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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 12

Testi pagina 12

Per arrivare al traguardo del PartitoDemocratico le donne dei Democra-
tici di Sinistra hanno scelto come Coor-
dinatrice nazionale Vittoria Franco, fi-
losofa, ricercatrice alla Normale di Pisa,
senatrice dal 2001 e oggi Presidente del-
la commissione Cultura di Palazzo Ma-
dama. Da sempre impegnata sul terreno
dei diritti civili e delle politiche femmi-
nili, non ultima la campagna referenda-
ria sulla fecondazione assistita, Vittoria
Franco ha pronunciato alla Conferenza
Nazionale delle Donne Ds di Bologna
una dichiarazione d'intenti tutta incen-
trata sulla necessità di strumenti con-
creti per sostenere le donne nel lavoro,
in famiglia e anche in politica, dise-
gnando il ritratto di un paese bloccato,
compresso, incapace di valorizzare le
donne come una risorsa. Rigorosa, pa-
cata e moderata, non è tipo da pronun-
ciare slogan di facile effetto, né lanciare
inutili allarmismi, ma oggi ci consegna
parole da non prendere alla leggera: "at-
tenzione - dice - il tasso di laicità nel
paese si sta restringendo. Quando que-
sto accade, i diritti delle donne sono più
a rischio. E, con loro, la capacità di in-
novazione e di crescita di tutto il paese".
Quali sono i valori e le idee che le
donne dei Democratici di Sinistra
vogliono portare nel Partito Demo-
cratico?
Il nostro partito sta certamente vi-
vendo una fase storica che vedrà tradi-
zioni diverse convergere per costruire
una nuova forza politica. Per riuscire
occorre coraggio, determinazione, senso
di responsabilità, misura e anche una
certa dose di rischio.
Però ne vale la pena: il nostro paese
sta vivendo una transizione troppo lun-
ga, cominciata nell'89. Il risultato è un
paese soffocato, immobile, compresso.
Abbiamo tutte le condizioni e le energie
per un paese moderno ma manca qual-
cosa. Ecco, noi con il Partito Democra-
tico vogliamo costruire uno strumento
politico efficace per l'innovazione e il
cambiamento.
I primi valori che voglio portare nel
Partito Democratico sono la libertà, che
va insieme con la responsabilità, e quin-
di la laicità. Perché per le donne quan-
do si restringe il tasso di laicità di un so-
cietà si restringe anche la sfera dei dirit-
ti. Le italiane hanno conquistato diritti
quando il paese è stato più laico, quan-
do lo Stato ha potuto esercitare la sua
autonomia. Se oggi fatichiamo, è perchè
la sfera della laicità si sta restringendo,
e la politica è debole.
Nella dichiarazione d'intenti di Bo-
logna si parlava di energie femmini-
li sprecate, nel nostro paese...
Noi sprechiamo energie, sapienza,
sapere accumulato: formiamo bravi
laureati ma non sappiamo utilizzarli e
offrire loro dei progetti. Tra le energie
sprecate ci sono quelle femminili. Tutte
le statistiche dicono che le ragazze sono
le migliori a scuola, si laureano di più,
ma nel lavoro non riescono a distin-
guersi nello stesso modo. Questo non va.
Ci stiamo privando della sapienza delle
donne. Non disperdere questo patrimo-
nio è una necessità, per il paese intero,
per la sua crescita.
Cosa fare per liberare queste risorse?
Sulle donne pesa ancora l'ostacolo
della maternità, oggi aggravato dalla
precarietà del lavoro.
Allora al primo pun-
to ci deve essere il su-
peramento del lavoro
precario. E, aggiun-
go, anche la flessibili-
tà. Non sempre coin-
cide con la precarie-
tà, ma il confine tra
l'una e l'altra non è
sempre chiaro e di-
stinto. Quindi, i servi-
zi. Il nostro partito
sta lavorando per
moltiplicare gli asili
nido e i servizi all'in-
fanzia. C'è una pro-
posta d'iniziativa po-
polare, che il nostro
partito ha fatto pro-
pria, per l'asilo nido
come servizio educa-
tivo per la prima in-
fanzia; in Finanziaria
ci sono le risorse per
attivare circa 100mi-
la asili nido. E' un investimento massic-
cio a favore delle donne che lavorano.
Così si riconosce il ruolo anche so-
ciale della maternità che si traduca in
passi concreti a sostegno delle donne
che lavorano, che oggi sono colte, pre-
parate e chiedono un ruolo da protago-
niste nella società.
Una politica per le donne allora non
può concentrarsi solo sul riconosci-
mento delle unioni civili...
Ma certamente. Le unioni civili esi-
stono, attendono solo di essere ricono-
sciute. Non saranno famiglia nel senso
inteso dalla nostra Costituzione, ma ri-
conoscere alcuni diritti minimi a chi
sceglie di convivere, o a chi non può fa-
re una scelta diversa, come le persone
omosessuali, mi pare un gesto di civiltà
e di accoglienza.
Ecco, accoglienza per me è una paro-
la importante, mi aspetterei venisse usa-
ta e praticata in primo luogo proprio
dalla Chiesa. Invece troppe volte la ve-
diamo arroccata in un atteggiamento di
difesa. Buone politiche per le famiglie
non contrastano con il riconoscimento
delle unioni civili. Fare un gesto di rico-
noscimento non toglie nulla alla fami-
glia, ma aggiunge.
Intervista a Vittoria Franco
marzo 2007 noidonne12
Federica Lupparelli
Politica forte “per e con” le donne
“il tasso di laicità nel paese si
sta restringendo.
Quando questo accade, i diritti
delle donne sono più a rischio”


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