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Numero 4 del 2007

Al centro dell'attenzione


Foto: Al centro dell'attenzione
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Testi pagina 31

noidonne aprile 2007 31
Varanasi (Benares), India: sono le 8di una fredda mattina di febbraio e
passeggiamo sui gradoni, i ghat, che
scendono nelle acque fangose del Gan-
ge. "Brrrrr, che freddo! Oh, che freddo!"
grida ridendo un uomo nudo, impegna-
to nelle sue abluzioni mattutine nel fiu-
me.
Dal mio gradino, all'asciutto e nel
caldo della mia giacca, mi metto a ride-
re. I nostri sguardi si incontrano. "Whe-
re are you from? Da dove vieni?" e gli ri-
spondo che sono italiana. "Sonia Ghan-
di! La madre dell'India! Tu sei la madre
dell'India!". Continua ad immergersi
nell'acqua, ridendo e gridando "Tu sei la
madre dell'India!". Dalle 5 siamo in gi-
ro, in barca e poi a piedi ad osservare,
con lo stupore di bambini, le attività ri-
tuali quotidiane di purificazione degli
Hinduisti, nella città che è il centro spi-
rituale dell'Hinduismo. I pellegrini si ri-
versano su questa sacra riva del Gange
per visitare uno dei tanti templi e ba-
gnarsi nel fiume. I lavandai fanno il bu-
cato sulle pietre appositamente disposte
a pelo d'acqua. I Brahmini officiano il
saluto al sole e meditano. Le donne sten-
dono i sari colorati sui gradoni ad
asciugare. Nel ghat Manikarnika, bru-
cia il fuoco sacro che da 3000 anni con-
segna all'aldilà i cadaveri di chi viene a
morire a Varanasi, liberandosi così del
tedioso ciclo della reincarnazione. Da
quando siamo arrivati, è un susseguirsi
di cortei funerari: i familiari si raccolgo-
no vicino al cadavere che brucia sulla
legna. Le vedove piangono, gli uomini
della famiglia si radono il capo a zero,
tranne per una ciocca, nel caso Shiva
decidesse di tirarli su con sè, in cielo.
La vita di questa antica città è rima-
sta inalterata da migliaia di anni. La-
sciandosi alle spalle il traffico e la pol-
vere del centro si entra nel labirinto di
viuzze della città vecchia. Strette stradi-
ne in cui si divide lo spazio con le tante
mucche e i loro escrementi e i negozietti
di dolci, abiti, offerte rituali da portare
al tempio.
Il caos urbano indiano si placa e si
odono solo le campanelle devozionali, i
mantra a Krishna. In ogni vicolo, ad
ogni angolo, minuscoli altari scavati
nelle pietra delle case proteggono il lin-
gam, il pene di Shiva a cui gli abitanti
lasciano piccoli doni: un po' di acqua
del Gange, un fiore, un pomodoro.
Faccio fatica a dormire a Varanasi:
tutta la vita e la morte di migliaia di
anni e milioni di persone che sono pas-
sati di qua deve essere rimasta in qual-
che modo nell'aria e ci contagia. Non
riesco a stare ferma, non riesco a stare
al chiuso, il mio sguardo deve posarsi
sul fiume. Il Gange in Hindi è una paro-
la di sesso femminile - Ganga Ma, la
Madre Gange. Il suo potere di vita e fer-
tilità, di purifica-
zione è parte di
ogni gesto della
vita di questa cit-
tà. Niente succede
senza che si rin-
grazi la Madre
con la continua
celebrazione del-
l'atto sessuale pri-
mordiale, ogni
volta che la sua
acqua viene ver-
sata sul pene di
Shiva.
Non riesco a
posare la macchi-
na fotografica: la luce a Varanasi ha
una qualità indescrivibile; si riflette sul-
l'acqua del fiume e rende l'aria scintil-
lante. Vorrei riuscire ad immortalare
quest'angolo di mondo in cui il tempo si
è fermato, l'Occidente e la sua cultura
non esistono e la vita e la morte ti guar-
dano in faccia senza pietà.
Marzia Beltrami
Il grande fiume
Viaggi svelati
un angolo di mondo in cui il
tempo si è fermato. L'Occidente
e la sua cultura non esistono


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