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Numero 12 del 2007

Un anno di notizie a colori


Foto: Un anno di notizie a colori
PAGINA 36

Testi pagina 36

Centoventi anni fa nasceva Lina Mer-lin, veneta, laureata in lingue stra-
niere, insegnante di francese alle scuole
medie, militante e dirigente del Partito
socialista italiano, senatrice del Parla-
mento e componente dell'Assemblea Co-
stituente.
Una donna che amava molto le don-
ne e che fece tanto per loro, per la loro e
la nostra libertà; una donna che, al
tempo stesso che detestava, a suo dire,
in ugual modo le "isteriche e le salottie-
re".
Molto probabilmente, continuerà a
passare alla memoria e alla storia solo
o principalmente per aver proposto, so-
stenuto e determinato la chiusura delle
case di tolleranza in Italia, ma è bene ri-
cordare di lei anche altre tappe impor-
tanti della sua vita politica e i tratti
fondamentali e assai attuali della sua
personalità.
Un forte carattere faceva di lei una
donna libera e ribelle, ironica e attiva,
dotata di particolare coraggio e tenacia
e stretta da un profondo legame alla
sua terra, il Polesine.
Particolarmente nota è una sua foto
che la ritrae, già senatrice, in stivaloni
di gomma mentre si prodiga nel presta-
re aiuto alle gente della sua terra du-
rante la famosa alluvione del 1951 ad
Adria.
La sua determinazione non ne esclu-
deva il sorriso e l'allegria; era una don-
na che, pur completamente assorta nel-
l'impegno politico, non disdegnava ed
anzi curava particolarmente alcuni
aspetti molto femminili: nota era a tutti
la sua passione per il bel vestire e la
scelta dei suoi cappellini era nutrita e
famosa.
Risale al 1933 l'incontro fortunato
con un Dante Galliani, deputato socia-
lista polesano che morirà solo tre anni
dopo, ma che fu per lei marito tenero e
compagno nella lotta politica.
Svolgeva il suo personale impegno
politico con particolare serietà e dedi-
zione ed era nota per l'impegno con cui
preparava i suoi pungenti discorsi par-
lamentari dimostrandosi particolar-
mente agguerrita e battagliera anche se
fu sempre personalmente e profonda-
mente orientata alla pace al punto di
definirsi da sola una combattente "pa-
cefondaia".
La sua vita fu interamente dedicata
agli ideali di libertà e giustizia che in
maniera convinta praticava nell'impe-
gno politico e all'interno del Partito so-
cialista italiano dove le sue idee e il suo
modo di intendere non trovarono sem-
pre facile vita.
Nel 1926 a due anni dal delitto Mat-
teotti, quando il regime fascista aveva
cominciato a mostrare più chiaramente
il suo spirito tirannico, subì la decaden-
za dall'impiego per le sue idee e dovette
sopportare cinque anni di confino in
Sardegna, dove solo grazie alla sua vi-
talità indiscutibile, riuscì a prodigarsi
verso la popolazione locale e a fare del-
la sua condanna un'ennesima occasione
di militanza.
Non furono pochi a ritenere che fosse
"una donna che non sapeva stare al suo
posto" anche se trovò profonda amicizia
ed intesa in Sandro Pertini, Carla Volto-
lina, Lelio Basso e praticò a tal punto la
sua coerenza da ritirarsi autonomamen-
te a vita privata quando gli spazi e le
ingiustizie subite all'interno del suo par-
tito, che pure amava e che non rinnegò,
divennero particolarmente stretti ed im-
praticabili.
dicembre 2007 noidonne36
Lina Merlin, una socialista scomoda
Antiche avanguardie
* Anna Salfi
Donne e madri per la pace
Il saggio di Anna Scarantino è una attenta e scrupolosa
ricerca storica sull'associazionismo pacifista italiano femmi-
nile negli anni successivi al secondo dopoguerra: anni "di
ripiegamento e conformismo", ma anche da rileggere alla
luce dei movimenti sotterranei (e poco studiati) precursori
degli anni Settanta. Il saggio è focalizzato sull'attività di uno
di questi: l'Associazione Madri unite per la pace, fondata nel
1946 da nove donne (tra cui Maria Remiddi e Marina Della
Seta i cui archivi e testimonianza sono le fonti principali del
libro), e confluita nella Wilpf poco più di dieci anni dopo.
L'Aimu è stata un'associazione formata da donne deside-
rose di trasformare il trauma dell'esperienza della guerra in
una nuova "fiducia nella forza della ragione e del diritto, e
nella possibilità di educare l'uomo ad un comportamento
pacifico fin dalla prima infanzia". Nonostante non priva di una certa dose di paternalismo,
l'Aimu ha il merito di avere scelto di non rifugiarsi nell'ambito unicamente spirituale,
come in quel periodo parte del pacifismo preferiva fare, e di avere percorso una strada di
autonomia politica in anni in cui la tendenza a schierarsi e il monopolio dei partiti ren-
deva molto difficile la vita a movimenti che volessero mantenere una propria autonomia
di pensiero e di azione, ma non per questo rinunciare a fare politica. Nello scegliere la
politica come campo di azione questa generazione di donne, così diversa dalle loro figlie
femministe, cominciava "un lavoro di 'dissodamento', di critica a immagini e ruoli tradi-
zionali, che il fascismo aveva riproposto per i suoi fini. Non si tratta soltanto di conqui-
ste concrete… ma di un mutamento di mentalità destinato ad estendersi progressiva-
mente".
Alla domanda posta dall'autrice se esista un contributo specificatamente femminile al
pacifismo vorrei rispondere, da lettrice, che il contributo più importante che emerge dal
suo dettagliato racconto della storia dell'Aimu e delle loro fondatrici è quello dato al suc-
cessivo femminismo da queste pioniere, che si mettevano in gioco in prima persona, in
un'ottica internazionalista, autonoma (facendo politica dal basso e separatamente dagli
uomini) di continuo rinnovamento ed apertura.
Giovanna Providenti
Donne per la pace. Maria Bajocco Remiddi e l'Associazione internazionale madri unite per
la pace nell'Italia della guerra fredda, di Scarantino Anna Prezzo: ¤ 25.00


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