madri che fino all'estremo hanno nascosto e sottratto alla giustizia con
ogni mezzo i figli.
Ma penso di più a tutte quelle mogli che davanti a simili episodi con-
tinuano a pensare ancora che la colpa sia della vittima. A tutte quel-
le mogli che davanti a condanne certe, continuano a difendere con
tutte le forze i loro mariti. Cosa produce questi atteggiamenti?
Di solito in queste brevi "note ai margini" ho più certezze, su questo
fenomeno invece "annaspo" e non mi basta pensare che è il nostro istin-
to materno, la nostra capacità di donne di essere sempre e comunque
accoglienti. Ho la sensazione che tale atteggiamento sia intimamente
legato con tutte le cause che provocano la violenza degli uomini sulle
donne, in ultima analisi sia legato alla incapacità di capire ed accet-
tare i cambiamenti delle donne, anche quelli avvenuti in noi stesse, in
tutte noi. Ma è una sensazione, vorrei capirne di più.
Alida Castelli
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