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Numero 6 del 1944

Le donne hanno diritto al voto


Foto: Le donne hanno diritto al voto
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Testi pagina 5

N 01 DONNE







Scialov si curvo, raccolse un po’ di terra gelata e la get-
t'o nella fossa. Tutti gli altri lo imitarono e iancmroiio un
po' di terra natia sulla tomba. Cne i morti riposmo in
pace, il petto coperto di terra liberata!

— Vi pianteremo dei יִori in primavera, disse MJIIJiCÎCa ..

-- E dell’erba verde... aggiunse Frossia... Un quadrato
tolto ad ogni giardino. ' .

Dopo la cerimonia, la gente si separò silenziosamente. Ma
dopo qualche minuto si sentiva la voce deiie donne nei vii—

laggio. Esse volevano accogliere bene i soia-ati. Una deiega—,

zione si reco da Scialov.

—— Compagno comandante... Vogliamopresentarvi una ri- -

chiesta. Vorremmo farvi un buon pranzo, ma non abbiamo
niente da darvi. v ' '

" Sciaiov rise.

— Ebbene! Cosa cl'posso tare?

— Ecco: veramente abbiamo molte cose, ma sono sepolte.
Abbiamo bisogno di aiuto. Quando i tedesciîi'si avvicina-
vano, abbiamo nascosto tutto... adesso non si può p.ù ti-
rarlo fuori. La terra è dura come la pietra... non abbiamo
strumenti. Ma 'voi ne avete, ed avete anche degli uomini
che ci potrebbeio aiutare?

— Va bene. Eii! ragazzi. Chi vuol dare una mano qui?

Ci furono parecchi volontari. Le donne li condussero per
mano attraverso i campi, nella neve.

— Li. sotto il cespuglio...

—'-Ma no, e ,qui.

— Stai zitta. Come se non sapessi dove ho messo la roba.
Le donne tiravano mori tutto ciò cne era Stato nascosto
neua'terr-a, nei יִeniii, sotto i pavunenti... Cera il lai-{io e
ii prosciutto del maiali uccisi in autunno, paccni da: ho
che i tedescni non avevano assaggiano, baratton di mi

Coloro cne avevano aneura una mucca, andarono a mun
gerla per uare da bere ai Ieriti. '

.1 reriti erano stati ricoverati ln‘due camere della Casa
del Sowet dei viiia'ggio. Fi’OSsia che aveva seguito dei corsi
dl inieiiiiiera eia gia tutta aiiaccencia'ta."Iiivioiaia da tut-
te, correva, 'occupatissnna, in gremoiuie bianco, i capelli
stretti'm un panno candido. .

— Desiderate quaicne cosa? chiese alle donne un gio»
vane masgjore ciie passava dopo aver curato i feriti.

— Vorieiiiuio aiutare... aii ospedale.

> non aooiamo bisogno di nessuno... ho già. preso due
di voi ed aDJidiflo ie nostre iiiierniieie.

.—— Perisavamo cne iorse si potrebbe lavare per terra...
E sudicio qui...

—vLavare per terra? Si. ottima idea... Lavate pure.

Le donne corsei‘o a prendere ie secciiie e zii Stracci e
ritornarono in יִie compatte aii‘ospeoaie.

—- Ma... VOiete tutte iavaie per terra?

Cominciai‘cno a bisucmarsr sottovoce però, per non di-
sturbare i feriti,

Finalmente decisero di dividere ii pavimento [in sezioni
ed ognuna puii la parte cne ie spettava.

-— 1 ieriti sono scoperti nei ioru letti e tu non li curi
abbastanza, disse seveiameme Pisic -a a Eros a.

— be vedi ciie sono scoperti, peiciie non ii ricopri?; ri-
spose con stizza Frossia inerme possava portando una ca-
t.neiia con acqua arrossa'ta di sangue.

Pisicica S]. aVVicino ad un letto, rincaizò lentamente ed
accuratamente ii ierito. Poi rimase ii Vicino.

—- Cosa fate qu.? ie chiese il maga-ore.

— Accomodo le coperte, scivolano sempre e i feriti so—
no scoperti, rispose Pisic.ca con dignità, accuiiiocaiido il
cuscino sotto la testa di un ierito.

‘— Benissimo. continuate, aggiustate le coperte, giacche
ne avete tanta voglia.

Era vero! Essa bruciava dal desiderio di farlo, come iuttc
ie altre. Era pronta a fare quasias. cosa... portare u i bic ii e.
re d'acqua, lavare una tazza o un paio di calze. rialzare da









una fronte un ciuffo di capeili "noioso, fare attenzione che
nessuno lasciasse una porta aperta in modo da non creare
correnti.

Tutto il paese era in pieno lavoro, come al tempo dei—
le messi. Il teieiono suono. Scialov grido neil’apparecchio.

— Dove? Da che parte? -

Il viilaggio intero ronzava come un vespaio. I soldati
si radunavano correndo.

— Dove andate, dove? chiedevano le donne stupite.

4 L'ordine è arrivato. Avanziamo.

—— Dove?

—— Verso ovest, madi‘e‘ ,

Le donne erano deiusc. Non ci potevano credere. Fedos—
sia Kravs‘ciuk si aVVicino ai tenente.

—-— IVia il pranzo è quaSi pronto. Si può dire che non ave—
te ancma mangiato.

—— Non fa niente. madre. Non abbiamo fame. L‘ordine
è arrivato. ’leiicte il vostro pranzo per gli aiti‘i. Un altro
distaccamento sta per arrivare. Sara ia guarnigione dei Vil-
laggio. Date loro da mangiare se volete.

(zii uomini Si raduna-ano.

ii dlàtLLCiilÌÌLHÎC si a‘.’ ientaniente יִno ad un'aitura
dove si ieriiio. amalov guardava versi; ovest, verso l’Ucrai-
na martoriata, oitraggiata, incatenata, ma. non doma, con}.
battente e senza paura.

Egii Vide àiiuiu. imcobaieno che attraversava il יִrma—
mento, M. L flaiiiincggiante ed ridEscente dane tinte de-
licatamente sfumate Litliia rosa, del iii'ia e dciia viola, ador-
no dcii’oio dei petali del scie e dei verde tenero dei gio—
vani germogli.

L’aicouaici‘io si stendeva da est ad ovest e univa il cie-
lo e la terra con 'ia sua cinta di יִamme.

Sciaiov si VOLLÙ verso i suoi uomini.

— Seguimi . Avaiit' in marcia...

Il distaccamento ai .o con passo fermo e misurato. I
contadini rimascio dietro. Nessuno parlava. I soidati com-
miiim'aiio lungo iii s ad: verso l'oi'.c15iitc senza nne del-
la p1uiiiiru amaro... nic oiitLii in‘co luminoso dell'aicobaieno.

i CUiiLLidliii t' mano. boairiivunu gii cechi fino a urli
c, nor s.‘g..ire più ciic {esse pos-
.cx.ìo, iiim allzizrurro lontano iii cui si
c della p.11 m e nella iuce
rerum o Ì“',iili(‘.1lîìi'c d.‘il'di‘CU'i).liCllU che
r iite.

FINE.



















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