Numero 7 del 2006
Violenza: in bocca al lupo
Testi pagina 14
luglio - agosto 2006 noidonne14
Pina Nuzzo
(UDI nazionale)
"Con questo presidio, oggi, abbiamo
voluto dimostrare a noi stesse che si può
tornare in piazza, si può di nuovo esse-
re visibili, si può dimostrare alle donne
che non sono sole e che possono trovare
delle compagne, che la violenza non è
una questione che riguarda solo alcune,
ma che ci riguarda tutte. Perché ogni
donna che viene picchiata, stuprata,
violentata, ammazzata è un danno ver-
so tutte le altre perché è una maniera di
tenerci sotto controllo e reprimere la no-
stra libertà".
Cristina Coccia
(Impiegata)
"Serviva cominciare a fare qualcosa
per noi anche su questo argomento. Uc-
cidere le donne non è solo togliere la vi-
ta ma farle morire dentro. Troppe donne
si tengono ancora le violenze che sub-
iscono, bisogna aiutarle a tirare fuori
questo problema. Io lavoro in una Pub-
blica Amministrazione e quando ho det-
to al mio dirigente cosa avrei fatto oggi
si è meravigliato che il dato sulla vio-
lenza di genere fosse così elevato. Anco-
ra non c'è una conoscenza oggettiva del
fenomeno. Bisogna cominciare a parlar-
ne, parlarne molto, parlarne bene. Ra-
gionando sulla vita delle donne mi sono
detta che forse è anche la violenza che
subiamo in famiglia che ci impedisce di
essere delegate, deputate, di essere pre-
senti nelle amministrazioni pubbliche e
di essere votate dalle altre donne".
Accade una notte, a Pescara ...
Norina Sprecacenere, la Presidenta di Telefono Rosa
di Pescara, sui fatti del 10 giugno.
La notte tra il 9 e il 10 giugno, a Pescara, una donna è in pub con degli
amici. Uno sconosciuto si avvicina a lei rivolgendole apprezzamenti molto
pesanti. Lei lo respinge duramente. All'uscita del locale, mentre torna alla
sua macchina, viene aggredita da quattro persone, tra cui il ragazzo del
locale, violentata e pestata per più di quattro ore. All'alba, finalmente,
qualcuno sente le sue grida di aiuto.
"Noi di Telefono Rosa siamo subito andate a trovare questa ragazza.
Pensavamo di disturbarla e invece è stata molto contenta di vederci.
L'abbiamo trovata fisicamente molto malridotta. Il tipo di violenza che è
stata usata su di lei mi ha ricordato, anche se gli esiti sono stati diversi, i
fatti del Circeo; ha il volto tumefatto, lo zigomo e il naso rotti da un calcio.
Ma è molto determinata ad andare avanti con la giustizia. Le abbiamo offer-
to assistenza legale ma lei, il giorno stesso, aveva già chiamato un avvoca-
to e noi abbiamo deciso di costituirci parte civile.
Da una parte ci preoccupa la mancanza di sicurezza e la poca sensibilità
delle persone: la zona in cui è avvenuto lo stupro è centrale e ci sono molti
locali; gli abitanti spesso si lamentano per il chiacchiericcio e la confusio-
ne. Mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia udito la voce dispera-
ta di questa ragazza che si è difesa molto.
D'altra parte siamo fermamente convinte che alcune cose debbano essere
fatte dalla legge. Bisogna sensibilizzare i politici su questo problema e fare
leggi più dure. Anche le sentenze non ci aiutano". (N. A.)