Numero 9 del 2014
			Medicina di genere
			
							
		
			
		
			
			
							
								
					
Testi pagina 8
					6 Settembre 2014
Papa Francesco nel settembre 2013 ha chiamato 
anche i non credenti, insieme ai credenti di ogni confes-
sione, a digiunare e a pregare perché la Siria non venisse at-
taccata. Se a questo aggiungiamo la lettera a Putin ne viene 
che il pontefice si pone non solo come guida spirituale ma 
anche come leader politico che non teme di apparire amico di 
Assad e dunque di Mosca e Pechino. Con Bergoglio dunque 
la Chiesa cattolica pare avviata ad uscire dall’autorefernzialità, 
da quella sorta di autismo per cui i gruppi dirigenti, a comincia-
re dai papi, si sono sempre preoccupati in primo luogo di “di-
fendere i privilegi che proclamano legati alla propria essenza 
divina” (Gramsci); e infatti il papa ammonisce i pastori a sve-
gliarsi “dal torpore, dalla pigrizia, dalla meschinità, dal disfatti-
smo” affinché la Chiesa possa rispon-
dere alle domande delle genti che la 
storia globalizzata , dominata dall’iper-
modernità e dalla sovranità della tecni-
ca, ha travolto. E forse solo un papa 
che viene “dalla fine del mondo” può 
operare una rottura così innovativa: l’Ar-
gentina, dove è nato, è terra di emigra-
zione (lui stesso appartiene ad una fa-
miglia di emigranti italiani) dove si incro-
ciano etnie e culture molto diverse, 
dove si possono leggere i connotati del 
futuro: meticciato, megalopoli enormi e 
violente come Buenos Aires, la com-
presenza di fame ed enormi ricchezze, ecc… Un compito così 
arduo - rinnovare le modalità dell’annuncio evangelico per evi-
tare discordanze e stonature con l’anima di una società fluida 
attraversata da molteplici, drammatiche contraddizioni - può 
essere affrontato solo da un gesuita, cioè da un pastore di 
frontiera come padre Matteo Ricci che nel 1582 andò missio-
nario in Cina dove rimase fino alla morte, stimato e rispettato. 
Ricci, nella consapevolezza di essere vissuto come l’ “Altro” 
lontano ed astruso, non predicò il Vangelo come un compen-
dio di verità astratte, come era d’abitudine secondo il modello 
di un clericalismo autoritario e molto spesso violento. Il padre 
gesuita non solo imparò a parlare, a leggere e scrivere, a ve-
stire e mangiare come un cinese, ma presentò il messaggio 
evangelico secondo una modalità rispettosa della secolare 
cultura cinese che, per sensibilità e percorsi mentali, non era 
incline ad accogliere il credo cristiano. La lezione sul tema 
dell’inculturazione di Matteo Ricci è preziosa anche oggi e 
papa Francesco, guidato dalla sua for-
mazione di gesuita e dall’ esperienza 
maturata in una metropoli come Buenos 
Aires, intende liberare la Chiesa dal cle-
ricalismo vecchio e nuovo e trasmettere 
la fede vivendo vicino alla gente, dentro 
ai processi che permettono di incontrare 
la vita di tutti. “Preferisco una Chiesa ac-
cidentata, ferita e sporca per essere 
uscita per le strade, piuttosto che una 
Chiesa malata per la chiusura e la co-
modità di aggrapparsi alle proprie sicu-
rezze”, queste sue parole riprendono il 
messaggio uscito nel 2007 dalla confe-
renza di Aparecida dove i vescovi latinoamericani hanno indi-
cato la via per affrontare i mutamenti epocali che hanno scon-
volto le società del Sudamerica: uscire dal torpore della routine 
e scendere nelle strade ad incontrare i fedeli uno ad uno. E 
LA RIVOLUZIONE
(MANCATA) 
DI FRANCESCO
Il tentativo di Bergoglio di rinnovare la Chiesa cattolica è profondo, ma sa che l ’apertura 
alle donne provocherebbe una rottura con la parte più conservatrice
di Stefania Friggeri