Numero 9 del 2014
			Medicina di genere
			
							
		
			
		
			
			
							
								
					
Testi pagina 23
					21Settembre 2014
Dal punto di vista dei comportamenti, una lettura di ge-
nere mette invece l’accento sulle criticità maschili re-
lative ad una scarsa capacità di prendersi cura di sé. 
Gli uomini sono infatti maggiormente soggetti a feno-
meni di dipendenza sia da alcool che da droghe, fumo 
o cibo, sono meno propensi a svolgere azioni di pre-
venzione e adottano comportamenti maggiormente a 
rischio della propria salute.
Combinando fattori biologici, sociali e comportamenta-
li, il risultato complessivo, come si è visto, rimane quello 
di una maggiore longevità delle donne, e di una cri-
ticità maschile in termini di salute che rende gli uo-
mini over 60 principali utenti del servizio sanitario, 
come mostrano i dati sulla spesa mentre le donne 
sono le principali utenti solo nelle fasce di età lega-
te alla maternità.
La maggiore longevità delle donne rimane comunque 
un “vantaggio” in parte apparente che si sostanzia in 
un numero superiore di anni di cattiva salute: le over 65 
hanno infatti la probabilità di vivere 5,8 anni con limita-
zioni gravi delle attività contro i 3,7 anni degli uomini.
Se per gli uomini il bisogno di cura si esprime quindi 
soprattutto in ambito sanitario, per le donne è maggio-
re il bisogno di cura 
nell’ambito di una 
dimensione assi-
stenziale, sia come 
utenti primarie, che 
secondarie, in qua-
lità di donne care-
giver. Il 75% degli 
ospiti nei presidi re-
sidenziali socio-as-
sistenziali e socio-
sanitari sono infatti 
donne, mentre più 
del 70% delle fami-
glie con almeno una persona con limitazioni funzionali 
non usufruisce di alcun tipo di assistenza domiciliare, 
né privata né pubblica.
La storica debolezza delle politiche sociali in Italia può 
in parte essere spiegata, quindi, anche con l’elevato 
livello di femminilizzazione della loro utenza.
Per una migliore tutela della salute di tutti, è quindi 
sempre più importante valorizzare l’approccio di ge-
nere nelle politiche pubbliche, considerando le dif-
ferenti esigenze di cura delle donne e degli uomini 
e rendendo sempre più equilibrate e integrate le aree 
di intervento sanitarie con quella socio-assistenziali. b
Giovanna Badalassi, Well_B-Lab*
In occasione del 70esimo congresso della Società Italiana di Pediatria, svoltosi a Palermo lo scorso giugno, le mam-me organizzate nel Gruppo Maternage dell’Associazione 
di promozione sociale Le Balate hanno scritto una più che 
garbata lettera al presidente del Congresso con la quale 
hanno espresso ”il disappunto nel vedere tra le aziende che 
supporteranno il Congresso varie ditte produttrici di alimenti 
per l’infanzia, in piena violazione del Codice Internaziona-
le sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno 
(Art.7.5) e delle successive Risoluzioni dell’Assemblea Mon-
diale della Sanità (49.15, 58.32, 61.20), in un momento in cui 
i rapporti tra salute e industria sono al centro dell’attenzione 
pubblica, in cui numerose evidenze scientifiche e pubblica-
zioni di bioetica mettono alla luce come i conflitti d’interesse 
influenzino l’operato dei sanitari, non possiamo fare a meno 
di manifestare le nostre preoccupazioni sulle conseguenze 
dei finanziamenti da parte delle aziende ai congressi sulla 
salute infantile, e più in generale ai pediatri”. Il Gruppo Ma-
ternage offre supporto e sostegno telefonico e/o a domicilio 
e informazioni sull’allattamento al seno da parte di mamme 
alla pari formate secondo il manuale OMS/Unicef e organiz-
za incontri a tema con esperti e/o “da mamma a mamma” 
in cui confrontarsi e scambiarsi esperienze. “Il nostro impe-
gno - spiega Monica Garraffa, mamma alla pari - è quello 
di incoraggiare ad una rivisitazione dell’approccio occiden-
tale alla maternità e alla crescita dei propri figli, attraverso 
il confronto e il dialogo con gli stili e i modi di vita di una 
volta, affinché la nascita di un bambino possa rappresentare 
una preziosa occasione di crescita anche per i genitori…” Il 
gruppo opera per diffondere nella comunità un modello del 
percorso nascita teso a far emergere, valorizzare, promuo-
vere, sostenere le competenze delle donne, in alternativa 
al sistema oggi dominante di medicalizzazione della nasci-
ta che produce una sistematica inibizione dell’espressio-
ne delle competenze. La consapevolezza, da parte delle 
mamme organizzate in gruppi di auto-aiuto, dell’esistenza 
di conflitti di interesse che possono influenzare i comporta-
menti prescrittivi dei sanitari, con conseguente promozione 
dell’inappropriatezza che mette a rischio la sostenibilità del 
servizio sanitario pubblico, congiunta con l’azione pubblica 
nei confronti del congresso di pediatria rappresentano una 
manifestazione di “Public Health Literacy” , definita come 
“il livello di competenza delle persone e delle comunità 
nell’ottenere, gestire, comprendere, valutare le informazioni 
e trarne conseguenze per l’azione necessaria ad assicurare 
beneficio alla comunità con decisioni di sanità pubblica”. La 
promozione dei gruppi di auto-aiuto rappresenta quindi un 
obiettivo strategico dei consultori familiari, operanti secondo 
le raccomandazioni del POMI.
MaMMe alla pari
e auto-aiuto