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Numero 10 del 2010

Bio diversa mente


Foto: Bio diversa mente
PAGINA 45

Testi pagina 45

43noidonne | ottobre | 2010
APPRODI
INTERVISTA A EDITH BRUCK
LE PAROLE
DEL DOLORE
dith Bruck, la scrittrice italiana di origine unghere-
se deportata adolescente nei lager nazisti di Dachau,
Bergen-Belsen, Auschwitz, è tra le più importanti au-
trici di cultura ebraica della letteratura europea. Dopo
i successi del romanzo Quanta Stella c’è nel cielo pro-
pone ai lettori il suo ultimo libro Privato (Garzan-
ti, 2010, pp. 185) composto da due lunghi racconti: il re-
cente inedito Un mese dopo e Lettera alla madre pubbli-
cato nel volume eponimo nel 1988, vincitore di più premi
letterari. Due racconti, poesia ininterrotta, in cui gli avve-
nimenti narrati dalla scrittrice intrecciano in un’unica tra-
ma le tragiche vicende della sua vita al destino di milioni di
ebrei in Europa, vittime delle persecuzioni razziali e del ge-
nocidio nazista. Due racconti in forma epistolare. Dialoghi
immaginari con sua madre, bruciata nei forni di Au-
schwitz, e con suo fratello scomparso da poco in Brasile, so-
pravvissuto ai campi di sterminio.
DUE LETTERE POSTUME CHE RACCONTANO IL MONDO DEGLI
AFFETTI ORRIBILMENTE RECISO.
Non ho avuto mai il tempo di parlare né con l’una né con
l’altro. In qualche misura ho prolungato la mia vicinanza con
loro per dire ciò che non ho potuto dire mentre erano in
vita. Un modo per far rivivere mia madre, per parlare e sta-
re con lei il più a lungo possibile. Con le madri non è che
si parlasse molto alla mia epoca, la mia aveva sei figli da cu-
rare, io ero la più piccola, e come tutti i figli del mondo ero
desiderosa d’amore. Ma lei, come tantissime madri pove-
re, non aveva tempo, aveva troppe preoccupazioni. Mio fra-
tello non ha mai aperto bocca sui campi di concentramento.
Lui ha visto morire mio padre. Avrei voluto sapere quello
che ha detto, come ha pensato a noi, come ha vissuto l’in-
ternamento un uomo abbastanza fragile, povero, che ha lot-
tato tutta la vita per la sopravvivenza, morto di stenti po-
chi giorni prima della liberazione, ma non potevo chiede-
re niente a mio fratello, piangeva. Anche l’ultima volta che
l’ho visto, alla “tenera” età di 76 anni, non riusciva a par-
ESCE IL NUOVO LIBRO,
PREMIATA A BOLOGNA
CON LA “TARGA
RICORDO PAOLO VOLPONI“
di Guendalina Di Sabatino
E
lare, non ce la faceva. È rima-
sto muto come molti soprav-
vissuti, e sicuramente ha sof-
ferto molto più di me che, in
parte, ho vomitato questo ve-
leno che porto dentro attra-
verso la scrittura, attraverso la
parola, anche una terapia per
me.
IN REALTÀ SONO LETTERE
INDIRIZZATE AL MONDO.
Più che una cosa privata è una
cosa universale che l’umanità
non sa ancora abbastanza. È testimonianza, non credo che
ci sia un privato e un pubblico. Io credo che tutto quel-
lo che abbiamo vissuto vada gridato, denunciato e testi-
moniato non solo per l’oggi ma per il futuro. Basta vedere
quello che accade nell’intero pianeta. Anche se nulla, come
diceva Primo Levi, può essere paragonabile e paragona-
to ad Auschwitz, perché è un unicum di quello che è ac-
caduto nel Ventesimo secolo, nell’Europa cristiana, nel
mondo ci sono tanti, tanti piccoli Auschwitz. E non fi-
niranno mai, purtroppo.
CHE COSA SIGNIFICA ESSERE EBREA OGGI, DOPO AUSCHWITZ?
È un forte sentimento profondo che non rinnegherei mai.
È un sentimento, neppure una religione, una nostalgia di
qualcosa che è scomparso, l’universo yiddish, la sua lingua
ormai morta. È l’infanzia, il passato di cui hai una terribi-
le nostalgia in continuazione perché l’ebraismo è cambia-
to molto nel mondo.
LA “CASA DEI PENSIERI“ DI BOLOGNA, NELL’AMBITO DELLA
FESTA DELL’UNITÀ, LE HA ASSEGNATO LA “TARGA RICORDO
PAOLO VOLPONI”, UN RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE.
IL QUINTO IN UN ANNO.
Volponi era una persona che oggi manca, uno scrittore im-
pegnato nel sociale, le sue poesie e i suoi libri sono straor-
dinariamente attuali. Ho avuto una grande stima per lui,
che ho conosciuto e incontrato più volte. La Targa è molto
importante per me perché porta il suo nome. Sono molto
contenta, anche perché si ricorda un uomo di grande va-
lore civile e morale. n
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