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Numero 7 del 1945

Torna papà


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Testi pagina 3

Noi DUNNÃŒC

In luila l’italia ormai libera lt—i masse lemminili sono unite



( 71m derisione di grande importanza ti stri/u pre-
sa in questi giorni a [ili/ano:

I Gruppi Difesa della L’anno, che sì gran par-
te hanno preso nella lotta di liberazione e l'Unione
delle Donne [la/rane che nel/'ltolza Centro .lller'z'rlz'o—
nale ha preso la difesa degli interessi femminili e ha
svolto un'importante attività di assistenza, si sono unite
z'n na'nniea grande assoeiozione femminile di massa.

Oggi l'U.D.Ì. raggruppa la maggioranza delle
donne di tutta l'Italia.

Questa unione di lntle le donne i? ima prova di
più della maturitri delle masse femminili italiane.

Nell'ltalra Centro [Meridionale si lotta per con
qnz's.’arsi il diritto di avere quelle mrit/te pubbliche
che il buon senso dovrebbe far affidare alle donne;
nell'Italia Settentrionale invece queste [anche sono giri
ricoperte da donne. '

L’esperienza ehe fanno le nostre amii'he del Nord
nei eomm'ssariati per l'assistenza nelle eariehe di vite-
sindaeo, l’esempio the esse danno snl modo in mi le
donne ranno lavorare e su come esse possono contribuire

altri rinascita del nostro paese deve servire a tulle le
donne d'Italia per far volere i propri diritti, le pro-
prie possibilità.

Nel/online a’el giorno volato dalle delegate del
Comi/alo [Vazionzrle [lei (ÃŽ'D. I). e da quelle del Co-
mitato d'l/u'zzoliva dell'1 '.D.1. nn punto chiede l'ini-
mediata formazione di della volontà popolare che rieonosea come forze nazio—
nali, accanto ai partiti, le organizmzioni di mossa r.

Le donne italiane, the tanto hanno so/fer/o e così
duramente sono state colpite dagli avvenimenti, esse
ehe eosì grande contributo hanno dato alla liberazione
del paese, vogliono avere lo loro parola (la (lire nella
ricostruzione dell’ Italia.

Le donne italiane hanno compreso che questa pa-
rola [/12 pno‘ decidere dell’avvenire delle loro famiglie,
sarti tanto pii'iforte se detta da tulle le donne unite in
un solo bloeeo. .

L’unione di tutte le donne italiane nell'U.D./. è
una forza della nostra nazione per la totale distruziou
ne del faseisnzo e per la salvaguardia del suo avvenire.



impariamo a conoscere e

a lar applicare la leggi per
la tutela dei nostri diritti.

L’Eccellenza Tupini ci accoglie
gentilmente. Ha sul tavolo la rela-
zione che gli abbiamo presentato e
che, come egli stesso ci dice, è eta-
ta da lui considerata con tutta l'at-
tenzione che meritava.

Si dichiara perciò pronto e discu-
tere con noi i punti fondamentali
delle richieste da noi fatte per lo
modiיִca di alcuni articoli dei codici
che riguardano in particolare la con-
dizione giuridica della donna.

La questione che per prima abbia-
mo sollevata è quellu del matrimonio
e della famiglia, che sono regolati
dal codice civI e in un modo che non
corrisponde ad un effettivo stato di
fatto, ma rispecchia condizioni di vi-
ta e d‘ambiente ormai superati nella
pratica comune.

Quando infatti il codice stabilisce
(che l'uomo è il capo della fami-
glia. con tutte le conseguenze che
ne derivano nei riguardi della resi-
denza, della separazione, eta, quan-
do afferma a che al padre spetta l'e.
nercizio della patria potestà x, e in.
יִne quando attribuisce al marito l'ai“—
ministrezionc dei beni dotali, è evi-
dente che si riferisce al Concetto or.
mai sorpassato che l'uomo debba da
solo provvedere al mantenimento del-
la moglie e della famiglia, che al-
l'uomo spetta l'esercizio dei diritti
relativi alla vita pubblica, che sul.
l‘uomo insomma gravano le respon-
sabilità e i pesi tutti e che di conse-
guenza all'uomo spetta ogni autorità
ed ogni diritto,

Sappiamo l;
profondarnrr

e (llp le (0.40 sono
mutatr, l’rr ragion-





PER LA NIJSTRA IllliNl'l'A’ lll llflNNE

varie, che non è qui il caso di esami:
nere, il guadagno del marito è mollo
spesso insufיִciente e va integruto con
quello della moglie

L guerre poi hanno aumentato le
responsabilità ed i compiti delle don.
ne, e inיִne il riconoscimento al di.
ritto di voto le ha immesse nella vi-
ta politica: tutto ciò rende indispen-
abile e nello stesso tempo giustiיִ-
ca una maggiore autonomia e autori-
tìt anche nell'interno della famiglia,

Ecco perehè abbiamo chiesto che
abolita la frase r l'uomo è il capo del-
la famiglia», il codice civile dichia.
ri che la società coniugale debba
svolgersi liberamente nel suo interno
e possa essere rappresentnta dell’uno
o dall'altro dei coniugi a tutti gli el-
tetti civili e penali: e abbiamo pari-
menti chiesto che la potestà sui יִgli
sia attribuita ad entrambi i coniugi
sui quali gravano uguali responsobi.
lità e uguali oneri.

