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Numero 4 del 2007

Al centro dell'attenzione


Foto: Al centro dell'attenzione
PAGINA 15

Testi pagina 15

“Orribile, è stato orribile, da allorala mia vita si è trasformata im-
provvisamente in un susseguirsi di gior-
ni uno dopo l'altro spenti, amari. Tutto
era cominciato in realtà tre mesi prima,
nell'aprile del 2005. Il solito giro di por-
tico al sabato pomeriggio con le ami-
che, l'aperitivo in un caffé del centro,
frequentato da bella gente, tutta firma-
ta e lampadata. L'invito a una festa
'esclusiva', e poi ancora altri incontri
sempre in locali 'in'. Lui mi piaceva, era
conosciuto nell'ambiente bene della mia
città. Mi sentivo lusingata, io ragazza
normale, impiegata, abbastanza carina
proveniente da una famiglia operaia
emigrata al nord. Lui era un calciatore
di belle speranze, con un codazzo di
amici che si facevano in quattro per
compiacerlo. Poi quella stramaledetta
sera di luglio mi sono trovata circonda-
ta da tre dei suoi compari, che mi inti-
mano di entrare in macchina, che mi sa-
rei divertita! C'era lui dentro che mi
aspettava, avrei avuto l'onore di spas-
sarmela prima con lui, poi a turno an-
che gli altri avrebbero gradito. Erano
carichi, si erano fatti sicuramente una
pista di coca, 'in quell'ambiente ne gira
parecchia'. Ero terrorizzata e allo stesso
tempo come sdoppiata, vedevo me che
guardavo una stupida ragazza neanche
tanto giovane, trent'anni, che c'era ca-
scata come una pivella, che non aveva
capito niente o forse non aveva voluto
capire. Non avevo vie di scampo, il lo-
cale era all'aperto ma i cancelli erano
chiusi e nessuno dei presenti era dispo-
sto ad aiutarmi, amiche comprese. Era
stato tutto predisposto, non avrebbero
mosso un dito. 'Non dovevo preoccu-
parmi avrebbero pensato loro al mio fu-
turo', anche le altre ragazze presenti po-
tevano confermarlo, lui era molto gene-
roso! Stavo per vomitare, mi sentivo ve-
nir meno, le gambe mi tremavano sem-
bravano di gesso, non riuscivo a muo-
vermi, paralizzata. Poi d'incanto come
nelle storie a lieto fine, spunta dal nulla
un vecchio amico che saputo della trap-
pola che mi era stata tesa, si è avvici-
nato ai tre bellimbusti e li ha convinti,
non so ancora come, a lasciarmi anda-
re. Il calciatore di belle speranze sempre
blindato dentro l'auto, dopo avermi ur-
lato parecchie oscenità e minacciato di
spaccarmi in due se mai avessi parlato
dell'episodio, accende il motore carica
gli altri tre e se ne va". Pamela mi rac-
conta tutto senza fermarsi come un fiu-
me in piena. Per la prima volta si confi-
da con qualcuno. Dopo averne parlato
ancora e ancora, è riuscita ad entrare in
contatto col suo trauma e di volta in
volta ha rivissuto una dopo l'altra tutte
le emozioni di quella sera per parecchi
passaggi fino a che dal dolore alla rab-
bia, Pamela è passata al distacco e ha
potuto guardare a quel fatto senza sen-
tire più male e vergogna, esordendo im-
provvisamente in un bel "Basta! Voglio
ricominciare a vivere, desidero avere dei
figli, non ho molto tempo davanti, non
permetterò che questa brutta esperienza
mi segni la vita.
Certo non mi fido più tanto degli uo-
mini, anch'io però sono stata ingenua
mi sono illusa, ho creduto che le diffe-
renze di classe non esistessero più, inve-
ce i figli di papà trattano quelle come
me, come ragazze di serie B. Avrei volu-
to denunciarli quei maledetti, ma poi
non me la sono sentita, loro sono ricchi
hanno amicizie potenti, non ce l'avrei
mai fatta a fargliela pagare. Mi è capi-
tato ancora di incrociare per caso qual-
cuno di loro, ma se due mesi fa mi pren-
deva un'agitazione fortissima e cercavo
di schivarli, adesso riesco a sostenere il
loro sguardo non mi sento più in colpa,
in fin dei conti ho realizzato che è stata
solo un'esperienza spiacevole ma ne so-
no uscita bene, mi sento 'ripulita' e ho
piacevolmente scoperto che sono loro
ad abbassarlo, lo sguardo, quando mi
incontrano".
*Counsellor nella gestione dei traumi
centro_liberamente@yahoo.it
noidonne aprile 2007 15
Gianna Morselli*
Non abbassare lo sguardo
Strumenti
la storia di Pamela ci aiuta a
comprendere come entrare in
contatto con il nostro trauma
Fiori da Coltivare
Bella prova di teatro giovane è lo spettacolo Fiori nel Cielo, scritto da Da-
niele Grassetti e con la regia "al femminile" di Ilaria Testoni, messo in sce-
na al Teatro dell'Orologio dalla Compagnia Diritto e Rovescio e dall'Asso-
ciazione Le Perle di Novembre. Autore, interprete (il simpatico Fabrizio
Vecchi) e regista sono tutti sotto i 30 anni ma la grinta e lo spessore non
mancano. Gaetano è un "fabbricatore di fuochi artificiali" finito a lavorare
con la camorra che, storicamente (cosa poco nota ai non napoletani), uti-
lizza i fuochi per informare sull'arrivo di carichi di droga o di poliziotti, o
per coprire il rumore degli spari. Mentre racconta al pubblico la sua storia,
il protagonista denuncia un mondo di illegalità e ricatti, sullo sfondo dei
mondiali di calcio del 1990. Finale a sorpresa e vero amore per il teatro in
uno spettacolo ironico ed accessibile a tutti. I giovani artisti seri e impe-
gnati sono, nel nostro paese, fiori da coltivare. Ilaria Testoni, la regista, ha
firmato la regia di numerosi spettacoli per il Teatro dell'Orologio e sta at-
tualmente curando, l'adattamento del testo Le Affinità Elettive, che porte-
rà in scena nel maggio 2007.
E. C.
Matisse, Sedia con pesche, 1919


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