Numero 9 del 2014
			Medicina di genere
			
							
		
			
		
			
			
							
								
					
Testi pagina 47
					41Settembre 2014
cemente con i miti e le favo-
le collettive di una religione 
antica come l’ebraica, che 
scavano nell’interiorità per 
millenni e millenni.
In un calligramma come 
quello della Levi Montal-
cini, Monologo, si legge il 
solipsismo esplosivo di una 
sensibilità vulcanica prote-
sa al segno-gesto, proprio 
mentre si scorge la com-
plessità dell’animo femmi-
nile in tele della Raphaël 
come Io e i miei fantasmi, o 
Il Quarto Giorno della Cre-
azione.
In Adriana Pincherle si ri-
trova, invece, una matassa 
di simbolismo francese... 
miracolo di una personalità 
tutta istinto: rapida negli atti 
e nei pensieri fino ad essere 
precipitosa.
Nelle vetrate di Eva Fischer 
(donna, ebrea e partigiana 
dopo la segregazione a 
Curzola) si squaderna una 
luce divina e un misticismo 
folgorante - sintomo che la 
Fischer non ebbe nulla di 
meno di uno Chagall quan-
do si ispirò alle città di Ge-
rusalemme, Hebron, Safe e 
Tiberiade.
Di Pierina Levi colpisce 
soprattutto quel Paesaggio 
collinare, ventoso, intenso 
ma disciplinato, elettrizzante e riposante insieme come 
certi guazzi di Dürer, o certe impressioni di Cézanne.
L’orientalismo della Goldmann Besso, il nudo di Co-
rinna Modigliani, le ceramiche di Olga Modigliani 
sono solo alcune delle più valide motivazioni che solle-
citano e solleticano ad una visione attenta e appassio-
nata della mostra. 
Un Tramonto della Weiller è, già di suo, più che per-
suasivo; quel crepuscolo che è un trionfo di cremisi, di 
sanguigni e di magenta... dimostra quanta spiritualità 
bisogna ancora aggiungere al binomio più icastico del-
la mostra, ovvero: emancipazione e anticonformismo 
femminile. b
4
Eva Fischer
Tiberiade
4
Silvana Weiller
Muri in Ghetto Nuovo
?
Adriana Pincherle
Natura morta
con fichi d’india
e rose fondo Moravia
4
Wanda Coen Biagini 
Ritratto
di Maria Bellonci B