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Numero 4 del 2007

Al centro dell'attenzione


Foto: Al centro dell'attenzione
PAGINA 42

Testi pagina 42

aprile 2007 noidonne42
“Madre, ti affido l'Italia". L'invoca-zione, impressa come un sigillo
a lettere nere da un mamma santissima
femmina sui sederi nudi di un drappello
di adepti di Cosa Nostra, chiude il mo-
saico grottesco e feroce sulla mafia com-
posto da Emma Dante nel suo ultimo
lavoro, Cani di bancata. Così sono
chiamati in Sicilia gli animali che si ag-
girano nei mercati all'ora di chiusura
per afferrare qualche boccone di scarto.
L'attrice e regista siciliana, autrice di la-
vori come mPalermu, Carnezzeria e Mi-
chelle di Sant'Oliva, in questo suo lavo-
ro rappresentato alle Fonderie Limone di
Moncalieri prima di toccare la Sicilia ha
offerto per la prima volta la propria vi-
sione - senza benevolenza e senza spie-
gazioni, con coraggio e sincerità - di
una ripugnante e odiosa associazione a
delinquere. Lo spettacolo sfugge alle de-
scrizioni, tanto sottili sono gli accenni,
penetranti i simboli, rivelatori i messag-
gi e rapidi i mille segnali che libera nel
suo intreccio confuso. Specialmente al-
l'inizio, quando si assiste senza deci-
frarle a situazioni stranianti, a grosso-
lane ritualità. Ma nell'apparente confu-
sione, nell'accavallarsi bizzarramente
comico degli stereotipi gestuali e verba-
li si scorgono l'efferatezza e l'ignoranza
di un mondo inafferrabile dove la man-
canza di morale è regola.
Bisogna vederlo dal vivo questo alle-
stimento che si sviluppa nel delirio, per-
ché la descrizione lo fa impallidire. Em-
ma Dante, che lo ha scritto e lo ha di-
retto con fermezza, ha personificato co-
sa nostra in una donna circondata di
un volgare apparato di candele e im-
maginette, di metri e metri di rasi e di
pizzi bianchi che si tramutano in veli
neri, da impalcature in legno che si
scompongono e si adattano alla circo-
stanza scenica. Lo spettatore assiste ad
un consesso che ha inglobato un nuovo
iniziato. Nella seduta fra fiaschi di vino
e laute portate sfilano rapide le evoca-
zioni delle nefandezze che macchiano la
cosca criminale. È una macabra parata
enfatizzata al massimo, appesantita da
una parlata in siciliano stretto, ma sem-
pre solo evocativa, che ha toni e registri
aderenti all'ambiente che la deformazio-
ne connota di impenetrabile ambiguità.
Affiorano spunti del film di Kubrik Eyes
wide shut, ma di tutt'altra pasta è l'im-
mersione nelle pieghe di questa descri-
zione che sconcerta e apertamente lan-
cia citazioni, accuse e nomi senza tante
reticenze. Sono tutti bravi i dieci giova-
nissimi attori, ma quant'è abile lei, Ma-
nuela Lo Sicco. Bavosa e tarantolata,
impone strepitando la
sua volontà a quanti si
ingozzano al suo tavolo.
Con quel ghigno dipinto
in faccia e la più forsen-
nata sguaiataggine in-
carna la spietatezza e la
seduzione, la sicumera e
la vigliaccheria. Nel ca-
po in gonnella e nei suoi
seguaci proni in sua pre-
senza e anche un po' cre-
tini ("se le imprese di-
ventano nostre, a chi si
chiede il pizzo?"), c'è
una comicità tinta di
macabro che non impe-
disce di fremere di indi-
gnazione. Infatti sono
autentici i meccanismi
del dominio fondato sul-
la paura che soffoca le
reazioni, e le vendette si
abbattono davvero su
chi non si adegua, an-
che sugli deboli e sugli
incerti, come il povero
"signor ferroviere" Libo-
rio Paglino, che accar-
tocciato dalla paura fi-
nisce torturato e impiccato.
Certo è che la vergogna, la spietatez-
za e la devozione distorta ("con il mio
consenso, Dio vi benedica …") spiattel-
late su un palcoscenico - anche se in
chiave comica e paradossale - non into-
nano un inno d'amore alla Sicilia; ma è
un segno incoraggiante che i suoi figli
coraggiosi e intelligenti come Emma
Dante reagiscano ad un'Italia "spartita,
spaccata, insanguinata" dal fenomeno
mafioso.
Mamma santissima, e femmina
Mafia a teatro
Mirella Caveggia
scritto da Emma Dante e diretto dalla stessa autrice, "Cani di
bancata" è un allestimento che si sviluppa nel delirio delineando
un "mosaico grottesco e feroce sulla mafia"
Foto di Giuseppe Distefano


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