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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
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marzo 2007 noidonne32
Da sempre la prima occupazione delle donne im-
migrate è il lavoro di cura (ricomprendendovi dentro
anche il lavoro di pulizia che ne è figlio) intesa in
senso ampio, in quanto competenza ascritta ovun-
que al genere femminile e trasmessa dalle madri alle
figlie di generazione in generazione. Perciò il baliati-
co, l'accudimento dei bambini, il lavoro domestico,
da ultimo, la cura degli anziani e delle persone dis-
abili, sono la "naturale" nicchia lavorativa di prima
destinazione della immigrazione femminile. Quindi
un sapere di cura e una disponibilità alla cura imme-
diatamente spendibile sul mercato del lavoro occi-
dentale senza particolari iter formativi che lo prece-
dano, a costi relativamente bassi che si incrocia con
le esigenze di aiuto di famiglie, ieri benestanti e oggi
di tutti i ceti sociali. Il fenomeno delle "badanti" si in-
scrive perciò nello scenario mondiale della migrazio-
ne femminile esasperando in senso "etnico"un mer-
cato del lavoro di cura, soprattutto a tempo pieno,
che come sappiamo è ormai occupato essenzialmen-
te da donne straniere. La sua connotazione presenta
alcune caratteristiche importanti di novità. E' esplo-
so nell'arco di pochissimi anni raggiungendo dati
quantitativi altissimi, vede una nuova immigrazione
femminile dell'Est europeo con buona o alta scolariz-
zazione possesso di competenze professionali speci-
fiche e di esperienze lavorative pregresse, è motivato
da condizioni economiche collassate dal crollo del
sistema sovietico che per quanto non siano da po-
vertà estrema sono comunque schiacciate solo sui
bisogni primari, si presenta in realtà familiari di tutti
i ceti sociali e soprattutto in famiglie i cui membri
conoscono solo la realtà del lavoro subordinato ed
hanno solo l'esperienza "dalla parte dei lavoratori". In
particolare il fenomeno "badanti" risponde a una cul-
tura (o dovere sociale) della domiciliarità resa soste-
nibile da un prezzo della cura ancora competitivo
con i ricoveri residenziali, una esigenza di supporto
domiciliare nei confronti di una grande età anziana
sempre più bisognosa di assistenza tutelare, carenze
del sistema di welfare impostato secondo un'ottica
prestazionale e connessa essenzialmente ai bisogni
biologici, una impossibilità/indisponibilità alla cura a
pieno tempo da parte dei familiari, in particolare del-
le donne che, come già visto: se giovani, non riesco-
no a conciliare il lavoro per il mercato con un surplus
degli impegni di cura e comunque non sono più dis-
ponibili a farsi carico da sole di una assistenza ad al-
ta intensità, se più anziane, hanno problemi di tenu-
ta fisica e comunque non intendono impegnare il
tempo ritrovato solo nella assistenza familiare
Chi sono le donne immigrate che vivono al nostro
fianco: le nuove serve? I nuovi servizi alla persona? I
nuovi sostituti familiari? Le quasi figlie? Le nuove
donne di casa?
Il fenomeno delle assistenti familiari ci ha sorpre-
so impreparati; non è stato governato all'inizio e lo è
poco tuttora; lo si sta inseguendo, in corsa; non è
ancora diventato, insieme alle famiglie degli anziani
che sostengono da sole l'affiancamento e il paga-
mento di tali figure, un punto rete dei welfare locali
di cui sono co-partner e a cui consentono significa-
tivi risparmi.
La regolarizzazione del fenomeno avvenuta nel
2002 ha fatto registrare 702mila domande, di cui
l'84% (590mila) per assistenza familiare o collabora-
zione domestica e il 16% per lavoro subordinato, di
esse 321.000 domande da parte di donne (45,7%) e
fra queste 233.000 (74%) di provenienza dall'Est eu-
ropeo, di cui 90.000 ucraine, 65.000 rumene, 26000
polacche, 26000 moldave. Le iscrizioni all'INPS nel
contratto colf (quindi regolari) per l'anno 2003 sono
state 490.678 (l'8,5%° degli abitanti). Tuttavia nel
Rapporto della Caritas veneta si parla del 68% di ba-
danti non regolarizzate, un dato che va più che a
raddoppiare i numeri sopra indicati.
il primo impiego
delle donne immigrate
una pluralità di ruoli,
un fenomeno ingovernato
le donne immigrate
come nuovo Servizio di cura familiare
secondo le stime ufficiali nel nostro
Paese le assistenti domiciliari sono
500mila ma i dati del sommerso
ne raddoppiano il numero


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