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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 24

Testi pagina 24

marzo 2007 noidonne24
Nel passato le donne diedero vita aquello che fu definito "femminismo
domestico", rivendicando una maggior
autonomia nelle scelte importanti per la
propria vita. Successivamente vollero
svolgere gli stessi mestieri e le stesse pro-
fessioni degli uomini, sostenendo di es-
sere completamente in grado di fare ciò.
Nonostante il famoso psicologo S.Hall
ritenesse le donne incapaci di svolgere
attività pari a quelle degli uomini per-
ché affette da deficienze psichiche che
ne avrebbero limitato le capacità cogni-
tive, i risultati hanno dimostrato l'infon-
datezza di quelle teo-
rie, superando sia la
diffidenza che l'opposi-
zione. Attraverso il no-
stro giornale vogliamo
evidenziare questo im-
portante traguardo,
con la testimonianza
diretta di alcune, tra le
tantissime donne, che
hanno vissuto diretta-
mente questi percorsi,
cominciando da uno
dei mestieri sicuramente più maschili:
l'arrotino
Franca Compostella: arrotino?
Si, sono arrotino da oltre vent'anni.
Un mestiere tipicamente maschile ma
che svolgo con passione, con soddisfa-
zione ed anche con un po' di orgoglio.
Spiegare il mio lavoro è semplice: arroto
in maniera tradizionale forbici, coltelli e
articoli da taglio. Ho mantenuto la bot-
tega come era alla fine dell'ottocento,
relegando nel retro le attrezzature più
moderne. Mi piace coltivare tutto del
mio lavoro e quindi colleziono anche
quadri che raffigurano i vari momenti
di questa attività. Questo filo condutto-
re tra passato e presente, storia e cultu-
ra, incuriosisce molto le scolaresche che
sovente fanno visita alla mia bottega.
E' d'obbligo una domanda forse un
po' scontata: quali sono i motivi di
una scelta così particolare?
I motivi di questa scelta sono vari e
si intrecciano in modo tale che mi è dif-
ficile stabilire quale possa essere il più
importante, ne' mi sembra giusto spez-
zettare la mia vita in tanti particolari;
preferisco apprezzare il risultato nella
sua complessità. Dopo alcune impor-
tanti esperienze lavorative, all'età di 30
anni, ho deciso di cambiare radical-
mente la mia vita. Il desiderio di avere
un figlio, l'esigenza di una maggiore au-
tonomia personale, associati ad alcuni
problemi nella mia famiglia d'origine,
mi hanno stimolato ad approfittare del-
l'occasione che mi si presentava: suben-
trare all'azienda di mio padre. Detto,
fatto. Sicuramente in modo un po' av-
Affila le lame, per tradizione
Mestieri
Donatella Orioli
Ancora una volta sarà 8 marzo: ed ancora una volta, nella maggior parte dei contesti, vi
sarà la solita celebrazione un po' ipocrita e senza dubbi superata di un momento di rifles-
sione sulle mancate possibilità delle donne di esprimere le loro capacità e potenzialità non-
ché una elencazione delle misure che si pensa di mettere in atto. E poi a piccoli passi verso
un altro 8 marzo. Senza volere elencare nel dettaglio le difficoltà che percorrono l'universo
del femminile non si può sottovalutare ad esempio il fatto che il livello occupazionale delle donne è nel Mezzogiorno di 27
punti sotto la media europea in contrapposizione ad altri Paesi Europei e non solo, che stanno varando misure affinché, nel
prossimo quinquennio, l'occupazione femminile arrivi al 65%. In merito la finanziaria ha previsto incentivi alle imprese che
nel Mezzogiorno permettono un risparmio anche di 150 euro mensili per l'assunzione di donne: misure che forse qualcosa
potranno sviluppare ma che sono ben lungi dalla concezione di un Piano Strategico finalizzato a valorizzare le competenze
delle donne, a combattere la sottooccupazione a cui spesso sono costrette ad adattarsi, a mettere in atto valide misure di
conciliazione, a rompere quelle riserve che continuano a tenere le donne fuori dai luoghi decisionali del Paese.
Si tratta infatti di eliminare schemi culturali che sono fermi a modelli di riferimento al maschile e che non riescono a fare
propria la logica della valorizzazione delle differenze ma che, comunque, impongono, anche attraverso i media, una figura
femminile spesso lontana dalla realtà quotidiana ma che viene indicata vincente e di riferimento per le donne stesse.
Anche nel recente e sempre attualissimo dibattito sulle pensioni, l'ipotesi di elevare per tutti i lavoratori l'età pensionabile
continua a rifarsi ad una schematizzazione sorpassata non tenendo presente il doppio lavoro svolto dalle donne né il lavo-
ro di cura né la maternità come fattore sociale. Nel ribaltamento degli schemi sopra accennati, si potrebbe partire aprendo
un tavolo di concertazione fra Governo ed organizzazioni di rappresentanza e del mondo femminile per mettere a punto una
previdenza che rispecchi l'impegno e la fatica delle donne e sia più vicina al Paese reale.
Mentre sto chiudendo leggo la notizia dell'uccisione di Tamara Monti, apprezzata allenatrice di delfini presso l'Acquario
di Riccione: uccisa perché i suoi cani abbaiavano. Già da domani nessuno ne parlerà più. Affrontiamo invece più da vici-
no il tema della violenza sulle donne che, anche quando non uccide, pervade significativamente la società e proviamo ad
essere meno silenziose.
Rita Casula
Pensando a Tamara...


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