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Numero 5 del 2007

Happy new family


Foto: Happy new family
PAGINA 36

Testi pagina 36

maggio 2007 noidonne36
Qualificate e malpagate
Bulgaria al bivio
Cristina Carpinelli
Le trasformazioni radicali nell'econo-mia bulgara hanno prodotto un
drammatico impatto sul fattore umano
con alti costi sociali. Durante la trans-
izione vi è stato un immiserimento di
massa che ha acuito le ineguaglianze.
Contrariamente alla vulgata popolare,
secondo cui la diffusione su larga scala
della povertà riduce la forbice delle dif-
ferenze (in un paese dove tutti stanno
male i distingui perdono di senso), la
Bulgaria, insieme con altri paesi dove la
povertà è un problema a "rilevanza na-
zionale", dimostra che tra le varie cause
del rallentamento della crescita vi sono
l'adozione di modelli di sviluppo che
non promuovono l'inclusione sociale,
l'integrazione nel mercato del lavoro e
adeguati livelli sanitari e d'istruzione,
generando di conseguenza miseria e dis-
parità. In Bulgaria, le persone con i più
alti tassi d'indigenza sono le donne sole
o divorziate con minori a carico, le fa-
miglie numerose o con membri disabili,
disoccupati o in pensione. La povertà è
presente soprattutto tra le famiglie mo-
noparentali con la donna capofamiglia
(21,4% delle famiglie). Questa tipologia
di famiglia è in crescita, a causa della
speranza di vita che è più alta tra le
donne (costituiscono il 63% della popo-
lazione anziana), dei tassi di divorzio
in aumento e del decremento dei matri-
moni.
Il modello di crescita, adottato dal
governo bulgaro durante la transizione,
su sollecitazione degli istituti finanziari
internazionali, è tuttavia un ostacolo
alla piena integrazione di questo paese
nell'Unione Europea (la cui adesione
formale ha avuto luogo il 1/1/2007). Le
nuove riforme non potranno più ignora-
re il fattore umano, che è indispensabile
per uno sviluppo sostenibile. La crescita
economica senza coesione sociale non
crea benessere. Negli ultimi sette anni la
Bulgaria ha fatto progressi impressio-
nanti in direzione della crescita e della
stabilità a lungo termine. Ciononostan-
te, rimane un paese povero rispetto ad
altri paesi dell'Europa centro-orientale,
con un tasso di sviluppo e un reddito
pro capite molto al di sotto della media
europea. Tale gap va colmato con l'av-
vio di una serie di misure nel mercato
del lavoro e nel settore pubblico, tenen-
do conto delle peculiarità di questo pae-
se. Una di queste è il declino del tasso
naturale di crescita della popolazione,
con l'effetto che la popolazione in età di
lavoro è in calo mentre la popolazione
totale sta invecchiando. La Bulgaria ha
un tasso d'occupazione e di partecipa-
zione al mercato del lavoro basso ri-
spetto agli altri paesi dell'Europa centro-
orientale. Secondo gli obiettivi dell'A-
genda di Lisbona (e Rapporti successivi
sulla coesione economica e sociale), es-
sa dovrà portare il suo tasso d'occupa-
zione al 70% entro il 2010, che è una
delle condizioni verso la convergenza di
reddito con i paesi dell'UE, e investire in
produttività, pur nella consapevolezza
che quest'ultima da sola non può com-
pensare la bassa partecipazione al mer-
cato del lavoro.
La Bulgaria potrà soddisfare gli
obiettivi posti dalla strategia di Lisbona
puntando, innanzi tutto, sull'equa par-
tecipazione delle donne nel mondo del
lavoro e sulla loro promozione ad alti li-
velli d'istruzione e di training. Il primo
passo è ridurre la disoccupazione fem-
minile più alta di quella maschile (ri-
spettivamente 9,3% e 8,6%) e le dispari-
tà di genere presenti sul lavoro. Le don-
ne prevalgono nei settori con minore
qualificazione e peggio retribuiti: 56,1%
nelle agenzie immobiliari e nelle banche
(come personale amministrativo);
64,1% nei servizi e nel commercio al mi-
nuto; 75,5% nel settore pubblico (scuo-
la, sanità, pubblica amministrazione).
Una quota in forte sviluppo è quella
delle donne che lavorano nelle ICT, ma
per ora si tratta solo di giovani mae-
stranze. Inoltre i differenziali retributivi
di genere sono tali per cui le donne per-
cepiscono il 67% dei compensi maschili.
Gli investimenti stranieri (dall'UE) e i
contributi statali sono orientati in gran
parte verso quei rami della produzione
dove, a causa della competitività con il
mercato globale, i livelli di produttività
del lavoro, e di conseguenza quelli sala-
riali, sono alti (energia, industria mec-
canica e chimica, turismo e trasporti), e
dove è notevole la presenza di occupati
maschi. La quota femminile della forza
lavoro totale nell'industria è del 39%.
La concentrazione massima di manodo-
pera femminile è di fatto "relegata" nei
segmenti marginali dell'economia a bas-
sa produttività. Tuttavia, se l'incremen-
to di quest'ultima, attraverso l'uso più
razionale di tutte le risorse produttive, è
uno degli elementi chiave per la ripresa
dell'economia bulgara, la questione del
riproporzionamento tra i settori, ossia
dell'investimento anche nella sfera "im-
produttiva", con il rilancio dell'efficien-
za e di salari competitivi, diventa im-
prorogabile. Così come risulta improro-


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