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Numero 5 del 2007

Happy new family


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PAGINA 33

Testi pagina 33

noidonne maggio 2007 33
contribuisca a tenere desta l'attenzione
e a fare pressione sulle autorità messi-
cane per intervenire in maniera più de-
terminata. Detto questo dobbiamo pur-
troppo osservare che il Messico non è il
solo paese afflitto da una violenza in-
controllata verso le donne. In tutta l'A-
merica Latina il fenomeno del femmini-
cidio è in costante, preoccupante au-
mento. Tanto che si è svolto a San Sal-
vador un Seminario Regionale sul Fem-
minicidio organizzato da ORMUSA (Or-
ganización de Mujeres Salvadoreñas) e
al quale hanno partecipato, insieme a
rappresentanti del movimento femmini-
sta di diversi paesi latinoamericani, la
Corte Suprema di Giustizia, l'unità di
Genere del PNUD (Programma delle na-
zioni Unite per lo Sviluppo), istituzioni
e organizzazioni non governative. L'o-
biettivo dichiarato dell'incontro era
quello di mettere insieme le forze tra en-
ti pubblici e non governativi per appro-
fondire l'analisi del fenomeno e unifor-
mare i processi sociali, giuridici e politi-
ci nel trattare questo tema a livello re-
gionale. Dalle discussioni avviate è
emerso che il femminicidio è un elemen-
to crescente che richiede uno sforzo una-
nime dei diversi settori sociali, nel ten-
tativo di abbordare il tema in maniera
integrale in considerazione del fatto che
la violenza verso le donne ha complesse
cause strutturali come la disuguaglian-
za sociale ed economica, il crimine or-
ganizzato, l'inefficienza dei poteri stata-
li, la cultura machista. Interessante è
stato rilevare che ancora non esiste un
consenso sull'uso del termine femminici-
dio tra le varie istituzioni pubbliche, le
quali invece prediligono l'utilizzo del
vocabolo omicidio pur davanti all'evi-
denza del fatto che si tratta di un delit-
to indirizzato solo contro il genere fem-
minile. Proprio perché sappiamo che
Ciudad Juarez è solo uno dei luoghi del
genocidio verso le donne, uno dei tanti,
fa ancora più male avere in mano la li-
sta di 286 di morte, a cui bisogna ag-
giungere 75 cadaveri senza nome e cir-
ca 2.000 scomparse dal 1993 al 2003,
come riportato nel Rapporto su Ciudad
Juarez presentato dalla Commissione
Nazionale per i Diritti Umani del Messi-
co nel novembre del 2003. Tutte sono
nostre figlie, tutte sono nostre morte.
Tutte sono donne.
Bordertown:
omicidi di massa contro le
operaie delle "maquiladoras"
Una catena di misteriosi omicidi com-
messi ai danni di giovani donne inermi,
una vicenda tratta da fatti di cronaca
realmente accaduti, ambientata a Juàrez,
cittadina di confine tra Messico e Stati
Uniti, un'agguerrita giornalista americana
di origini messicane decisa a scoprire i
mandanti di tanta insensata violenza:
questi gli ingredienti di Bordertown, un
thriller con tendenze commerciali inter-
pretato da esponenti dello star-system
come Jennifer Lopez, Antonio Banderas e
Martin Sheen, ma anche un film di de-
nuncia, contro l'ennesima storia di vio-
lenza sommersa e consumata in luoghi
oscuri ai danni delle donne nel mondo.
Nelle "maquiladoras", piccole fabbriche sorte al confine tra Messico e Stati Uni-
ti (grazie all'Accordo di Libero Commercio Nord Americano), migliaia di donne
sottopagate assemblano beni a basso costo destinati al mercato USA: fra i pri-
mi anni Novanta ed oggi a Juàrez, nello stato messicano di Chihuahua, un nu-
mero indefinito di giovani operaie sono state violentate e uccise da bande di
pericolosi criminali mentre tornavano di notte, dopo il lavoro, verso le bidon-
ville della periferia, attraversando il deserto: i corpi seviziati di queste ragazze
scomparivano o venivano gettati in profonde fosse comuni. Jennifer Lopez qui
veste i panni di Lauren Adrian, una cronista americana del Chicago Sentinel,
inizialmente a caccia di scoop, che si lascia a poco a poco coinvolgere al caso
di Eva, una giovane lavoratrice messicana che una sera, tornando a casa, viene
violentata, strangolata e seppellita nella sabbia ma riesce a sopravvivere ed a
cercare aiuto e giustizia. Le due donne avviano così un'indagine scomoda, ri-
schiando in più occasioni la vita, finché Lauren decide di fare da esca ai crimi-
nali e sale su un autobus diretto verso la periferia della cittadina. Atmosfere te-
nebrose e temi d'inchiesta sociale s'intrecciano con una certa sapienza: non im-
porta se nel film non mancano eccessi o stereotipi, la forza dell'argomento trat-
tato merita comunque l'indulgenza degli spettatori. Regista del film, girato in
digitale ad alta definizione con location in New Mexico (a Juàrez erano fiocca-
te minacce ed intimidazioni) è Gregory Nava. Diversi Comitati per i diritti uma-
ni operano a tutt'oggi nello stato di Chihuahua.
Elisabetta Colla


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