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Numero 5 del 2007

Happy new family


Foto: Happy new family
PAGINA 40

Testi pagina 40

Quando ascolto donne che riescono aparlare dei maltrattamenti e delle
violenze che hanno subito, il mio biso-
gno irrimandabile è che raccontino tut-
to! Tutti gli sconvolgimenti, tutta la
paura, tutta l'angoscia che hanno pro-
vato, le sensazioni fisiche, gli odori, i
sapori, la descrizione del luogo dove av-
veniva la violenza, devono rivivere tut-
to devono tornare là in quei luoghi co-
me se stesse succedendo di nuovo.
Ed è difficile chiederlo, difficile farsi
accettare da loro, e per loro difficile af-
fidarsi a me, ma l'obiettivo di far sì che
rivivano l'esperienza per me è impre-
scindibile, solo in questo modo avviene
il contatto col terrore, col dolore, con la
vergogna .
Donne con gli occhi serrati il volto
contratto, il corpo teso che raccontano,
fra pianti e lunghe pause, gli episodi,
esternando cosa hanno ri-visto e ri-pro-
vato.
Donne a cui lascio tutto il tempo ne-
cessario per riguardare quegli episodi
diverse volte fino a quando la carica
emotiva sia esaurita per poi incontrare
di nuovo il loro sguardo tornato nel pre-
sente. Le donne che incontro non espri-
mono odio verso chi le ha maltrattate,
violate, umiliate non urlano maledizio-
ni contro il mostro non imprecano con-
tro chi le ha fatte sentire delle nullità
scarti della società, incapaci, stupide,
cattive madri, puttane…Queste donne
desiderano solo ascoltare se stesse vo-
gliono ri-sentire di nuovo scorrere il san-
gue nel proprio corpo, ri-sentire battere
il loro cuore, pulsare dentro di sé la vi-
ta, riaprire gli occhi e svelare uno
sguardo sereno fiducioso. Scoprono che
non sono loro ad essere sbagliate ma
che quello che hanno subìto è sbaglia-
to. Non si sentono matte e nemmeno in-
capaci, riconoscono i loro errori, le lo-
ro debolezze e operano per ricostruire
la loro identità con nuove modalità,
attente a non ri-cadere in quelle prassi
che non hanno permesso nel loro pas-
sato di riconoscere i segnali pericolosi
che arrivavano dagli uomini che loro
credevano di amare.
Queste donne per me sono straordi-
narie, ogni volta che ne incontro una,
vivo con lei un'impresa titanica ma
quando finalmente affiora in lei la vo-
glia di mettersi in gioco di riscrivere la
propria storia è come se avessimo par-
torito insieme una nuova vita e risco-
pro ogni volta il grande privilegio di es-
sere nata donna.
maggio 2007 noidonne40
Partorire nuove vite
Strumenti
Gianna Morselli
concetti e autori
Scandali da collezione
Diceva Baudrillard che la sintesi è violenta. Ottenere spiega-
zioni faticoso. Siamo abitudinarie e ci dedichiamo al raccolto,
in campagna come in città. Ieri come oggi. Guardiamo la vio-
lenza in famiglia e ci scandalizziamo per quello che succede fuori. Ci crogioliamo nella
sciatteria ansiogena dei ritmi forsennati e dimentichiamo le bollette da pagare.
Aspettiamo un discorso articolato e ci ritroviamo con un mugugno. Continuiamo a
chiedere perché, come i bambini, illusi di poter contare sempre sull'aiuto materno.
Viziati dai desideri produciamo e consumiamo oggetti e relazioni e finiamo col colle-
zionare scarpe, libri, pentole di rame, articoli di giornale, kg sulla bilancia, bambole dal
mondo, uomini. Ognuna con la propria raccolta. Siano la sfilza dei lavori precari o i
punti delle merendine. Gli avvisi di garanzia o le querele per diffamazione. I Santini
della Madonna o le immagini del Budda. C'è chi raccoglie amici e chi stampelle per
andare avanti. Farfalle e francobolli sono in disuso. Non servono nemmeno per con-
quistare le ragazze, che a loro volta sono diventate collezionatrici di tatuaggi e pear-
cing da mostrare come scusa ai maschi, come un tempo facevano loro a noi con gli
ambiti Gronchi Rosa. E di collezione in collezione anche l'Italia ha la propria. Dallo
scandalo della Banca Romana ai delitti di Stato dell'epoca fascista ne abbiamo messi
insieme un bel po'. Ma il vero boom ci è assolutamente contemporaneo. Da Irpinia-gate
a Tangentopoli, il mondo di Topolino si è moltiplicato come neanche i miracoli di Gesù
sarebbero riusciti a fare. Calciopoli, Moggiopoli, Vallettopoli, Bullopoli. Un esplosione
che ha del prodigioso e che sarà la cifra di questo secolo breve e contratto. Sintetico
come le parole che usa. Violento come la comunicazione per immagini. Faticoso come
chi ha deciso di intraprendere una collezione di "No" senza perdere l'entusiasmo. Ma è
la nostra storia ed è appena iniziata e noi ci dobbiamo impegnare perchè alla Pace
Perpetua preferiamo la vergogna che, come diceva Marx, è rivoluzionaria.
Emanuela Irace


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