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Numero 12 del 2007

Un anno di notizie a colori


Foto: Un anno di notizie a colori
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Testi pagina 5

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riflettere, ed, alla fine aveva deciso di integrarsi in quel suo nuovo pae-
se, aderendo agli usi e alle abitudini delle compagne che si vedeva in-
torno e scegliendo di vestirsi come le ragazze occidentali…Ed è solo per
questi "non motivi" (che il nostro codice riconosce come "futili" motivi)
che Hina è stata premeditatamente e barbaramente uccisa dal proprio
padre con l'aiuto, la complicità e la connivenza di tutto il resto della fa-
miglia. E poi è stata seppellita, come fosse stata la cagna di casa, dive-
nuta rabbiosa, nel giardino della casa paterna, un po' per occultarne il
cadavere, ed un po' per vilipenderlo. Un crimine grave, efferato, odioso,
assolutamente ingiustificato ed ingiustificabile, perpetrato con assoluto
sangue freddo … che racchiude nella sua premeditazione, nella sua ese-
cuzione e nel suo occultamento, pressoché TUTTE, le numerose aggra-
vanti previste dal nostro codice penale, per tale reato. Per un omicidio
come questo il nostro codice penale prevede la pena dell'ergastolo ob-
bligatoriamente corredato da un certo numero di anni di isolamento
diurno e notturno. Anche in quella specie di parodia della giustizia che
è il rito abbreviato, chi commette un omicidio del genere, non può sfug-
gire al carcere a vita ma, semplicemente, solo alle sopraricordate pene
accessorie costituite dal periodo di isolamento….Io non so se questa ri-
chiesta del PM dovuta a una forma inconscia e pertanto inconsapevole
di masochismo culturale assorbito involontariamente attraverso l'ab-
bondante e deleteria filosofia antioccidentale presente sulla stampa no-
strana pseudoprogressista o ad un calcolo di puro cinismo o ad un ab-
baglio nel computo delle aggravanti che hanno accompagnato questo
sordido crimine…. Guai a pensare che quel processo sia un esclusivo af-
fare fra uomini e donne musulmane, come la richiesta del PM di Brescia
sembra suggerire !!! Quel processo riguarda tutte le donne e tutti gli uo-
mini d'Italia, e del mondo che ci osserva ! E riguarda la storia civile del
nostro Paese. Trattasi di un delitto gravissimo che intrattiene quasi TUT-
TE le possibili aggravanti che il Codice Penale prevede per il reato di
omicidio: solo Bilancia ed Izzo hanno, di recente, fatto di peggio ! Se
quell'assassinio non verrà punito con l'ergastolo, pur in presenza di un
rito abbreviato, si sarà lanciato un segnale fortissimo e irrimediabile di
relativa impunità a chiunque fra gli stranieri musulmani lo vorrà imi-
tare…A meno che costui non abbia inteso quasi considerare gli autori e
la vittima di un così barbaro delitto, degli esseri alieni alle nostre leggi,
e per i quali, conseguentemente, le pene si debbano applicare in manie-
ra attenuate per venire incontro ai loro usi tribali. Il che, non essendo
previsto da nessuna disposizione di legge, si configurerebbe come un
gravissimo attentato all'applicazione della Legge Penale in Italia e al ri-
spetto della dignità della persona umana e della donna in particolare".
Michele De Caro, Letizia Buonaccorsi (www.noiperlagiustizia.com)
Questa nota, diffusa il 9 Novembre e quindi prima della sentenza,
era una sollecitazione a manifestare per chiedere l'ergastolo per gli
autori del delitto di Hina. Sappiamo come è finita la vicenda: 30 anni
al padre e ai due cognati, il massimo della pena nel rito abbreviato. Il
grido di dolore per il barbaro assassinio di una giovane senza alcuna
colpa è attribuito alla ferocia senza giustificazione con cui i familiari
lo hanno pianificato e perpetrato, non alla violenza maschilista e pa-
triarcale. Nel lungo comunicato gli estensori non mettono in campo
altre possibili letture dell'omicidio: la violenza degli uomini contro le
donne che, a tutte le latitudini o in ogni cultura, pretendono la liber-
tà di agire in autonomia. Quindi il problema è 'incasellato' nel capito
'sicurezza e ordine pubblico' che deve essere garantito con la repres-
sione. Fermo restando che il nostro sistema giudiziario deve garanti-
re la certezza della pena per ogni delitto, appare difficile prevedere la
migliore efficacia che avrebbero pene più pesanti rispetto alla deter-
renza che potrebbe registrarsi affidando ad interventi educativi mira-
ti e sistematici il compito di interrogarsi e agire sulle origini della vio-
lenza di genere. La forma di rispetto più grande che possiamo aver per
la fine orrenda della povera Hina è prima di tutto dare una corretta
lettura della sua morte, proprio per evitare che le donne continuino
ad essere vittime della violenza maschile.


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