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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 34

Testi pagina 34

luglio - agosto 2006 noidonne34
In alcuni paesi in transizione (Russia,Ucraina, Moldavia, Bulgaria, ecc.), la
performance economica è stata partico-
larmente disastrosa in confronto ad al-
tri anch'essi in via di trasformazione.
Nei primi, l'attenzione per la macroeco-
nomia e per la stabilizzazione economi-
ca ha fatto dimenticare questioni im-
portanti come la necessità della costru-
zione di una rete di sicurezza sociale per
attenuare gli effetti negativi della trans-
izione (disoccupazione, povertà ecc.).
Dal 1992 questi hanno proceduto alla
chiusura o alla privatizzazione delle
imprese statali e dei servizi pubblici se-
condo gli indirizzi del Fondo Monetario
Internazionale e alla riduzione drastica
della spesa sociale. E' innegabile che il
tenore di vita della maggior parte dei
cittadini abbia subito un notevole dete-
rioramento evidenziato da numerosi in-
dicatori.
Ciò che è successo in questi paesi di-
mostra chiaramente che i problemi so-
ciali, come in un qualsiasi altro paese
del mondo, devono avere il loro spazio
all'interno delle logiche economiche, e
che tali problemi non possono essere af-
frontati separatamente dalle riforme di
struttura, invalidando così la strategia
del FMI che vorrebbe, invece, isolare le
misure di stabilizzazione macroecono-
mica dalle loro conseguenze sociali. Al-
cuni responsabili del Fondo hanno sti-
mato che un costo sociale era inevitabi-
le. Tuttavia altre esperienze di cambia-
mento di un sistema sono state accom-
pagnate da processi di riforma dello
Stato e dalla realizzazione delle basi
istituzionali indispensabili per il funzio-
namento di un'economia di mercato,
ma soprattutto da politiche di welfare
per consentire una transizione meno do-
lorosa al neoliberismo (paesi Europa
centro-orientale).
Il confronto tra diverse economie
transizionali del vecchio blocco sovieti-
co o ad esso satelliti, che hanno adotta-
to strategie differenti sui modi, tempi e
sequenze della transizione, convalida,
infatti, che vi è una grave incidenza del-
le politiche macroeconomiche (riduzio-
ne dell'inflazione, liberalizzazione dei
prezzi, privatizzazione ecc.) sul tessuto
di un paese, se queste non sono accom-
pagnate dalle opportune tutele sociali.
Alcuni Stati (Polonia, Ungheria, Slovac-
chia, Repubblica ceca ecc.), dove sono
state attuate, nel passaggio da un'eco-
nomia di piano ad una di mercato, po-
litiche di sostegno delle fasce di popola-
zione a rischio, e dove le riforme econo-
miche sono state introdotte in maniera
graduale, hanno registrato migliori tas-
si di crescita economica e livelli di po-
vertà e d'ineguaglianza sociale meno
preoccupanti rispetto a quelli di altri
che hanno applicato in maniera fideisti-
ca i consigli del Fondo, trascurando il
fatto, fondamentale, che non venisse
meno una certa coerenza economica e
sociale al loro interno.
L'Ungheria è lo Stato che ha ottenuto
i migliori risultati. Perseguendo una po-
litica prudente di privatizzazione e ri-
strutturazione dei settori produttivi e di
creazione delle necessarie infrastrutture,
implementando un piano di sviluppo
economico sia attraverso l'afflusso d'in-
vestimenti stranieri diretti sia ricono-
scendo incentivi alle imprese occidenta-
li, in grado di portare nel paese capita-
le e capacità tecniche, ha segnato una
costante crescita e un grande aumento
della produttività del lavoro. Accanto
alla realizzazione degli obiettivi econo-
mici, il governo ha provveduto a ridurre
gli stanziamenti per la difesa e ad av-
viare alcune riforme (fiscale, pensioni-
Disoccupate, ma non troppo
Ungheria
Cristina Carpinelli


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