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Numero 5 del 2007

Happy new family


Foto: Happy new family
PAGINA 12

Testi pagina 12

Ma com'è oggi il rapporto tra donnedi generazioni differenti? Le rispo-
ste si polarizzano tra: a) chi lo conside-
ra difficile, conflittuale ("esiste proprio
il rischio che entrino le trentenni scelte
dagli uomini"), un "dialogo fra sorde",
poco improntato sul rispetto reciproco.
Per chi ha più anni, le giovani "non ri-
tengono - sbagliando - di avere necessi-
tà dell'esperienza delle altre donne". Per
chi ne ha meno "le grandi credono di sa-
pere tutto ed hanno un atteggiamento
paternalistico" magari "non ricordando-
si dei loro conflitti con le sessantenni
della loro gioventù"; b) chi invece pensa
che oggi sia migliore, più "facile e aper-
to a interscambio", "coalizzato alla con-
quista di quei diritti che la donna meri-
ta. in politica ad esempio bisogna asso-
lutamente avere più donne nei posti de-
cisionali" , "fondato sulla condivisione
dei temi" e "necessario per non disperde-
re il già vissuto e integrare le esperienze"
perché le età "si sono avvicinate".
C'è poi chi ritiene che non si possa
parlare genericamente di "donne", bensì
di chi " imita l'uomo" e chi desidera ge-
stire "la vita con pari dignità e davvero
insieme, nei luoghi pubblici e privati,
nelle decisioni che riguardano tutti ed in
quelle personali". Sono più le risposte
che dichiarano di non avere difficoltà
con le altre generazioni che non quelle
che evidenziano un reale problema di
dialogo tra le stesse. Quando questo vie-
ne dichiarato, le accuse rivolte alle gio-
vani riguardano "l'aver assorbito i mo-
delli maschili, con sfoggio di aggressivi-
tà", la difficoltà di "riconoscere le com-
petenze", . e la difficoltà di comprensio-
ne nasce "dal rapido e pervasivo muta-
mento dei comportamenti socio-cultura-
li", e il "rapporto intergenerazionale -
per la potenzialità che riserba - andreb-
be coltivato con specifici percorsi di so-
stegno". Le meno giovani vengono con-
testate per la chiusura, per il paternali-
smo, per il linguaggio da casta e la au-
toreferenzialità. Forse oc-
correrebbe solo essere più
aperte mentalmente, su
entrambi i fronti, e guar-
dare la realtà "con oc-
chio da mosca, dalle mil-
le facce e dalle mille an-
golazioni". I suggerimen-
ti appaiono vari ed arti-
colati. In alcuni casi con-
trapposti: come quando
si chiede di "avere l'umil-
tà di cedere il passo" o il grido di allar-
ma verso i "giovani rampanti" che porta
qualcuno a dire che sia meglio "far par-
lare di più vecchi sconosciuti eh giovani
famosi". Operare fianco a fianco, dimi-
nuire il livello di presunzione, qualche
volto di donna in più (anche giovane) e
scambiare opinioni per un arricchimen-
to reciproco, anche limitando il numero
dei mandati o il proseguimento della
carriera politica dopo i 65 anni. E la
meritocrazia viene più volte rammenta-
ta, perchè solo attraverso la valorizza-
zione delle competenze si potrà arrivare
a valorizzare le persone di tutte le età e
di tutti i generi. Probabilmente a ciò si
collegano il 63% delle risposte che affer-
mano che occorra "valorizzare tutte le
età: le cinquantenni, le quarantenni e le
trentenni". Mentre per il 15% dei/delle
rispondenti il ricambio generazionale è
un problema reale di fronte ad una clas-
se dirigente di ultrasessantenni. Al pari
del 15% che teme che la forte spinta ai
giovani rappresenti una sorta di coop-
tazione di trentenni funzionali al siste-
ma, il 2% sostiene che 1/3 dei posti deb-
ba essere riservato agli under 30 anni e
il 5% non crede che l'entrata di giovani
inesperte possa servire a migliorare lo
stato dell'arte.
La percezione che emerge dalle righe
delle risposte mette in risalto come la
politica ancora una volta non valorizzi
le competenze, penalizzando così le
donne in generale e non solo chi è più
giovane. Solamente una politica parte-
cipata, vissuta con spirito di servizio e
non come nuovo "lavoro da reddito per
i pochi fortunati", una politica in cui
ognuna possa portare quello che sa, ol-
tre a quello che è, permetterà una più
larga rappresentanza delle donne gio-
vani e meno giovani. Tra queste poi oc-
correrà trovare una nuova forma di dia-
logo in grado di comprendere tutte quel-
le differenze che il mercato del lavoro e
la società nel suo complesso hanno acu-
tizzato nel corso degli anni.
maggio 2007 noidonne12
Sondaggio di aprile
Ricambio generazionale,
anche in politica Rosa M. Amorevole


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