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Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
PAGINA 18

Testi pagina 18

Psicologia, psicoterapie, attacchi dipanico, depressione e tutti i problemi
legati alla sfera psichica, possono sem-
brare, a chi "si sente bene", materie che
riguardano solo alcuni individui con
difficoltà personali, deboli di carattere,
o addirittura "viziati". Si sente spesso
dire "hanno tutto e non sanno acconten-
tarsi" o "qualche mese in fonderia e poi
vedi come passano le paturnie!". Può
essere anche così perché il buon senso
popolare ha in sé una profonda saggez-
za dovuta ad un'esperienza secolare,
tramandata da una generazione all'al-
tra. Il Novecento però è stato un secolo
speciale: invenzioni come l'energia elet-
trica, il telefono, la televisione o il com-
puter hanno trasformato velocemente la
nostra vita. Tecnologie sempre nuove
hanno costretto i nostri cervelli ad ela-
borare un'indigestione di informazioni
trasformando così gli stili di vita in
tempi brevi. La civiltà occidentale è
diventata un contenitore di individui
che passano la maggior parte del loro
tempo a produrre e consumare una gran
quantità di prodotti per lo più non
necessari. Come dice Sabino Acquaviva
"abbiamo migliorato le condizioni di
vita, ma di una vita a cui fatichiamo a
dare un significato".
Contemporaneamente assistiamo ad
un martellamento incessante attraverso
media e giornali di notizie negative che
influiscono sulle nostre menti e di con-
seguenza sui nostri comportamenti. E'
difficile gestire tutto ciò, ecco perché
oggi ci vogliono occhi nuovi e un senti-
re più aperto verso chi manifesta dis-
agio o anche solo insicurezza. Noi tutti
viviamo in un mondo insicuro e per
molti questo diventa una consapevolez-
za che sfocia in una patologica paura
di vivere. Terapeuti, counsellor, esperti
nella relazione d'aiuto, possono agire
sul versante psicologico, ma questo non
basta: bisogna cominciare a rivedere la
progettazione sociale e politica. Il futu-
ro va inventato a partire dai disagi psi-
cologici e non solo da quelli materiali.
Le persone vanno aiutate a dare un
senso nuovo alla propria vita, perché il
consumismo è riuscito a distruggere
molti significati che le davano le nostre
madri e i nostri padri. Bisogna operare
affinché la politica si apra ai problemi
che ci angosciano, a partire da quello
del significato della nostra presenza in
questo mondo in cui bisogna faticare e
lottare per vivere.
giugno 2006 noidonne18
Alla ricerca del senso perduto
Strumenti
dice Sabino Acquaviva
"abbiamo migliorato le
condizioni di vita, ma di
una vita a cui fatichiamo
a dare un significato"
Gianna Morselli
Una madre
E' uscito nel mese di ottobre
2005 il bellissimo libro dell'ami-
ca giornalista Elena Bellei, 'Ma-
ter dove finisce la terra' (ed. In-
contri). Quale miglior modo per
presentarlo se non attraverso la
prefazione del poeta dialettale
sassolese Emilio Rentocchini:
"…in questo romanzo, la morte
improvvisa ed impropria della
madre innesca, nella protagoni-
sta, un processo di recupero pro-
fondo della sua figura e dell'uni-
verso borghese che l'ha sostenu-
ta e ne ha "subito" la presenza
attiva. A questa prima vicenda
si intreccia quella di Annina, la
partigiana, la donna del Lupo,
la ribelle, l'importuna, la matta.
Cosa leghi queste due storie, co-
sì distanti nel tempo e nelle ca-
ratteristiche delle protagoniste è
il segreto che tiene insieme il li-
bro. Non si tratta però di un "saggio" sulla morte, bensì di un romanzo sulla cre-
scita cioè sulla vita nel suo momento di sua massima espressione. Cresce innan-
zitutto la presa di coscienza della figlia, circa la natura profonda e magmatica
della madre; cresce poi nel contempo, la percezione articolata dello sviluppo eco-
nomico e sociale di un periodo, quello del secondo dopoguerra e del boom; cresce
anche, pagina per pagina, l'idea che l'esistenza materna, abbia significato la so-
pravvivenza della famiglia come modello sociale; cresce infine, parallelamente,
nel corso della lettura la figura misteriosa, greve e aleatoria insieme a cui solo il
viaggio iniziatici di colei che narra darà un volto ormai perduto. "… ciò che più
importa è che in Mater dove finisce la terra i fatti narrati, le persone scandaglia-
te in verticale, le due storie intrecciate, si inseriscono naturalmente, nella grande
storia, ci raccontano di sé per illuminare di emozioni e riflessioni e sguardi e si-
lenzi vivi l'esistenza di tutti".
Isa Ferraguti
Leonardo Rinaldi
Olio su tela grezza - Stanza blu n°1


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