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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 33

Testi pagina 33

Ciascun lituano cominciò ad aspet-tarsi qualcosa di positivo in occa-
sione della 'Rivoluzione fatta cantando'.
Dal 1989 al1991 abbiamo imparato a
esprimere la definizione di Libertà, ab-
biamo imparato a diventare liberi e che
cosa rendeva la libertà opportuna". Ga-
briele Zaidyte, titolare della cattedra
Unesco per le politiche e la gestione dei
beni culturali all'Accademia di Belle Ar-
ti di Vilnius, esprime molto volentieri la
sua opinione. "Subito dopo ebbe inizio il
periodo delle sfide in tutti i sensi del ter-
mine. Capimmo che ciò che dovevamo
aspettarci era ciò che dovevamo fare
noi stessi ed imparammo che mezzi e
conquiste sono risultati, non regali. An-
che per l'appartenenza all'Unione Euro-
pea, fu chiaro che avremmo tratto pro-
fitto solamente nel momento in cui sa-
remmo stati in grado di creare input e
solamente nel caso in cui questi fossero
sufficientemente forti avremmo potuto
sperare di avere una vera forza. Sono
processi molto lenti e siamo ancora nel-
la fase in cui ci stiamo dimenticando di
guardare al passato perché sembra che
tutto sia successo in maniera troppo
frettolosa. Mi pare che se di apparte-
nenza all'Unione Europea dobbiamo
parlare questo attenga maggiormente ai
progetti politici che alla vita quotidia-
na. Mi dispiace, parlando di Unione Eu-
ropea, vedere che ci dimentichiamo che
Unione Europea significa anche proget-
to culturale e che le dimensione cultura-
le sia una delle questioni più importan-
ti di ciò che genericamente viene defini-
to Europa". La giovane Gabriele è una
donna affermata, che però precisa: "il
mio è un successo personale che non
avrebbe potuto essere assunto come
progetto di genere condiviso, al di là del
sostegno che ho avuto con altre donne.
A noi viene richiesta più energia, più te-
nacia e anche un po' di fortuna per la
conquista di posizioni leader, per non
parlare delle migliori attitudini al man-
agement, per la capacità di cura del-
l'ambiente circostante (famiglia e figli
inclusi… ). Dovremmo essere più soli-
dali tra di noi, ci aiuterebbe immensa-
mente. Ritengo che sia l'Europa il 'pro-
getto culturale' sul quale lavorare e che
soprattutto noi, dalla nostra prospetti-
va di genere, possiamo affermare. Ma
per fare questo è in primo luogo neces-
sario essere libere ed essere in grado di
aprire le nostre menti e i nostri cuori".
noidonne luglio - agosto 2006 33
L’Europa come progetto culturale
Lituania
aspettative e progetti delle
cittadine e cittadini dei paesi
dell'Est nell'Europa allargata,
una testimonianza
Graziella Bertani

concetti e autori
IL TRADIMENTO E' UN ATTO D'AMORE?
"L'amore, quello vero, non protegge ma espone",
Umberto Garimberti
Agamennone è tradito da Clitmnestra, Apollo da Coronide. Niso dalla figlia
Scilla. E poi Didone, Achille, Zeus, e tra i latini Tarpea. Dante li mette all'inferno
dividendoli per categorie: famiglia, patria, autorità, ecc.
Ma che sia inganno amoroso o desiderio di potere il tradimento si intreccia sem-
pre con l'amore. E' un richiamo per la coscienza. Un battesimo laico. Una prova
iniziatica che consente di partecipare al banchetto con la vita. E' il peccato più
antico del mondo. Quello che caccia Adamo, non ancora uomo, dal Paradiso
Terrestre. Un'uscita dolorosissima come dall'utero materno, un evento insoppor-
tabile che permette però di iniziare a vivere. Su questa terra o altrove. Come
rimanda la straziante immagine di Gesù che sulla croce urla tutto il dolore del
mondo per il tradimento del padre "Dio mio Dio mio perché mi lasci solo?". E'il
simbolo del sacrificio, di un amore verso il quale si è disposti a pagare qualunque
prezzo. Tradire, una parola che racconta molto più di quanto spiega. L'etimologia
non aiuta ma è pur sempre una bussola. Cito dal Devoto Oli: tradire, dal latino
tradère "consegnare", si allude, nell'uso peggiorativo, alla tradizione evangelica
secondo la quale Gesù è "consegnato", e cioè tradito da Giuda. Ma i simboli pos-
sono prestarsi a più letture e sempre regalano sorprese. In un frammento del
"Vangelo di Giuda" è Gesù che parla a Giuda dicendogli: "sarai superiore a tutti gli
altri, perché sacrificherai l'uomo che mi riveste" . E' il traditore che diventa eroe.
Un epilogo esplosivo capace di ribaltare le fondamenta anche di un impianto
forte e stratificato come il Cristianesimo. Ma il "Vangelo di Giuda" è un docu-
mento gnostico e come tale non trova cittadinanza nella dottrina ufficiale della
Chiesa. A livello simbolico resta l'essenziale: l'atto d'amore che Gesù tributa a
Giuda, il più avveduto e meritevole tra gli apostoli l'unico a cui può essere affi-
dato il compito dei compiti, la conoscenza della verità segreta e con essa la prova
più estrema: tradire. Non si dà tradimento senza amore, e come scrive Elémire
Zolla: "la capacità di tradire è affine a quella di guidare, lascia solo il guidato,
quando occorra. E solo deve essere, per sentire ciò che lo sorregge quando non
sia più in grado di reggersi".
Emanuela Irace


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