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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 28

Testi pagina 28

aprile 2006 noidonne28
Argentina, da piú di 20 anni vive inBrasile, a Rio de Janeiro, da sempre
è impegnata nei movimenti sociali e in
particolare nella lotta delle donne per
l'uguaglianza delle opportunità. Gracie-
la Rodriguez, coordinatrice della Rete
Internazionale Genere e Commercio
(IGTN), è una donna che sicuramente
non si rispecchia in quella infelice ca-
ratterizzazione data dal nostro ex Presi-
dente del Consiglio nel corso del faccia
a faccia con Prodi di giorni fa: "non si
trovano donne disposte a lasciare casa
e marito per impegnarsi in politica". La
incontriamo a Roma, invitata dal Cam-
pidoglio per intervenire durante la sedu-
ta aperta del Consiglio Comunale dell'8
marzo; è appena arrivata da Parigi ed é
in partenza per Ginevra.
Come tutte le donne latinoamericane
Graciela è molto curata, sorridente, dis-
ponibile malgrado l'evidente emozione
di dover intervenire durante la seduta,
spontanea e disinvolta al punto di chie-
dermi di farle una foto mentre parla per
poter "documentare l'evento". Ma sareb-
be un errore scambiare la sua mancan-
za di formalitá per improvvisazione
perché Graciela è una donna molto pre-
parata che rappresenta una rete di don-
ne, femministe, specializzate in questio-
ni di genere, che provengono da 8 gran-
di aree regionali del mondo: Africa,
Asia, Caraibi, Asia Centrale, Europa,
America Latina, Nord America, Pacifi-
co. L'organizzazione di cui è Coordina-
trice Generale fornisce assistenza tecni-
ca sui temi di genere e commercio a
gruppi di donne, Organizzazioni Non
Governative, movimenti sociali, Gover-
ni, Istituzioni accademiche e attua da
catalizzatore politico con lo scopo di al-
largare lo spazio per una critica, con
una prospettiva femminista, sulle que-
stioni del commercio e della globalizza-
zione. IGTN ha tra i suoi fini anche
quello di costruire una cooperazione
Sud-Nord con l'obiettivo di uno svilup-
po più giusto e di politiche commerciali
piú democratiche. La Rete Internaziona-
le Genere e Commercio nasce nel 1999
dopo un seminario, organizzato nella
città di Granada, al quale parteciparo-
no 48 donne del Nord e del Sud per dis-
cutere del "libero"commercio e degli im-
patti degli accordi commerciali sulla vi-
ta delle donne. Ci troviamo di fronte ad
un gruppo di donne che ha scelto di oc-
cuparsi di macroeconomia proprio per
occuparsi della vita delle donne e capi-
re in che modo le politiche degli Stati si
ripercuotano sulla vita delle persone e
in particolare del genere femminile.
Durante l'intervento al Comune di
Roma, che purtroppo ha dovuto taglia-
re per motivi di tempo, ha tenuto a sot-
tolineare come la giornata dell'8 marzo
sia un momento importante per fare un
bilancio sull'attualità della lotta per i
diritti delle donne e per lanciare nuove
sfide per il movimento femminista.
Parlaci un po' della situazione delle
donne in America Latina?
In America Latina, particolarmente in
Brasile, negli ultimi due anni, la parte-
cipazione delle donne è aumentata in
misura significativa nella vita pubblica
e nell'impegno per la conquista dei di-
ritti. In generale, dagli anni '80 è au-
mentata la partecipazione al reddito: le
donne lavorano di più, consumano di
più e, sempre in maniera crescente, as-
sumono il ruolo di capofamiglia. Tutto
ciò è estremamente positivo ma, mal-
grado i progressi di cui ho parlato, è ne-
cessario evidenziare che esistono anco-
ra forti disuguaglianze, specialmente
nel mercato del lavoro, che si traducono
in pregiudizi e nella forte differenza sa-
lariale esistente fra uomini e donne. A
parità di impiego e formazione, le don-
ne guadagnano fino a tre volte meno de-
gli uomini, una situazione, questa, ag-
gravata dalla discriminazione di cui so-
no fatte oggetto le donne di colore.
Quali sono, a tuo parere, le ragioni
di queste disuguaglianze ancora co-
sì forti?
Sono diverse e molteplici. Secondo me
bisogna far riferimento ad alcuni ele-
menti che spesso non sono sostenuti nei
movimenti femminili e che contribuisco-
no a mantenere tale questa situazione.
Per esempio la scarsa considerazione in
cui viene tenuta la prospettiva di genere
in fase di analisi e formulazione delle
politiche macroeconomiche e sociali. La
mancanza di prospettiva di genere negli
studi e nei programmi contribuisce a
mantenere invisibili le disuguaglianze
fra uomini e donne e finisce con il soste-
nere le distorsioni del mercato impeden-
done il superamento. Sarebbe stato ne-
cessario saper prevedere le conseguenze
che il modello neoliberista applicato in
Brasile e in America Latina negli ultimi
decenni avrebbe comportato. Tale mo-
dello ha effettivamente causato profon-
de modifiche nella vita economica dei
paesi che hanno dovuto sottoporsi ai
processi di flessibilizzazione della pro-
duzione, di privatizzazione dei servizi
pubblici, di apertura indiscriminata ai
capitali stranieri, nonché all'aumento
del commercio internazionale e tale si-
tuazione ha inciso negativamente sulla
qualità di vita degli uomini e delle don-
ne, sull'uguaglianza sociale e sull'ugua-
glianza di genere.
Da dove nascono queste disugua-
glianze?
Dal sistema capitalista e patriarcale
che ha posto alla base del suo potere
economico il lavoro domestico delle
donne e cerca di perpetuare questo sche-
ma perché è funzionale alla sua esisten-
za.
Puoi farci un esempio concreto di co-
me le politiche liberiste incidono di-
rettamente sulla vita delle persone e
delle donne in particolare?
Il caso della privatizzazione dell'ac-
qua potabile è ben rappresentativo.
Quando andiamo a vedere in che cosa si
è tradotta la privatizzazione dell'acqua
potabile, il cui pretesto era migliorare la
qualità del servizio, ci rendiamo conto
che per la maggior parte delle donne il
risultato è che sono loro a doversi occu-
pare di portare l'acqua in casa e a ge-
stirla con parsimonia, in condizioni pe-
nose che, in definitiva, appesantiscono
il lavoro domestico.
In questo momento in America Lati-
Siamo ancora merce di scambio
Intervista a Graciela Rodriguez
Nadia Angelucci


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