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Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
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Testi pagina 25

noidonne giugno 2006 25
stesso. Inoltre emerge l'inadeguatezza di
interventi istituzionali a favore delle
donne in età più avanzata intenzionate
a riprendere un'attività lavorativa auto-
noma ed indipendente ed ancora la ri-
chiesta di formule di incentivo a soste-
gno dell'imprenditoria femminile che
vadano oltre, in misura più o meno am-
pia, ai meccanismi di intervento impie-
gati oggi: questi sono orientati, infatti,
ad incanalare risorse finanziarie a favo-
re delle iniziative di auto impiego in via
esclusiva attraverso il rifinanziamento
di leggi nazionali e/o regionali.
Emerge anche che le imprenditrici
rappresentano un fondamentale ponte
di collegamento tra ambiente (sociale,
culturale, istituzionale), territorio (con
le sue risorse ed i suoi bisogni) e spirito
imprenditoriale femminile che a volte
stenta a tradursi in iniziative economi-
che di successo andando a cozzare con-
tro barriere di natura economica, ma
anche di tipo culturale, generate dalla
difficoltà di accettazione sociale di un
ruolo attivo, propositivo e di autorealiz-
zazione della donna nella società.
Degno di nota il fatto che, all'interno
del tema dell'imprenditoria femminile,
sia possibile ritrovare una serie di spun-
ti concernenti la vita e la realtà del
mondo delle donne: da quelli relativi al
lavoro(occupazione e rapporto di lavo-
ro, obiettivi di Lisbona ecc.), a quelli fa-
miliari (ed oltre) che attengono ai biso-
gni ed alle strategia di conciliazione fra
lavoro e cura, agli aspetti culturali e so-
ciali. Perché rappresenta un dato cultu-
rale di rilevanza sociale che, in tempi di
grandi difficoltà per trovare il posto fis-
so, si cerchi di entrare nel mondo del la-
voro "con creatività". "Il rapporto del-
le donne artigiane con il sistema
bancario e finanziario veneto: inda-
gine esplorativa con ottica di gene-
re", (gennaio 2006, stilato a cura della
Prof.ssa Francesca Lazzari e della
dott.ssa Monica Cominato dello studio
STELE di Costabissara - Vicenza, per
conto dell'Ufficio della Consigliera Re-
gionale di parità della Regione Veneto)
Donatella Gasperi
Roma e Lazio
Un banca dati
delle competenze
Una Banca Dati delle competenze
per raccogliere i curriculum delle donne
e metterli a disposizione di Istituzioni,
Enti e tutti gli organismi interessati a no-
mine. E' il progetto ideato in collabora-
zione tra Regione e Province del Lazio e
presentato da Alida Castelli, Consiglie-
ra di parità della Regione Lazio e Fran-
ca Cipriani, Consigliera di Parità della
Provincia di Roma in occasione dell'in-
contro con il Segretario e il Vicesegreta-
rio dell'Associazione Stampa Romana,
Silvia Garambois e Rita Mattei, la coor-
dinatrice della Commissione Pari Op-
portunità, Simonetta Ramogida e il Di-
rettore dell'Associazione, Ninfa Paoli.
L'incontro è stato occasione anche per
discutere sul ruolo delle giornaliste nel-
l'editoria sottolineando l'importanza di
un rapporto più stretto tra le giornaliste
di Roma e le istituzioni garanti del la-
voro femminile, per l'avvio di una reci-
proca collaborazione. Le Consigliere di
Parità hanno illustrato inoltre l'impegno
dei loro uffici contro le discriminazione
in tutti i settori del lavoro e della vita
sociale, ivi compreso il mondo del gior-
nalismo. "La banca dati non deve essere
soltanto un elenco di competenze, ma
un'operazione di visibilità per le donne,
con la loro professionalità e le loro espe-
rienze lavorative" hanno dichiarato le
Consigliere, che hanno provocatoria-
mente definito la loro intenzione una
"discriminazione positiva", per far con-
quistare alle donne un ruolo certo nel-
l'organizzazione sociale.
Contratto di collaborazione a progetto e…dintorni
Il contratto di co.co.co è un contratto di lavoro in cui il pre-
statore di lavoro agisce in assenza di rischio economico e
senza mezzi organizzati di impresa, mediante prestazioni
che si ripetono in misura apprezzabile nel tempo. Queste pre-
stazioni sono frutto di un accordo tra le parti, sincronizzate
con l'attività del committente, strutturate in maniera funzionale con l'impresa, anche se autono-
me dal punto di vista organizzativo. Se non si rispettano queste caratteristiche si dà vita ad un
rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e dunque è possibile fare accertare dal giu-
dice la diversa natura del contratto.
Il debutto del contratto di collaborazione a progetto non ha determinato la totale eclisse del vec-
chio co.co.co, poiché questo tipo di contratto ancora si utilizza in alcuni casi, per esempio per i
collaboratori della pubblica amministrazione, ha tuttavia determinato la necessità che il con-
tratto di collaborazione si ancori ad un programma o progetto specifico e stabilito una netta
distinzione rispetto alle collaborazioni c.d. "tipiche"(amministratori di società, sindaci, parteci-
panti a collegi o commissioni ) che vengono escluse dal campo di applicazione del decreto.
Il progetto può essere inteso come un risultato finale tangibile che si deve raggiungere, mentre un programma consiste nell'esposi-
zione precisa e ordinata di quello che si deve fare in riferimento ad una certa attività.
Ma quello che dovrebbe caratterizzare il co.co.pro. è l'assenza del c.d. vincolo di subordinazione, ossia nell'assoggettamento gerar-
chico al potere direttivo del datore di lavoro. Troppo spesso sappiamo che nella pratica queste connotazioni, che distinguano il
co.co.pro. dal rapporto di lavoro subordinato puro e semplice sono disattese, poiché il contatto nasce , sin dall'origine, come stru-
mento per aggirare l'ostacolo di una assunzione "impegnativa" come quella a tempo indeterminato.
Se ritieni che il contratto che hai concluso, benché formalmente contenga un programma o un progetto, in realtà dissimuli un con-
tratto di lavoro subordinato, ti puoi rivolgere, per valutare se farlo accertare dal Giudice, al Sindacato, alla Direzione Provinciale
del Lavoro ed anche alla Consigliera di Parità, che può aiutarti a verificare se la condotta del datore di lavoro abbia anche una
valenza discriminatoria in base al sesso.
Avv. Natalia Maramotti


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