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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 11

Testi pagina 11

noidonne luglio - agosto 2006 11
Lanzillotta, al Ministero degli Affari
Regionali, si chiede un generale impe-
gno per sostenere le tutte le politiche che
riguardano le donne.
A Giovanna Melandri si chiede tanta
attenzione alle/ai giovani, alla precarie-
tà che rischia di minare il benessere di
una generazione. Meno attenzione al
calcio, più attenzione a tutto l'altro
sport, meno ricco ma tanto sano.
A Barbara Pollastrini tante doman-
de, la maggior parte delle quali indica-
no azioni per il rafforzamento della rap-
presentanza femminile nella politica: le
donne devono essere presenti e attive nei
luoghi decisionali per cambiare la poli-
tica, per prendere in considerazione
tutti quegli aspetti ai quali gli uomini
talvolta non pongono eccessiva atten-
zione.
Alcune riconoscono che la mancan-
za di portafoglio rappresenta un grave
limite, ed invitano la ministra a farsi
parte diligente per superare questa
grave carenza.
Si chiede anche un impegno generale
sui grandi temi (fecondazione assistita,
pacs, ad esempio), sulla conciliazione,
sulla formazione delle donne in politica,
e una maggiore attenzione al tema della
violenza domestica e sulle donne in
generale.
A Livia Turco si chiede un migliora-
mento generale dei servizi e di interve-
nire sulla legge per la fecondazione assi-
stita.
La presenza nei luoghi decisionali di
donne competenti potrebbe dunque
introdurre nell'agenda politica quei temi
troppo a lungo rimasti fuori. E' un senti-
re comune, è un bisogno comune, ai
quali occorrerà dare presto - e bene -
una risposta.
Per questa ragione a gran voce si
chiedono leggi che obblighino gli uomi-
ni a farsi più in là, ed a permettere un'e-
qua rappresentanza di chi da sempre è
rimasta all'uscio.
Chi ha risposto non si è persa in giri
di parole, in modo molto chiaro e preci-
so ha denunciato difficoltà - omogenea-
mente diffuse - per riequilibrare la rap-
presentanza.
E non potrà essere una speculazione
elettorale, magari per prendere qualche
voto in più, per poi non fare nulla.
Le donne chiedono di esserci, hanno
capito l'importanza della presenza e del
contare nella politica e nelle istituzioni.
Scrive una lettrice: "E' per giustificare lo
scarso coraggio politico che poi si per-
dono delle opportunità." Sostiene che "la
collettività non può permettersi di per-
dere altro tempo in questo senso".
E questa voglia di partecipare, di
imparare a farlo, di raggiungere un'equa
rappresentanza la si legge anche nelle
richieste che lettori e lettrici fanno al
giornale: informazione, avere i dati che
evidenziano la situazione italiana in
rapporto al resto dell'Europa o del
mondo, la valorizzazione dell'operato
delle poche elette (di cui nessuno parla
mai), diffondere le buone prassi indivi-
duate, la promozione forum, seminari e
tavole rotonde, la formazione, rappre-
sentano azioni utili per sostenere una
campagna che a sessant'anni del voto
alle donne, più che dignitosa appare
assolutamente ineludibile.
Il Presidente Prodi si è recentemente
espresso sulla necessità di intervenire
sul tema attraverso uno strumento legis-
lativo in grado di garantire una percen-
tuale minima di donne elette in politica
o nominata negli enti di secondo livello.
Ci auguriamo che questa promessa
non resti tale, perché le donne non pos-
sono più aspettare.
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