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Numero 7 del 2006

Violenza: in bocca al lupo


Foto: Violenza: in bocca al lupo
PAGINA 22

Testi pagina 22

luglio - agosto 2006 noidonne22
Formare manager della conciliazione edell'empowerment, figure in grado di
promuovere 'politiche a favore delle pari
opportunità capaci di pilotare le donne
imprenditrici fra le opportunità previste
dalla legislazione italiana a sostegno
della conciliazione lavoro/famiglia'.
L'iniziativa, quasi inedita, vede unite
organizzazioni e associazioni molto ete-
rogenee nel comune intento do sfondare
il tetto di cristallo che le costringe al di
sotto delle loro potenzialità. "Una ricer-
ca condotta dal Ministero delle Pari
Opportunità nel 2004 evidenzia la
quasi totale assenza delle donne dai
ruoli chiave nelle organizzazioni
imprenditoriali; anche se donne impren-
ditrici rappresentano orami quasi il
20% dell'universo, dato in continua cre-
scita, esse sono presenti solo in modo
residuale negli organismi dirigenti".
Recentemente il Piemonte ha fatto qual-
che passo avanti con l'elezione di alcu-
ne donne ai vertici di alcune
Associazioni di categoria. "E' la prima
volta che si assiste ad un così largo
coinvolgimento di strutture imprendito-
riali sui temi delle pari opportunità,
indice della capacità femminile di lavo-
rare in squadra e su iter di ampio respi-
ro. Al termine del progetto, che prevede
cosi di formazione, verrà costituita una
rete tra le associazioni coinvolte, un
percorso comune di consulenza da offri-
re alle donne imprenditrici o spiranti
tali e un blog - attivo sul sito della Rete
di Parità nello Sviluppo Locale della
Provincia di Torino - su cui sarà possi-
bile scaricare documenti, domande,
scambiare opinioni".
Informazioni: CNA tel 011 5541811
Confartigianato tel 011 7410785
Accade in Piemonte
Imprenditoria
Isa Ferraguti
Sono Francesca, ho 29 anni e negli
ultimi cinque anni ho cambiato sette
posti di lavoro, cominciando da lavo-
ri di realizzazione di database ad atti-
vità poco complesse di tipo ammini-
strativo, a lavori di centralinista e di
segreteria. Questo, nonostante la mia
laurea in lingue e una autentica dis-
ponibilità a spostarmi per lavoro e a
non guardare l'orologio alla fine della
giornata. Come possiamo noi giovani
avere voglia di studiare se chi è entrato prima di noi nel mercato
del lavoro guadagna di più e ha un lavoro più stabile?
Noi che abbiamo frequentato l'università almeno in apparenza
fatichiamo di più a trovare la nostra strada e a vederci ricono-
sciuta quella stabilità che potrebbe consentirci di pianificare la
nostra vita anche personale, di mettere su famiglia o comprarci
una casa o una macchina senza dover ricorrere alla firma di
garanzia dei nostri genitori. Cosa aspetta il nuovo Governo a occu-
parsi di noi?
Francesca Maria Belli (Milano)
Cara Francesca,
non ho dubbi che il lavoro precario sia uno dei principali pro-
blemi dei giovani. E non solo dei giovani ma anche delle loro fami-
glie che devono farsi carico di questa situazione dal punto di vista
economico ma anche emotivo. Ormai il precariato riguarda anche
persone che hanno 30, 35 anni e oltre. Rischia di essere, questa pre-
carietà, strutturale, non finalizzata a consentire ai giovani di spe-
rimentare diverse soluzioni per cercare la propria strada, ma un
modo decisamente speculativo delle aziende per aggirare le regole
e risparmiare. Guardiamo con attenzione le esperienze già realiz-
zate in paesi a noi vicini, come la Spagna, dove il Governo
Zapatero ha costituito un patto anti-precarietà. È stato un percor-
so di concertazione durato 14 mesi e partito l'indomani della sua
elezione. Il primo passo è stato compiuto da sindacati e imprendi-
tori, che hanno sottoscritto un accordo sulla riforma del lavoro,
che il governo trasformerà in un decreto-legge. Considera che la
sfida contro la temporalidad, il lavoro precario, in Spagna è molto
impegnativa, perché riguarda il 34% degli occupati, il doppio della
media degli altri paesi dell'Unione Europea. Il Governo ha deciso
di trasformare a tempo indeterminato il rapporto di lavoro di tutti
coloro che hanno avuto più contratti temporanei per lo stesso lavo-
ro nell'arco di un biennio. E per supportare questa operazione ha
previsto una riduzione straordinaria dei contributi a carico delle
aziende. Secondo alcune stime questa riforma riguarderà 700/
800.000 persone, giovani uomini e donne che da precari divente-
ranno stabili entro due anni. Questo patto sociale contro la preca-
rietà definito a Madrid ha bruciato sul tempo anche la Francia, che
ha visto le proposte di Vilpen e il contratto di primo impiego esse-
re pesantemente attaccati dai giovani in una sorta di nuovo mag-
gio francese. Anche in Italia una delle priorità dell'agenda del
nuovo governo Prodi riguarda il lavoro in generale e la lotta al pre-
cariato in particolare. Non può il nostro paese guardare a un vero
progetto di sviluppo senza consolidare la condizione di vita e di
lavoro di migliaia di giovani uomini e di giovani donne.
Cristina Melchiorri
Lavoro precario, ma per quanto?
un'associazione temporanea di
imprese per rafforzare le
competenze femminile


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