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Numero 10 del 2010

Bio diversa mente


Foto: Bio diversa mente
PAGINA 31

Testi pagina 31

29noidonne | ottobre | 2010
MONDI
che il World Economic Forum ha dimostrato che più un
Paese è equo, più è competitivo e che investire per ridurre
le disuguaglianze è economicamente conveniente, poiché
massimizza le risorse a disposizione. In questi anni di cri-
si (alimentare, finanziaria, climatica) le donne vengono (a
volte opportunisticamente) chiamate in causa come attori
chiave per trovare modelli di sviluppo più sostenibili.
L’analisi femminista ha contribui-
to a rinnovare anche la disciplina
economica, investigando il nodo
produzione-riproduzione, co-
struendo analisi dei bilanci pubblici
sensibili alla dimensione di genere,
introducendo statistiche e dati pri-
ma ignorati.
Luci e ombre dunque per le don-
ne del XXI secolo che da un lato
possono contare su molti più alleati
tra ONG e istituzioni, ma dall’altro vivono ancora pe-
nalizzate da sistemi ampiamente discriminatori. È con que-
sto scenario che l’agenzia UN Women dovrà confrontarsi
ed è solo nella consapevolezza al contempo di guadagni
e ritardi che è pensabile un miglioramento dell’azione in-
ternazionale. A indirizzare l’agenda della UN Women do-
vrebbero essere i rapporti-ombra prodotti dalla società
civile sull’implementazione nei singoli stati di documen-
ti come la CEDAW o la Piattaforma d’azione di Pechi-
no così come le relazioni degli Special Rapporteurs del-
le Nazioni Unite su temi quali la violenza sulle donne. Il
forum sull’avanzamento
degli Obiettivi di Svilup-
po del Millennio (per i
quali è stata riconosciuta
come cruciale l’egua-
glianza di genere) svolto-
si a New York a fine set-
tembre e il prossimo an-
niversario della Risolu-
zione del Consiglio di Si-
curezza 1325/2000 su
donne, pace e sicurezza
offrono ulteriori rampe
di lancio per iniziative
condivise.
Presto emergerà il nodo ir-
risolto delle risorse finanziarie e umane per la nuova agen-
zia. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban-Ki
Moon ha parlato di un iniziale stanziamento di 500 mi-
lioni di dollari necessari per UN Women; la società civi-
le chiede 1 miliardo (che rappresenterebbe appena lo 0,5%
delle spese di tutte le agenzie ONU nell’anno 2008). Si
tratta comunque di quasi raddoppiare il bilancio delle
agenzie incaricate ad oggi dei diritti delle donne nelle Na-
zioni Unite: un investimento poco credibile in tempo di
crisi economica globale e di diminuzione di aiuto pubblico
allo sviluppo da parte di molti paesi. Stabilire quanto toc-
cherebbe all’Italia sarebbe esercizio di stile, visto che il
nostro Paese è moroso nei confronti di diverse istituzio-
ni internazionali, come il Fondo
Globale per la lotta all’AIDS, TBC
e Malaria. Se volesse mantenere una
linea di coerenza, tuttavia, l’Italia
dovrebbe collocarsi al terzo posto
per generosità visto che nel 2008 è
preceduta solo da Spagna e Nor-
vegia per contributi a UNIFEM. E
se, come probabile, di soldi italia-
ni se ne vedranno pochi, le nostre
istituzioni potrebbero almeno pro-
muovere la leadership femminile con una coraggiosa e si-
gnificativa presenza di donne nelle istituzioni interna-
zionali. Anche qui, sarà tutta in salita considerando che
fino all’anno scorso le donne erano solo il 16% dei di-
plomatici italiani e solo due direzioni generali del Mini-
stero Affari Esteri erano guidate da una donna.
In più il dialogo tra istituzioni e società civile in occa-
sioni di conferenze internazionali in tema di diritti delle
donne non è regolare, né affidato a meccanismi di con-
sultazione stabili. Il risultato è che la voce delle donne
italiane a livello internazionale resta fragile e il guadagno
di lotte, riflessioni e pratiche del femminismo italiano
sono sempre più raramente materia di condivisione nel
villaggio globale. Si attendono sviluppi sul futuro di UN
Women negli ultimi mesi di quest’anno e dal 2011 si
potrà valutare se abbiamo cambiato tutto per… cam-
biare almeno qualcosa. n
*Beatrice Costa si occupa di ricerca e analisi
sui diritti delle donne e sulle politiche di genere
per ActionAid
beatrice.costa@actionaid.org - www.actionaid.it
1) Autore: Charles Eckert/ActionAid. Descrizione: Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite
2) Autore: Jenny Matthews/ActionAid. Descrizione: Campo profughi di Goma, Congo.
3) Autore: Charles Eckert/ActionAid
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3
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