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Numero 9 del 2007

Dolce attesa ... o malattia?


Foto: Dolce attesa ... o malattia?
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Testi pagina 22

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Meno bambini, molti più anziani e tan-
te donne, native e migranti, sulle quali
grava ancora il peso di una società che
cambia in fretta.
Donne native e migranti, sole custodi del
passato e del futuro dei nostri Paesi. Donne
native che si misurano ogni giorno con i bi-
sogni reali, espressi o inespressi, delle fami-
glie e degli anziani. Donne migranti, rego-
lari o irregolari, impegnate nella cura delle
nostre famiglie, che sorreggono a loro volta
le loro famiglie e anziani, donne di altri
luoghi, lontani da qui. La nostra società è
attraversata da profondi cambiamenti che hanno reso
ormai insostenibile la condizione della donna messa a
dura prova da elementi di grande criticità, di ostacolo
anche alla scelta del lavoro di mercato, ben delineati
nell'ultimo Rapporto annuale ISTAT 2006: la distribu-
zione asimmetrica dei carichi di lavoro domestico, l'of-
ferta inadeguata di servizi per l'infanzia e un sistema
di welfare che non sostiene a sufficienza le attività di
cura e assistenza alla famiglia.
Il fenomeno demografico si è modificato nella stessa
direzione in tutta Europa ma si è manifestato con par-
ticolare intensità e durata nel nostro Paese. Le migliori
condizioni di vita, una maggiore attenzione alla pre-
venzione e il progresso della medicina, assieme a stili
di vita più salutari, hanno reso l'Italia il paese più vec-
chio d'Europa. Le persone in età avanzata sono 11 mi-
lioni (19,5%) ma da qui al 2050 i sessantacinquenni e
oltre saranno quasi 18 milioni. L'invecchiamento è fon-
te primaria di aumento dei rischi sociali e il suo ritmo
di incremento tende ad acuire i problemi connessi alla
domanda di cura, soprattutto nei riguardi delle perso-
ne non autosufficienti, circa 2,6 milioni, più dei due
terzi delle quali sono anziani di 65 anni e oltre. Con
l'involuzione delle politiche sociali e l'inadeguata of-
ferta di strumenti di assistenza da parte dei sistemi
pubblici, cresce nelle famiglie la difficoltà a farsi cari-
co dell'assistenza.
In questo contesto si inserisce l'altra novità storica ri-
levata dal Rapporto. L'Italia è divenuta una delle me-
te europee privilegiate di consistenti flussi in entrata
dall'estero: un fenomeno unico in Europa per la rapidi-
tà con cui si è manifestato e per l'eterogeneità dell'ori-
gine dei flussi, maggiori che negli altri grandi paesi
d'immigrazione. La popolazione straniera in possesso
di permesso di soggiorno valido tocca i 2,8 milioni al
1° gennaio 2006 ed è pari al 4,7 per cento del totale
della popolazione residente. I due terzi della popola-
zione straniera provengono da 15 paesi di ogni area
geografica del pianeta. Circa un terzo si distribuisce in
tre differenti cittadinanze: Romania (271mila al 1°
gennaio 2006), Albania (257mila) e Marocco (240mi-
la). Seguono, con oltre 100 mila presenze regolari, Ci-
na e Ucraina. L'88 % dei cittadini stranieri risiede nel
Centro Nord ed in particolare in Lombardia, Emilia Ro-
magna, Veneto e Umbria con una incidenza pari a cir-
ca il 7 % dei residenti.
I dati parlano chiaro: la responsabilità e il peso del-
l'assistenza e della cura alle famiglie ricade sulle don-
ne, molte delle quali sono immigrate. Nel settore dei
servizi alle famiglie gli immigrati rappresentano il 65%
degli occupati e il 41% di loro è una donna. Il flusso
regolare è accompagnato da un mercato clandestino
nel quale si stima la presenza di quasi un milione di
donne. Contrastare le presenze non regolari è l'obietti-
vo del nuovo contratto colf, in vigore dal primo mar-
zo, in cui si manda finalmente in pensione la parola
badante e si definiscono le caratteristiche delle assi-
stenti familiari per dare una regolarizzazione alla loro
posizione. Gli aumenti previsti dall'accordo, troppo pe-
santi per l'economia debole di molte famiglie che si tro-
vano oggi per la prima volta nell'inusuale posizione di
"datore di lavoro", ne hanno in parte attutito i benefi-
ci. La riduzione della clandestinità tra le assistenti fa-
miliari è l'obiettivo, oltre che del nuovo disegno di leg-
ge sull'immigrazione Amato-Ferrero che prevede ingres-
si fuori quota per colf e badanti, di tanti interventi lo-
cali di contrasto del mercato nero dell'assistenza a do-
micilio. Un mercato fatto di dipendenza, sfruttamento
e precarietà, di scarsa qualificazione e discontinuità di
assistenza, di condizioni di isolamento e di solitudine
sia degli anziani che delle donne migranti e di difficili
relazioni per i contrasti che possono insorgere nella
convivenza quotidiana, di mancato riconoscimento
del ruolo sociale occupato dalle famiglie e dalle donne
migranti nell'assistenza agli anziani, di mancato in-
contro tra il lavoro di cura e gli spazi di cittadinanza.
Occorre, dunque, "fare sistema" con l'obiettivo di soste-
nere il lavoro di cura. In risposta, il Governo ha predi-
Da badanti
ad assistenti familiari
Donne native e migranti
in una società
che cambia
Come cambia
la società italiana
Le donne migranti tra lavoro
di cura e diritto di cittadinanza
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r Servizio di Daniela Riccisettembre 2007 noidonne


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