Numero 9 del 2014
			Medicina di genere
			
							
		
			
		
			
			
							
								
					
Testi pagina 28
					femministe di punta di questo secolo, provenienti da pa-
esi islamici. In alcuni casi si tratta di personalità laiche 
come la grande scrittrice Nawal Al Sadaawi, intervista-
ta nel dicembre 2008; altre volte le rifl essioni riportate 
sono quelle delle femministe islamiche, consapevoli del 
loro ruolo, quello di fare da ponte tra le donne occiden-
tali e il mondo dell’Islam, ritenuto in molti ambienti 
dopo i fatti dell’11 settembre, una realtà ostile alle donne 
che desidera soltanto velarle e privarle della loro liber-
tà di pensiero, parola, movimento. Grande attenzione 
anche alle tante donne delle “primavere arabe” scese in 
piazza contro dittature e oppressioni. Nonostante le po-
che risorse, Noidonne testimonia l’attenzione alle gio-
vani dei paesi infi ammati dalla guerra al terrorismo isla-
mico ideando e portando a termne nel 2008 il progetto 
‘Il sogno di Roya e Alka’, cineaste afghane che si sono poi 
affermate nel loro lavoro a livello internazionale.
Un decennio di donne leader in molti 
paesi del mondo: Hillary Clinton 
Segretario di Stato USA, Angela 
Merkel Cancelliera per il terzo 
mandato, Dilma Rousseff Presidente 
del Brasile dal 2011, Michelle Bachelet 
al suo secondo mandato alla Presidenza 
del Cile, Cristina Kirchner Presidente 
dell’Argentina dal 2007, Aminata 
Toure Primo Ministro del Senegal e 
tante altre. 
E poi la liberazione della leader birmana Aung San Suu 
Kyi e Ingrid Betancourt, prigioniera delle FARC in Co-
lombia. Il triste contraltare sono due donne straordina-
rie, assassinate per il loro impegno: la giornalista russa 
Anna Politkovskaja (uccisa nel 2006 perché invisa al 
Presidente russo Putin) e la leader pakistana Benazir 
Butto (morta in un attentato nel 2007 forse su mandato 
dell’allora Presidente Musharraf).
sue varie sfumature. E come spesso accade, dopo un at-
tacco violento la risposta che segue è altrettanto feroce. 
Bush, allora Presidente USA, con il consenso di gran 
parte della popolazione americana, dichiara guerra al 
fondamentalismo islamico. Presi di mira prima il regi-
me talebano dell’Afghanistan - in cui le truppe america-
ne arrivano all’indomani dell’attentato - e poi nel 2003 
il regime di Saddam Hussein in Iraq. Caccia grossa al 
terrorismo, morte a Osama Bin Laden, presunto man-
dante dell’11 settembre. Dopo oltre dieci anni dall’ini-
zio di quei confl itti il conto umano è enorme. Ad oggi, 
nonostante il progressivo ritiro delle truppe americane 
da entrambi i paesi, l’instabilità nella zona compreso 
il vicino Pakistan è altissima e il bilancio di civili morti 
è impressionante: oltre 14mila in Afghanistan e oltre 
130mila in Iraq. 
Numerosi gli episodi tragici 
che hanno coinvolto volontari e 
giornalisti italiani ed europei. 
Per fortuna non tutti fi niti nel 
sangue. Nel 2004 due ragazze italiane, 
volontarie dell’associazione ‘Un ponte 
per’, Simona Torretta e Simona Pari, 
vengono rapite a Bagdad e rilasciate 
dopo ventuno giorni. 
Pur dichiarandosi grate a chi nel Governo, presieduto da 
Silvio Berlusconi, che appoggiava totalmente la guerra 
di Bush e aveva lavorato per la loro liberazione, le ‘due 
Simone’ non si sono mai mostrate diverse da prima del 
rapimento: pacifi ste che considerano gli iracheni esse-
re umani come loro e non pazzi fondamentalisti e che 
con le loro azioni condannavano la guerra. “Simona e 
Simona, probabilmente senza averne l’intenzione, han-
no dato una lezione di vita a milioni di persone e con la 
loro spontaneità hanno contraddetto il copione e il pro-
tocollo.” Un altro caso importante e molto seguito dalla 
rivista è quello della giornalista del Manifesto Giuliana 
Sgrena, rapita il 4 febbraio del 2005 a Bagdad. Su Noi-
donne si legge “Perché Giuliana Sgrena fa paura. Il suo 
modello di donna rappresenta quanto di più temibile 
ci sia per i tagliatori di teste che conoscono solo le leggi 
della sopraffazione e del sangue per risolvere le contro-
versie.” La giornalista viene rilasciata un mese dopo, 
in circostanze drammatiche che hanno portato al suo 
ferimento e all’uccisione di Nicola Calipari, dirigente 
dei servizi di sicurezza italiani (SISMI) che dopo lunga 
ed effi cace trattativa la stava portando in salvo. Grande 
lo spazio riservato su Noidonne alle elaborazioni delle 
Hillary e Obama, 
n.4, aprile 2009 
Se non ora quando, 
n.3, marzo 2011
Donne aquilane, 
n.5, maggio 2009
Noi Uomini, 
n.4, aprile 2011