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Numero 11 del 2006

Finanziaria che verrà: facciamo i conti


Foto: Finanziaria che verrà: facciamo i conti
PAGINA 12

Testi pagina 12

Una cosa appare certa: i temi delwelfare e della sanità devono avere
priorità assoluta per il 66%. Infatti, vi-
sta la condizione dei servizi presenti in
Italia, il 48%, lo afferma seccamente
mentre per il 18% rappresenta la condi-
zione necessaria affinché l'operato del
Governo si manifesti diverso/migliore
da quello che lo ha preceduto.
Il 35% manifesta il proprio pessimi-
smo: il 23% pensa infatti che - comun-
que sia - "toccherà pagare", mentre
l'10% non ha grandi illusioni: i "grandi
cambiamenti non saranno possibili e le
mediazioni saranno dolorose". Per il 3%
la finanziaria porterà sia miglioramenti
sia peggioramenti.
Dalle risposte ricevute in merito alla
questione "dove tagliare" emerge forte e
chiara una richiesta di intervento sul
fronte degli sprechi. Accanto a qualche
sparuta indicazione operativa (basta
"con i tre milioni di rotonde stradali" ,
"alle grandi opere non finite", "ai finti in-
validi dai quali dobbiamo
pretendere il ritorno del
maltolto"; "chi ostenta la
propria ricchezza con bar-
che e auto di lusso", "all'as-
sistenzialismo", "con i pri-
vilegi delle lobby come
quella dei decoder", "al ne-
potismo"; tassiamo "i ric-
chi", ".. tagliamo le pensio-
ni sopra i 4.000 euro", " ..
investiamo nel controllo
delle denunce dei redditi"..
propongono alcune) viene
alla luce tutto il malessere nei confronti
dei costi della politica.
Le accuse rivolte a chi è chiamato a
rappresentarci evidenziano una perce-
zione non certo positiva del sistema nel
complesso, sia a livello statale sia a li-
vello locale. E' lì che chi risponde intra-
vede tanti sprechi: non solo le auto blu
e i portaborse, le consulenze e le strut-
ture inutili.
Chi ci rappresenta costa troppo, e
troppi sono i
suoi privilegi.
Troppo elevato
il numero dei
parlamentari,
troppi i benefit
per chiunque
eserciti un ruolo
politico: "..è
possibile che io
debba lavorare
3 vite e loro in
un anno guada-
gnano cifre da
c a p o g i r o ? " ,
"..perchè per noi
comuni mortali
si innalza sem-
pre più l'età
pensionabile e loro - con pochi anni di
servizio - possono godere di vitalizi ir-
raggiungibili?", "basta con le loro pen-
sioni d'oro, i doppi incarichi le commis-
sioni inutili (che garantiscono però get-
toni di presenza consistenti)". E basta
con tutti quei privilegi che sfruttano an-
che a favore di amichette, mogli, figli e
suocere.."!
Si richiedono tagli ai troppo alti com-
pensi per onorevoli, consiglieri regiona-
li, assessori, rappresentanti dei partiti
nel variegato mondo delle nomine poli-
tiche, alti "in relazione alla loro effettiva
presenza". Dovrebbero "dare il buon
esempio, essere a servizio del cittadino,
ma in realtà siamo noi a finanziare i lo-
ro stipendi. E loro - legislazione dopo le-
gislazione - fanno buchi di bilancio per-
ché pensano solo ai loro interessi". E c'è
anche chi propone ironicamente di far
firmare loro un contratto di collabora-
zione (a progetto?) e "in caso di cattiva
gestione, il licenziamento in tronco. So-
no o non sono nostri dipendenti?"
Meno presente, ma significativa, an-
che la critica al settore pubblico, a tutti
"quei pubblici dipendenti garantiti che
non lavorano", specie da chi in tale set-
tore opera con contratto di collabora-
zione.
E soprattutto in merito alla sanità ed
alla scuola (80% delle risposte) che non
dovrebbero manifestarsi i tagli. "Perché
chi ha soldi si può comprare una sanità
ed un'istruzione miglior", per tutti gli al-
tri rimane solo il sistema pubblico. Ma
anche la ricerca, le pensioni, i servizi
debbono essere priorità importanti, così
come appare chiaro che il taglio dei fi-
nanziamenti agli enti locali si traduce
automaticamente sia in tagli o incre-
mento di costo dei servizi, sia in incre-
mento di tassazione aggiuntiva.
A 'noidonne' si chiede di spiegare la
finanziaria in modo obiettivo, con i pro
ed i contro: non solo con l'utilizzo di un
linguaggio comprensibile per chi non
frequenta gli ambienti degli addetti ai
lavori, ma anche in termini di "quanto
costa alle donne", alle giovani, a chi vi-
ve nel meridione, con esempi chiari.
Magari anche mettendo opinioni a con-
fronto, sentendo la voce delle commis-
sioni parlamentari, cercando esperte/i
che possano leggerne l'impatto sul lavo-
ro precario, sui servizi, sul-
la scuola e la ricerca. An-
che approfondendo le ri-
percussioni sulle donne so-
le, a basso reddito, future
pensionate povere Si chiede
di promuovere posizioni
anche indipendenti, metter
in gioco le diverse donne e
i movimenti, "non per rico-
struire vecchie posizioni
ideologiche" ma "per cerca-
re nuove posizioni unita-
rie".
Sondaggio di ottobre
Rosa M. Amorevole
In Parlamento si discute la legge
finanziaria, e io...
novembre 2006 noidonne12


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