Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 6 del 2006

Costituzione: dose minima consentita


Foto: Costituzione: dose minima consentita
PAGINA 14

Testi pagina 14

giugno 2006 noidonne14
È indubbiamente complicato, spessopoco chiaro tanto da richiedere un'in-
formazione diversa da quella a cui assi-
stiamo. La percezione è che i politici non
si impegnino troppo su questo versante.
E' però un tema che interessa tutti i cit-
tadini, donne e uomini. Sarà dunque ne-
cessario comprendere meglio gli ambiti
trattati dalla riforma costituzionale e
andare a votare il prossimo 25 e 26 giu-
gno
L'83% di coloro che hanno risposto al
sondaggio di noidonne ritengono che il
referendum sia una pratica democratica
per manifestare la volontà - di elettrici
ed elettori - in merito tematiche molto
importanti che possono modificare le re-
gole del Paese.
E' un modo di confermare la preferen-
za dichiarata alle scorse elezioni per il
7% delle/dei rispondenti, mentre per il
10% è ancora un qual-
cosa di ancora poco
chiaro, per la quale
sarà necessario appro-
fondire ancora, prima
di effettuare la scelta.
Nella totalità delle
risposte si rileva che,
per chi ha risposto, il
referendum costituzio-
nale di fine giugno do-
vrebbe interessare tut-
te e tutti. Alcune si
soffermano sul fatto
che per le donne c'è un
interesse particolare
visto che normalmente
"rischiano di essere le
prime a rimetterci".
Oppure perché danno
"grande valore al vo-
to, conquistato da soli
60 anni" o semplice-
mente per il fatto di
essere "abituate ad ef-
fettuare scelte dopo
aver ascoltato il pare-
re di tutti".
Dall'informazione si vorrebbe mag-
giore chiarezza. Non le chiacchiere con-
fuse dei talk show, ma un'informazione
netta e completa su come cambierebbe-
ro le regole se entrasse in vigore questa
riforma.
Per avere ciò non è indispensabile
che vengano prodotti "chili" di carta
stampata, ma poche chiare frasi che
evidenzino il prima e l'eventuale dopo,
insieme ai rischi possibili. E magari an-
che la risposta alle domande: "la rifor-
ma aiuta a costruire un Paese miglio-
re?", "rende i cittadini più partecipi e
meno sudditi?", "è giusta?", "è equilibra-
ta la suddivisione dei poteri?".
Qualcuno tra quelli più informato
vorrebbe che si evidenziasse la perdita
del ruolo di garante del Capo dello Sta-
to, il caos in cui potrebbe piombare la
Pubblica Amministrazione. Ma anche
cosa potrebbe essere fatto dopo il refe-
rendum.
Quello che emerge con prepotenza è
che la situazione presenta diversi lati
oscuri: se chi ha risposto dichiara impli-
citamente che andrà a votare, non è pe-
rò certo/a che questa sarà la decisione
di tutte e tutti.
Da qui la richiesta di maggiore infor-
mazione, che diviene importantissima
per promuovere l'attenzione ad un tema
così importante, articolato e complesso
nelle sue implicazioni giuridiche, che
appare spesso scarsamente compreso
dai più che ci circondano.
Più informazione dunque, linguaggi
semplici, schematizzati in modo da ca-
pire velocemente su cosa si sta chieden-
do un voto.
Ed il timore di alcune in merito alla
comprensione si manifesta anche nel
suggerire una semplificazione della
scheda referendaria: il si e il no, sosten-
gono, inducono in confusione. "Perché
non scrivere chiaramente che intendia-
mo non accettare/accettare la riforma
elettorale?". Questo eviterebbe molti er-
rori.
E' alla domanda "mi piacerebbe che i
politici …:" che si registrano le risposte
più corpose. Si rileva una sorta di criti-
ca all'operato dei nostri rappresentanti
al Parlamento.
Da un lato si vorrebbe che "facessero,
oltre a parlare" o che "partecipassero
maggiormente al dibattito sui valori
della Costituzione", "che incontrassero
di più le persone" e
che "comunicassero
più valori che ideolo-
gie" "parlando al po-
polo con onestà intel-
lettuale" che "pensas-
sero al bene della
gente e non solo al lo-
ro".
Si richiede loro di
promuovere la parte-
cipazione, soprattut-
to quella dei giovani,
con la pratica della
chiarezza mediante
l'uso di un linguaggio
semplice, a differenza
di quello "criptico"
che viene fino ad ora
esercitato. Occorre
portare le istituzione
a "portata delle citta-
dine e dei cittadini".
Dovrebbero "sforzarsi
di far sentire le Istitu-
zioni il luogo dell'agi-
re della cittadinanza
attiva".
Rosa M. Amorevole
Per me il referendum costituzionale...
Sondaggio di maggio


©2017 - Noi Donne - Iscrizione ROC n.6292 del 7 Settembre 2001 - P.IVA 00906821004 - Privacy Policy