Numero 5 del 2014
Europee, come e perché?
Testi pagina 20
18 Maggio 2014
La nuova uE
aLLa prova
dEL gEnErE
di Tiziana Bartolini
Un modello sociale
e democratico da riaffermare
per sUperare Una crisi che
non è solo economica
“Le donne sono state protagoniste della costruzio-ne dell’Europa, che nei Trattati e nelle Carte fon-danti afferma la parità di genere e la necessità
di superare le discriminazioni. L’Europa ha fatto promesse
che deve mantenere”. Livia Turco, a margine del conve-
gno organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti, di cui è Pre-
sidente, “Uno sguardo di genere per una nuova Europa”
(Roma, 11 aprile) sottolinea il focus dell’iniziativa. “Oggi
va costruita una democrazia partecipata, per cambiare le
istituzioni e rilanciare il modello sociale. Va alimentato un
dibattito pubblico che faccia crescere una società civile
europea perché di UE occorre parlare nella dimensione
quotidiana”. Tra le numerose relazioni, Anna Loretoni,
docente di Filosofia Politica alla Scuola Superiore Sant’An-
na di Pisa, ha sottolineato quanto la nostra sia stata “una
cultura politica europeista molto fragile, spesso retorica o
di facciata” ma al contempo come “in questi anni l’Europa
abbia dato molto alle donne in termini di diritti sostanziali,
di un’uguaglianza non formale anche perché ha fatto da
traino per superare ritardi nelle politiche nazionali”. È oggi,
quindi, “occorre spiegare l’Europa che vogliamo anche in
termini di valori e di diritti civili e sociali”. Gli interventi sono
stati attraversati dalla piena consapevolezza della criticità
del momento che vive l’UE accanto alla preoccupazione
sulla tenuta dell’idea di comunità complessa ma indispen-
sabile. La crisi economica sta mettendo in crisi il modello
che l’Unione si è dato e un’inversione di tendenza sostan-
ziale è stata invocata, a partire da un’affermazione delle
forze politiche progressiste alle prossime elezioni europee
e in misura tale che possa garantire la possibilità di realiz-
zare i cambiamenti.
“Con questa crisi economica, finanziaria, sociale e di siste-
ma il rischio serio è di andare verso una società europea
più polarizzata, divisa e depressa - ha dichiarato France-
sca Marinaro - mentre occorre creare consenso intorno
ad un’idea di cambiamento che punti ad un’Europa demo-
cratica e sociale più vicina ai cittadini e alle cittadine”. Lo
scenario che si auspica è di una guida politica che possa
prevalere sulla visione finanziaria, burocratica ed econo-
mica di questi anni. Marinaro ha parlato della necessità di
“riforme radicali in ottica di genere” se si vuole evitare di
scaricare la crisi sulle spalle delle donne e se si punta ad
ottenere risultati positivi dalla Strategia 2020, soprattutto in
materia di occupazione e di pari opportunità tra uomini e
donne. Proprio sulle complesse situazioni del lavoro si è
soffermata la sociologa Maria Grazia Rossilli. “La Strate-
gia 2020 ha come slogan una crescita economica intelli-
gente (cioè basata sulla conoscenza), sostenibile (rispetto-
sa dell’ambiente e delle future generazioni) e socialmente
inclusiva. Contiene anche vari obiettivi quantitativi ponen-
dosi il 75% come tasso di occupazione nella popolazione
tra i 20 e i 65 anni e la riduzione di 20 milioni delle persone
a rischio povertà (che è attualmente valutata in 80 milioni).
È apprezzabile che ci siano degli obiettivi così definiti, ma
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