Chi infatti potrebbe negare che è la
madre ad occuparsi dei יִgli} ad al-
levarlh ad educarli, a dar loro quei
principi morali che tanta influenza
hanno sulla loro formazione?

Eppure legalmente la madre non
ha sui יִgli alcun potere, alcuna a...
toritÃŽa: ella che tutta se stessa dadi.
ca ai יִgli, non ha il diritto a; pren.
dere nei loro riguardi alcuna decisio.
ne. alcun provvedimento.

ll Ministro della Giustizial dopo
aver ascoltato le nostre proposte, CI
ha esposto con chiarezza e precisione
i suoi punti di vista, non senza aver
prima affermato la stia CollvlllliOnl'
della necessità rl’m il iuatrinnin'n rir
nrrrrrgn in Italia vint'nln tnrliutrltrlnlv-

Egli ci ha detto che, pure rendendo-
si pienamente conto delle ragioni da
noi espone, riteneva indispensabile
organizzare ile famiglia in senso uni.
tario e quindi darle un capo, o piut-

tosto un rappresentante. Ln dizione
rappresentante sarebbe — abbiamo
replicato — senza dubbio ben più

accetta dalle donne, perché eliminan-
do l‘odiosa יִgura di un capo più o
meno dispotico, signiיִcherebbe Clm
l'uomo rappresenta la famiglia nella
società.

Così pure sarebbe di nostro pieno

'gradimcnto l‘espressione che r1 guer-

dasigilli ci ho promesso di proporre
e sostenere, «che la patria potestà
sia esercitata congiuntamente dgi co.
niugi.

Riguardo poi all'amministrazione
dei beni dotali che va afיִdata alla
stessa moglie, e alla costituzione di
un patrimonio familiare chev se for-
mato col concorso di entrambi i co<
niugi, ad entrambi i coniugi appur-
tenga. S. E. Tupini si è dichiarato
senz'altro favorevole.

La coelituzione del patrimonio fa.
miliare sarebbe un'innovazione notet
vole nel nostro codice‘ perchè su-
perato l'anliquato sistema della dote.
essa implicherebbe il riconoscimen—
to del valore economico del ‘amro
domestico compiuto dallndonna, in
quanto. anche se l'apporto di danaro
è fatto soltanto dall‘uomo. il putri-
monio familiare appartc-rrebbc Jit'l un
tramhi i coniugi che col loro lavcm.
sia pure in modo diverso. lvnttlm mir
tribuìtn a inrmnrlo,

Sinmn ptit pasth .. pirla“. delle

II \l‘,

armata/r...“ rlr-I ”rum. lumi.»

nirrro ha pienamente condiviso la no-
stra opinione: essere del tutto ingiu.
sto ed ingiustiיִcato l'articolo che
stabilisce un trattamento disuguale
per i'u‘omo e per la donna in casa
di adulterio,attribuendo a quest‘ulti.
ma maggiore responsabilità,

La moralità va sempre tutelata, da
qualunque parte provenga l'offesa:
è questo un principio che non pUÒ
ammettere deroghe e limitazioni.

inיִne r1 guardasìgilli ci ha pro-
messo tutto l'appoggio della sua nu-
torità perch‘e venga riconosciuto alle
donne, il diritto di giudicare, diritto
logicamente connesso con l'obbligo
di essere giudicate. La legge vigente
esclude le donne dalla carriera della
Magistratura ed ‘e nd essa perיִno
vietato di appartenere alle giurie del.
le Corti d'Assise.

Questa esclusione è evidentemente
ingiustiיִcata e anche dannosa perché
Tribunali costituiti da elementi di en-
trambi r sessi presenterebbero r1 van-
raggio di un più completo giudizio.

Anche questa volta una iniziativa
dell'U. D, l. ha dato buoni risultai
ti La commissione per lo studio del-
la condizione giuridica della donna
è pienamente soddisfatta dell‘acco-
glienza che hanno avuto le sue pro-
poste da parte del Ministro dclla
Giustizia e spera che esse vengano
esaminate. e prese in considerazione
anche dalle varie Commissioni com-
peiclili. in quanto esse sorgono dalla
nva ncc t‘a di dare riconoscimen—
lo lugaltr .r quella posizione che L.
donna ha già sptìhtmlcamtrntrv acqui—
slum XH‘llt! mmvtîn



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