Numero 9 del 2014
			Medicina di genere
			
							
		
			
		
			
			
							
								
					
Testi pagina 38
					32 Settembre 2014
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LO SCENARIO
In tre anni di guerra la Siria si è imposta all’attenzione 
dei media come attore strategico negli equilibri della 
Regione e del mondo. Agli interessi energetici di un ter-
ritorio ricco di petrolio fanno da sponda quelli geopolitici 
di un’area su cui competono le principali potenze del Me-
dio Oriente. Alcune sotto l’ombrello dell’Occidente, altre 
semplicemente attraverso contributi individuali corrisposti 
alle varie forze combattenti che da tre anni, a vario titolo, 
compongono la miriade di sigle che 
caratterizza l’opposizione armata al 
Presidente siriano Bashar al Assad.   
Il vuoto politico e la difficile tran-
sizione provocata dalle primavere 
arabe - con la caduta di regimi auto-
ritari, dalla Tunisia all’Egitto passando 
per la Libia - ha innestato quella che 
alcuni analisti chiamano “strategia 
del caos”. Un sistema di controllo 
meno costoso di una guerra capace 
MEDIO ORIENTE
E STRATEGIA DEL CAOS
di Emanuela Irace
di rimodellare l’intero “arco musulmano”. Dal Maghreb al 
Corno d’Africa, con il sud est asiatico a chiudere il mezzo 
cerchio. Denominatore comune l’Islam, tassello essenziale 
di un sistema che ha permesso di giustificare lo Stato di 
Polizia sostenuto dall’Occidente. “Grande Medio Oriente” 
è la definizione data dagli strateghi di Washington dopo 
l’11 settembre, per rivedere le politiche con l’area e assi-
curarsi fette di mercato e risorse del sottosuolo. “Dividere 
per controllare” è l’ever green valido dal tempo dei romani 
ad oggi, sperimentato in Afghanistan 
e collaudato in Iraq, Siria e Libia. 
La “strategia del caos” resta l’atout 
dell’Imperialismo post-coloniale e 
post-bipolare. Un sistema il cui suc-
cesso, a scapito delle popolazioni, 
sta dispiegando appieno i suoi effetti.  
Il sesto Califfato, proclamato il 
primo luglio scorso da Abu Bakr 
al-Baghdadi -  che si è fregiato del 
nome sacro del il primo Califfo Abu 
La Siria come attore Strategico tra intereSSi energetici e equiLibri geopoLitici. 
La ‘terza via’ deL KurdiStan Siriano. interviSte aLLa co-preSidente deL parLamento 
deL rojava, Sinem muhamedi, e aLLa co-Segretaria deL partito unita rina Said
Da sinistra Rina Said partito Unità, Abdulkarim Omar, portavoce del governo 
cantonale di Cizre, Sinem Muhamedi co presidente parlamento Kurdistan siriano rojava
Sono circa 3.000
i giovani europei partiti 
per unirsi alle milizie
del jihad in Siria e Iraq.
Altri 6.000 provengono 
da Tunisia, Algeria 
e Marocco