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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 8

Testi pagina 8

ottobre 2006 noidonne8
AMonaco il Papa ha denunciato lasecolarizzazione dell'Europa ed an-
zi ha individuato in questa 'sordità' alla
voce di Dio la causa del conflitto fra
Oriente e Occidente. E tuttavia se è vero
che in Oriente l'istanza spirituale si nu-
tre del sentimento religioso in forme lon-
tane dalla nostra cultura, è ingiusto di-
re che la spiritualità non può esprimersi
fuori dalla religione; inoltre l'ostilità
verso l'Occidente non va addebitata so-
lo alla secolarizzazione, ma anche alla
memoria storica crociate
e colonialismo) e all'at-
tuale politica di rapina e
violenza.
E ancora :"Non ri-
usciamo più a sentir-
lo…quello che si dice di
lui ci sembra prescientifi-
co" mentre invece, come è
stato detto anche a C.L.,
dovrebbe essere la ragio-
ne, correttamente guida-
ta, a soccorre la fede (en-
ciclica 'Fides et ratio').
Questa posizione è
certo inconciliabile con
quella di un uomo di
scienza come Leo Szilard
il quale così definiva la
verità, con la minuscola:
"la mia versione dei fat-
ti". Perché da Galileo in
poi il metodo scientifico
procede per osservazioni
successive che stimolano
intuizioni e ipotesi di lavoro, da verifi-
care poi sperimentalmente per dimo-
strare la verità o falsità. Di che? Di pro-
posizioni concepite nella mente, fallibi-
le, di un uomo.
La scienza postgalileiana non ha im-
plicazioni metafisiche o morali, il pen-
siero scientifico è un pensiero accidenta-
le e precario e tuttavia gli va ricono-
sciuto di avere indirettamente promosso
un modello sociale alto e civile: nel
mondo scientifico il riconoscimento del
valore individuale non viene dall'auto-
rità o da una posizione gerarchica ma
dall'autorevolezza che al singolo viene
riconosciuta da scienziati di pari livel-
lo. E ancora: i risultati raggiunti devono
essere esposti in totale trasparenza al
controllo universale in una condizione
di scambi continui che promuovono la
collegialità e riconoscono la pari digni-
tà, al di là della differenza di genere, di
nazionalità, di credo religioso e politico.
Alla scienza insomma dobbiamo rico-
noscere il merito di avere proposto un
cambiamento radicale della cultura, e
dunque della struttura sociale, resa più
aperta e democratica, cosmopolita e
tollerante.
Eppure a Monaco la condanna del
Papa contro una scienza che "s'impegna
con solerzia a cercare una spiegazione
del mondo in cui Dio sia superfluo" ci fa
tornare indietro a Galileo le cui scoper-
te hanno messo in crisi la visione antro-
pocentrica della creazione privando
l'uomo dell'orgogliosa presunzione di vi-
vere al centro dell'universo.
Quanto all'evoluzionismo così si è
espresso Ratzinger: "La tesi dell'evolu-
zionismo è irragionevole. I conti sull'uo-
mo senza Dio non tornano". Il rapporto
fra Darwin e la Chiesa ha conosciuto
alti e bassi ma mentre ancora con Pio
XII l'evoluzionismo veniva derubricato
a pura ipotesi, Wojtyla ne ha ricono-
sciuto il valore scientifico che è tale da
resistere all'accumulo di un'enorme
quantità di dati empirici che Darwin
nemmeno immaginava, a cominciare
dai geni. E invece oggi rischiamo la sal-
datura fra il "disegno intelligente" soste-
nuto dalle sette cristiane fondamentali-
ste statunitensi e il magistero della Chie-
sa romana, come fa prevedere il tentati-
vo della Moratti di levare Darwin dalla
scuola, cosa già avvenuta in alcuni sta-
ti USA. Di certo la Moratti, preoccupa-
ta di compiacere qualche personaggio
oltretevere più che di difendere la sensi-
bilità degli studenti, ignorava che dalle
ultime ricerche dell'antropologia mole-
colare, la nuova disciplina nata dagli
sviluppi impetuosi della genetica e della
biologia molecolare, risulta
che il DNA dell'uomo e del-
lo scimpanzé sono uguali in
una proporzione fra il 98,4
e il 99,4%, un grado di affi-
nità tale da spingere il sa-
piens e lo scimpanzé all'in-
terno di una stessa fami-
glia.
Un'altra ferita narcisisti-
ca ci è venuta Freud, cioè
dalla sua teoria dell'Incon-
scio, dal nostro "essere agi-
ti" piuttosto che essere si-
gnori di noi stessi. E più tar-
di altri motivi di dibattito
sono venuti dalla psicolo-
gia sperimentale e dalle
neuroscienze le cui indagini
tendono a chiarire cosa
vuol dire essere uomo dal
punto di vista mentale e
comportamentale. Queste
scienze ovviamente non si
pongono le Domande Su-
preme, tuttavia i loro risultati hanno
spesso dato luogo a querelles in campo
filosofico e religioso (ad es. la ricerca
sulla natura degli atti di volontà pone
l'antico problema del libero arbitrio).
Inoltre gli strumenti che lo straordi-
nario progresso della scienza e della tec-
nica ci ha messo a disposizione pongo-
no quegli interrogativi sulla vita e sulla
morte su cui la Chiesa avverte di aver
perso la tradizionale autorevolezza, co-
me appare dall'attuale dibattito su pro-
creazione assistita, eutanasia, testa-
mento biologico.
Il papa e i meriti della scienza
Esternazioni
gli strumenti che il progresso
scientifico offre pongono
interrogativi sulla vita e sulla
morte e la Chiesa avverte di
aver perso la tradizionale
autorevolezza
Stefania Friggeri
Enrico Baj, 1963 Il Comitato


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