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Numero 9 del 2007

Dolce attesa ... o malattia?


Foto: Dolce attesa ... o malattia?
PAGINA 44

Testi pagina 44

Di certo quasi tutti la ricordano per ilsuo film forse più famoso, vincitore
del Leone d'oro a Venezia, Anni Di
Piombo (1981), storia di due sorelle
che, negli anni della contestazione, scel-
gono strade diverse per "combattere il
sistema", come si diceva una volta. Lei,
la grandissima Margarethe, classe di
ferro 1942, femminista doc, tocco in-
confondibile da vera artista, cresciuta
alle pendici del Muro di Berlino, attra-
verso i suoi film ha sempre continuato a
"combattere" contro le ingiustizie della
storia e quelle di genere, denunciando le
atrocità di ogni tipo di guerra ed i falsi
moralismi, sempre attenta al lato uma-
no dei suoi personaggi. La Von Trotta ha
raccontato la storia ed i drammi del suo
paese attraverso le vicende delle donne,
vittime o combattenti, con segreti ed av-
venimenti tramandati di generazione in
generazione: madri, figlie, nipoti, sorel-
le, amiche. Invitata di recente a Roma
per ricevere un tributo dal Festival della
Fiction, la regista, ha tenuto una Master
Class di notevole spessore, riflettendo
con gli intervenuti sulle proprie espe-
rienze di regista nell'ambito di un più
complessivo giudizio storico sul proprio
paese. Nel 1962, infatti, un gruppo di
cineasti e registi tedeschi redigeva il Ma-
nifesto di Oberhausen, con una forte ca-
ratterizzazione politica, sancendo così
la nascita del nuovo cinema tedesco co-
me argine ed opposizione alle degenera-
zioni autoritaristiche della società del
periodo: la Von Trotta aderisce al Mani-
festo negli anni Settanta, recuperandone
tutta la valenza politica progressista.
Nel corso dell'incontro romano, però, la
regista si lascia andare ad un giudizio
duro sulle eccessive idealizzazioni degli
artisti del tempo, che permisero al terro-
rismo della RAF di prendere piede in
quel momento storico, a causa della
giovane età dei protagonisti di quella
difficile stagione e dell'impossibilità per
il paese di ricevere liberamente le infor-
mazioni. "Ci siamo dovuti limitare in
quegli anni ad essere contro - afferma -
perché o eri comunista o dovevi stare
dalla parte degli americani, e in quel
momento sognare, anche con l'utopia
del comunismo, era l'unico modo per
sopportare la realtà nella quale erava-
mo costretti a vivere". Dunque i film, ma
sempre all'interno di un ben preciso e
circostanziato perimetro e disegno stori-
co, spesso strumenti per fare i conti con
un passato/presente scomodo ed ingom-
brante, come testimoniano: Il caso Ka-
tharina Blum (1975), Sorelle-L'equili-
brio della felicità (1979), Anni di piom-
bo (1981), Rosa L. (1986), Paura e
amore (1988), Il lungo silenzio (1993),
Rosenstrasse (2003), L'altra donna
(2004). La Von Trotta si autodefinisce
apolide dalla nascita e questo tratto
emerge dalle sue opere, in personaggi
sempre alla ricerca di nuove identità e
di radici, della propria affermazione e
riappropriazione di tempi, luoghi e af-
fetti. "Il cinema è arte, soprattutto, ma
per me - aggiunge la regista - è anche
guardare esternamente, fuori di te". Al-
l'artista è stata dedicata a Roma una re-
trospettiva per le fiction TV con la
proiezione di opere mai viste in Italia
(Die andere Frau, Dunkle Tage, Jahre-
stage, Winterkind, Tatort). Fra queste ri-
cordiamo la trasposizione sul piccolo
schermo della monumentale trilogia
Anniversari, opera del grande scrittore
tedesco Uwe Johnson (1934-84), diretta
dalla celebre regista tedesca (storia di
Gesine, trapiantata a New York, che vi-
ve il periodo della grande contestazione
ma nei suoi ricordi rievoca la vita di un
piccolo paese tedesco, dalla Repubblica
di Weimar al dopoguerra). Parlando del
suo esperimento con il piccolo schermo,
la Von Trotta dichiara: "All'inizio, an-
che con una certa arroganza, non vole-
vo fare film per la televisione. Finché nel
1995 non ho iniziato a lavorare su Ro-
senstrasse e mi sono resa conto che il
progetto slittava continuamente per di-
versi motivi.
Dopo due anni di attesa non avevo
più soldi né speranze di realizzarlo e in
quel momento la tv di Colonia, che co-
produce i miei film, mi ha proposto un
progetto televisivo. Quando mi sono
convinta a provare, ho scoperto che non
era poi così male. E' stato bello avere
l'opportunità di raccontare una parte
importante della storia del mio paese,
con Anniversari, un progetto che non
avrei mai potuto realizzare al cinema".
L'ultimo film della Von Trotta distribui-
to in Italia, Rosenstrasse, che coinvolge
tre generazioni al femminile, ha per pro-
tagoniste le mogli "ariane" di ebrei tede-
schi imprigionati nel 1943, la cui corag-
giosa protesta, manifestata nella strada
che dà il titolo al film, li salvò dalla de-
portazione. Anch'esso in linea con l'in-
visibile filo rosso che lega indissolubil-
mente passato e presente, nonne e nipo-
ti, eventi lontani a fatti dell'attualità, in
un continuo fluire, talvolta doloroso ma
sempre fecondo di memorie, volti, senti-
menti e ri-conoscimenti: di sé, degli al-
tri, della storia.
settembre 2007 noidonne44
Il Cinema e la Storia secondo Margarethe
A tutto schermo
Elisabetta Colla
regista e femminista, la grande
Von Trotta privilegia da
sempre le storie al femminile


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